“13” è l’ennesimo capolavoro dei Blur... Ma bisogna ascoltarlo tante volte per goderne appieno… A tratti spaventa.

Apre il tutto l’atipica “Tender”, sette minuti e quarantatrè di melodie particolari, con un coro gospel nel ritornello e una chitarra incredibilmente country-blues. Il bassista Alex James suona un contrabbasso e il batterista Rowntree per ottenere quel suono particolare che si ascolta sul secondo quarto di ogni battuta batte degli assi di legno sul pavimento.

Ecco poi il primo shock: “Bugman” è cacofonicissima ma allo stesso tempo ultra godibile… Spaventoso l’aspirapolvere che irrompe al minuto 1’44’’ e che copre quasi tutti gli altri suoni… Gli ultimi due minuti sono stati completamente improvvisati (a detta di Albarn), e vedono alternarsi schitarrate a rumori di acqua corrente a scatti e fruscii vari. Ecco poi uno dei singoli “Coffee & Tv”, quello del video con il pacchetto di latte, brano in cui un giro di accordi stranissimo (comprendente un Fa maggiore e un Si Bemolle maggiore nella tonalità di Si maggiore) accompagna una linea vocale altrettanto particolare. Abrasivo ma godibile il cacofonico assolo di Coxon a metà.

Una melodia di organo porta poi a “Swamp Song”, un noise-rock orientaleggiante ispirato, sempre a detta di Albarn, a “Kashmir” dei Led Zeppelin. Dal quarto minuto la musica è accompagnata da risate isteriche e rumori pasticciati fino a un finale di chitarra acustica. “1992” è una perla… un lentone tristissimo la cui stesura risale appunto al 1992, ma che fu lasciato nel cassetto e dimenticato. Albarn lo riprese dopo essersi lasciato con Justine Frischmann e ci scrisse un testo depressissimo . Ancora una volta il giro di accordi è particolarissimo. Di per sé il brano durerebbe poco più di due minuti, ma poi un rumore descritto da Coxon come “l’atterraggio degli ufo” e ottenuto tramite il feedback la prolunga fino ai cinque minuti e mezzo.

"B.L.U.R.E.M.I" (unico titolo scritto nel booklet in blu anziché in bianco… e non ho mai capito perché) è un punkettone vocoderizzato e piuttosto casinista, che sfocia in un intermezzo breve di sintetizzatore. Ecco poi un altro brano che rappresenta meglio il nuovo corso dei Blur: “Battle”, quasi otto minuti di progressive-rock psichedelico. L’apertura è affidata a una tastiera, poi entra una batteria spettacolare con un basso cavernoso, a tratti dub. La melodia è strambissima e spesso le parole di Albarn risultano indecifrabili… Molto alla Sigur Ròs, non c’è che dire!

“Mellow Song” è un brano in apertura acustico, ma poi diventa un duetto tra sitar e chitarra con base di batteria ricca di bassi. Il demo del brano è disponibile come b-side del singolo “Tender”. “Trailerpark” è un funky distorto molto alla Beck (!) con testo telegrafico rappato e un organo piuttosto stonatello a fare da base… Il brano si chiude con una coda più arrabbiata, sempre molto distorta. “Caramel” è sorella di “Battle”: altri sette minuti e mezzo di stramberie, con una linea vocale particolarissima (irresistibili i cori Do Doo Do Do Doooo) che si chiude con rumori di auto e un finale techno-rock (mi ricorda i brani di “Pop” degli U2).

Ecco arrivare “Trimm Trabb”, che i Blur volevano singolo, un giunge-folk con rumori lo-fi in sottofondo. Si apre acustico e calmo per poi diventare cacofonico e rumoroso (sentire al minuto 4’10’’ le schitarrate di Coxon per credere). “No Distance Left To Run” è l’ultimo singolo estratto, un lentissimo blues terribilmente triste e nuovamente dedicato all’ex di Albarn. Chiude il set “Optigan 1”, un valzer improvvisato nel 1997 e da utilizzare come b-side per “M.O.R”, ma poi accantonato e tenuto per il nuovo album.

Due appunti ormai sono un’abitudine: i b-sides. Non ce ne sono molti di inediti, più che altro remixes, come ad esempio “Tender” in versione drum’n’bass o “Bugman” in versione dub-reggae. Tra gli inediti però, come non citare le meravigliose “All We Want”, orecchiabile e definibile come la nuova Beetlebum, “French Song”, uno strumentale stupendo di otto minuti, la succitata “Mellow Jam”, base di “Mellow song” e la techno “I Got Law”, bonus track dell’edizione giapponese di 13, poi riutilizzata come base di “Tomorrow Never Comes” in “Gorillaz”?

Il booklet però stavolta è spartano… Rappresenta disegni orrendi e comprende solo i credits del disco… Delusione… Per gli amatori del booklet come me, non state a comprare il disco originale in negozio… Prendetevelo su ITunes piuttosto!

Album comunque ottimo, da 5 stelle… Un classico dei Blur… Da “digerire” lentamente però… Perché è un po’ difficile, descritto da Coxon come “un trip allucinante al tempo del diavolo”

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