'Modern Times' è un album a tratti noioso, a tratti meraviglioso.

Non siamo di fronte ad un capolavoro dylaniano del livello di 'Blood On The Tracks', 'Blonde On Blonde' o 'Highway 61'. Il nuovo lavoro si accoda invece ad altri buoni album del menestrello, per esempio: ìInfidels, Slow Train Coming o Street Legalì. Si parte con Thunder on the Mountain, un simpatico scherzetto rockabilly che non riesce però mai a cionvolgere fino in fondo l'ascoltatore. Rollin' and Tumblin', scontata e ripetitiva, è un country 'n' roll da cowboy scaduto ben lontano dai livelli del Nostro. Stessa sorte per la noiosa e soporifera Someday Baby, un pò Lee Hooker, un pò Allman Brothes Band. Un miscuglio di ricordi non troppo a fuoco.

The Levee's Gonna Break si fa notare per il testo secco e azzeccato, ma in quanto a musica non ci siamo. Sono davvero lontani i tempi di 'Maggie's Farm' o di 'Subterranean Homesick Blues', in cui il Nostro strimpellava a meraviglia. Ma quando le ruote del vecchio Dylan cominciano a rallentare, allora è tutta un'altra musica. Spirit On The Water è una morbida ballata impreziosita da un raffinato accompagnamento jazzato che le da un tocco retrò e "per bene". When the deal goes down si adagia su una melodia deloce e malinconica che molto si avvicina alle atomosfrere intime ma depresse di Time Out of Mind (Standing in the Doorway).

Ma il cuore dell'album è costituito da tre canzoni di grande talento e spessore, degne del personaggio in questione. La pianeggiate Workingman's Blues II, che infilza inesorabile il cuore dell'ascoltatore se un cuore per la musica ce l'ha. Entra di diritto tra i classici del cantautore. Ain't Tolkin', che troneggia a fine album come una cattedrale nell'arido deserto della musica dei nostri "tempi moderni". È difficile ascoltare al giorno d'oggi musica come questa e Bob lo sa bene.

Infine, la migilore canzone dell'album: Nettie Moore. Pezzo bellissimo che si libra in volo grazie ad una delle più belle aperture melodiche del repertorio dylaniano.

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