Particolarmente incuriosito e affascinato dal brano Empire, ho inteso approfondire il discorso Bomb The Bass, al secolo Tim Simenon. Un eclettico confezionatore di ritmi elettronico-trance psichedelici, attivo dai lontani Eighties. Di più. Uno strampalato artefice di miscugli sonori a dir poco esaltanti, calderone di tutto un po'. Almeno, questo è ciò che, ad un primissimo incontro ravvicinato, è possibile estrapolare da "Clear", datato 1995, era delle grandi sperimentazioni underground in territorio mainstream (Chemical Brothers, The Prodigy...), dei riflussi clubbeschi-elettronici d'oltreoceano e non solo.

Con quest'album, Bomb The Bass plasma da buon demiurgo un'autentico mix di sonorità alternative aventi come comune denominatore synth e bassi elettronici variabilmente grevi e distesi; un contraltare irripetibile di trip-hop, lounge, ambient con un particolarissimo riguardo verso i sounds etnico-tribali, notevoli comprimari del disco in questione. Ed è la presenza di svariate, molteplici qualità sonore ad affievolire, sebbene in giusta misura, quella "pesantezza" tipica delle aberrazioni elettro-trance di matrice underground.

La traccia di apertura Bug Powder Dust sposa con abilità un bizzarro sound elettronico-trance flirtante il rock insieme al classico Hip-Hop tipicamente Nineties, One To One Religion introduce eterogenei synth e semi-assordanti bassi in direzione ambient-lounge, If You Reach The Border aggiunge al pacchetto elettronico qualche sprazzo di trip hop/freestyle, mentre Dark Heart si contraddistingue per una psichedelica/trance rockeggiante, molto vicina all'oscurità umorale del dirimpettaio Ultra, made in Depeche Mode (lavoro in studio prodotto, difatti, da Simenon).

Con la seconda tranche di brani, il disco presenta, finalmente, i sounds ambient-tribali sopra citati: la misteriosa 5ml. Barrel rappresenta un autentico sodalizio della meglio sperimentazione, si miscelano difatti trance, lounge, ambient e synth in fase di costante e onnipervasiva iperbolizzazione; è, tuttavia, con Somewhere che gli intenti artistico-sperimentali osano maggiormente, gli stessi che forgiano una traccia totally unspoken, estremamente ricca di sonorità naturali/ambient da relax forzatamente distribuite sopra una base elettro-trance, il tutto evolutosi in un beat etnico-tribale futuristico. Romantico lounge di ispirazione '80 riservato, viceversa, a Sandcastles.

La perla Empire (con il prestigiosissimo featuring di Sinèad O'Connor e Benjamin Zephaniah), magnifica creazione tribale/trance, il magnum opus dell'album tutto, conclude un lavoro compatto, ricco ed eloquente, perfetta rappresentazione di ciò che gli ultimi anni dello scorso secolo erano in grado di garantire ed offrire (musicalmente) all'ascoltatore sempre più ingordo e incontentabile.

Bug Powder Dust (with Justin Warfield )

Sleepyhead (with Bim Sherman)

One To One Religion (with Carlton)

Dark Heart (with Spikey T)

If You Reach The Border (with Leslie Weiner)

Brain Dead (with Justin Warfield)

5ml Barrel (with Will Self)

Somewhere

Sandcastles (with Bernard Fowler)

Tidal Wave (with River)

Empire (with Benjamin Zephaniah & Sinéad O'Connor)

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