'Clear' di Bomb The Bass esce nel '95 dopo che il titolare della sigla Tim Sheffield ha perturbato l'etere inglese per mezzo lustro con il meglio della house violenta e rivoluzionaria.
'Clear' è il disco con cui Bomb The Bass si apre alla musica più fruibile ed ad un approccio meno intransigente.

L’iniziale Bug Power Dust sembra un remix dei Red Hot Chili Peppers più gagliardi ad opera dei Prodigy. Sleepyhead e One To Religion cavalcano un’onda rimbalzosa ed esotica nel mare del trip-hop. Una perla del disco e forse la più bella è Black Heart: come i Depeche Mode più mitteleuropei in session con la mostruosa sezione ritmica giamaicana di Sly & Robbie che prima tinge tutto di dub e poi lo trasforma in una fuga raggamuffin... Dio come mi emoziona mi trascina questo pezzo!

Altra perla è invece Braindead che è un meraviglioso trip esotico ha un mood che quasi riesco a capire, è troppo sexy e sballata contemporaneamente, è una nebbia rossa di fumo che ti avvolge... Altri pezzi del disco sono meno belli anzi suonano proprio come riempitivi un po' banali e troppo vicini alla chill-out becera da boutique costruiti in serie insieme ad altri mille stereotipi ritmica-elettronica-suadente-suoni-levigati-e-voce-recitante-cadenzata. Per tornare ad appassionarsi bisogna arrivare a fine disco con l'adorabile funkettino di Sandcastles e le suggestioni etniche di una Empire (meravigliosa Sinead O'Connor alla voce, dimostrando ancora una volta come sia nata per cantare su suggestive basi elettroniche) che anticipa di dieci anni i Wax Poetic.

Tutto sommato un bel disco, non un caposaldo del genere, purtroppo dimostra qualche incertezza e a dieci anni dall'uscita suona un po' datato poco visionario ed innovativo a differenza di un capolavoro coevo quale per esempio 'Leftism'.

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