I "Bongwater" sono stati una delle più bizzarre realtà dell'underground americano.

La formazione nasce dall'unione di due singolari personaggi ovverosia l'eclettico Mark Kramer il cui vero nome è Stephen Michael Bonner (ehm, mio coetaneo), fondatore dell'etichetta indipendente e aggregatrice di talenti fuori dalle righe, la"Shimmy Disc", e la cantante nonchè attrice Ann Magnuson (di due anni più anziana) figlia di una giornalista e di un avvocato, la quale dopo la laurea nel '78 va a New York dove fa la DJ esibendosi in vari spettacoli, oltre che a cantare in un gruppo musicale di sole donne, le "Pulsallama", trova il tempo per gestire anche il "Club 57" (frequentato anche dal mitico Keith Haring), recitò in parecchie pellicole tra cui "Cercasi Susan Disperatamente" e "Miriam si Sveglia a Mezzanotte", insomma è un'artista sui generis che dal cinema al rock underground ha saputo destreggiarsi disinvoltamente e con successo.

Lo stile dei "Bongwater" è stato definito come psichedelico (denominazione alquanto riduttiva).

Il termine psichedelia abbraccia ormai un campo vastissimo oramai e se negli anni '60 si poteva identificare come un certo tipo di musica da ben definite carattetistiche, con il passare degli anni è diventato un calderone talmente ampio da comprende band e gruppi disparati e diversissimi fra loro, cosicchè i suoi confini son divenuti sempre più sfuggenti ed indefiniti, fino a confondersi e collimare con altri generi che vanno dal post rock alla techno music, per capirci psichedelici erano già negli anni '90 tanto i “Labradford” o i “Neutral Milk Hotel” quanto gli “Orbital” o i “Chemical Brothers”, indi si per cui il sound dei “Bongwater” rimane un ibrido comprendente folk deviato, astrattismo realista, dadaismo arty (tutte definizioni trovate nel web) e dulcis in fundo psichedelia,.

Se intendiamo parlare di psichedelia in senso stretto, la figura di Mark Kramer è quella che ne incarna appieno il concetto: lo si può definire un erede della cultura flower power che ha sviluppato un suo talento definibile ehm, outsider rinascimental musicale, nel senso che la sua particolare bravura è tale che riesce a stravolgere e cimentarsi con vari generi musicali con un approccio simile agli artisti universali del rinascimento che sapevano operare in più discipline artistiche.

La Magnuson si ritrova ad avere una voce molto simile ad un contralto ed è un probabile miscuglio fra Grace Slick, Nico & Laurie Anderson ed è stata una performer di pièce dadaiste assai stravaganti (tra l'altro si narra che fosse pure una ehm, gran fumatrice d'erba).

Insomma la musica dei “Bongwater” si avvicina tanto ai mondi di zio Frank e di Captain Beefheart quanto alla psichedelia dei “Jefferson Airplane” e senza troppi stravolgimenti, coniuga generi popolari come il folk e il grezzo rock lo-fi creando forse un nuovo genere.

"Power of Pussy” è un titolo piuttosto esplicativo, ed è il loro album in studio ( se si considera l'ellepì esordiente), dopo il album stravagante, questo è più che altro un trattato sul sesso con le sue implicazioni sociali, ed è dominato dal carisma della Magnuson che proviene dal cinema e dal teatro dadaista-surrealista, è tutta una trasposizione grottesca dell'alienazione claustrofobica e dell'individuo e delle assurde convenzioni sociali.

Le tracce hanno caratteristiche proprie ma nell'insieme questo album sembra un meticcio tra i “Jefferson Airplane” e “Frank Zappa” come si accennava già sopra.

En passant ecco una mini analisi per ogni singolo brano (ovverosia il tanto amatodiato track by track), abbiate pazienza ehm, son solo diciassette tracce ma non prendetele proprio alla lettera:

Nell'aprente The Power of Pussysentiamo una modulata voce femminile, poi un sibilo in lo-fi elettronico, dopodichè inizia un power-pop dai toni psichedelici e percepiamo subito l'atteggiamento farsesco ed ironico nel trattare i contenuti dell'album, in questo caso un'apologia della fig... ehm, pussy e del suo potere.

In Great Radiotroviamo un messaggio trasmesso nell'etere per un solenne e cosmico rock psichedelico, nel quale la Magnuson si avvicina a Nico, mentre una chitarra lancia urla acide e stridenti.

What Is? é un brano dai toni surreali con un giro di basso in sottofondo che accompagna un canto femminile.

Kisses Sweater The Wineè la cover di un vecchio pezzo folk dei “Weavers” qui riproposto con una melodia morbidamente lisergica tra accordi di banjo alla Pete Seeger ed un cantato in stile folk inglese alla “Pentangle”.

InChicken Pussy la Magnuson recita sopra byrdsiane note di una chitarra ehm, lisergica.

White Rental Car Bluesè un trip sospeso come un volo fra le nuvole e voci femminili.

Nick Cave Dollsè la satira sul pessimismo cosmico caveano. inizia con i suoni di tastiere telefoniche e vocalizzi a metà strada fra il tragicomico ed il farsesco, dopodichè parte un duro psychedelic rock alla “Birthday Party” sopra un recitato femminile intriso di angoscia esistenziale.

Bedazzledè un'altra cover (stavolta di Dudley Moore) con una specie di flauto orientaleggiante che apre il brano, che si svolge tra un coro e delle tastiere ipnotiche in una melodia pop.

InObscene & Pornographic Artascoltiamo sospiri erotici ed orgasmici, su di una scarna base di drum & bass che vira su un rock demenziale ed ossessivo.

In Connie altre voci femminili per una heavy-psych-track ad alta gradazione lisergica.

What Kind of Man Reads Playboy? è la terza cover (attinta dal grandissimo album “Bewitched” di Robert Fripp ed Andy Summers ehm, praticamente l'han rovinata) potrebbe essere una improbabile soundtrack semierotica per un b-movie con un loop chitarristico lisergico.

I Need a New Tapeson novantanove secondi alla diciamo “Jefferson Airplane” in una ehm, estasi orgasmicomusicale.

Woman Tied up in Knotsè come uno shock punk lo-fi.

Juniorè un acid-rock con voci femminili in goduria catalettica.

Mystery Holeè un psychobilly teatrale con voci femminili.

Time is Coming è un tribal-lisergico pop con vocalizi che paion alieni.

Folk Songdura 9 minuti e mezzo, e chiude l'album iniziando con una voce country alla Emmylou Harris dove il tono si fa via via più angosciato, comeun madrigale folk lisergico e vi è anche un campionamento di sottofondo da “Roundabout” degli Yes (protagonisti del progrsessive inglese), un pezzo di pura follia lisergica, che pare cantato da una Emmylou Harris ibridata a Grace Slick, un vero capolavoro cucito in psycho-folk.

Cosa aggiungere se non la formazione, oltre al duo sopra citato, Mark Kramer & Ann Magnuson alle voci, ci stanno David Licht alla batteria e percussioni, David Matthew Rick alla chitarra e Peter Stampfel al banjo.

Dulcis in fundo al disco seguirà un tour in Europa, dove venne coinvolto il chitarrista "Dogbowl" al secolo Stephen Tunney, e niente...

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