Anno 1994, Norvegia. Senso di solitudine, disperazione, nichilismo, alienazione, visioni drammatiche, notturne, etere, malvagie.
Questo è il terzo album di Burzum, formato da 4 Tracce molto lunghe, un disco black metal ambient, rare le parti vocali se si possono chiamare cosi, la chitarra distorta è accompagnata da un basso e da una tastiera.
E' incredibile come con soli 3 strumenti si possano creare capolavori, considerato da critica e fans una delle pietre miliare del black metal, "Hvis lyset tar oss" è un disco notturno da ascoltare in solitudine.
Non sto qua a spiegare traccia per traccia perchè non ne vale la pena, considero la musica molto soggettiva cio che provo ascoltando questo disco l'ho gia descritta prima, consiglio vivamente questa opera a tutti gli amanti di sonorità e estreme e non.
Elenco tracce testi e video
01 Det som en gang var (14:21)
Imellom buskene vi stirret
På de som minnet om andre tider
Og fortalte at håpet var borte
For alltid...
Vi hørte alvesang og vann
Som sildret
Det som en gang var er nu borte
Alt blodet...
All lengsel og sorg som hersket
Og de følelser som kunne røres
Er vekk...
For alltid...
Vi døde ikke...
Vi har aldri levd
02 Hvis lyset tar oss (08:04)
En åpning i skogen
Hvor solen skinner
Hindret av trærne fanges vi
I denne guds åpning
Det brenner, det svir
Når lyset slikker vårt kjøtt
Opp mot skyene en røyk
En sky av våres form
Fanget av begravelsen
Pines vi av guds godhet
Ingen flammer, intet hat
De hadde rett, vi kom til
Helvete
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Altre recensioni
Di Nero Befehl
Il progetto musicale di Vikernes tocca altissime vette, coniugando poesia e sonorità raggelanti.
L'atmosfera glaciale evoca oniriche visioni di anime dannate, spettri inquieti e perdute divinità.
Di Stjerne
La voce è la peculiarità di Burzum! Quelle urla così sofferenti, così malate, talmente mostruose da far pensare ad una tortura in corso.
Quando mi chiedono il mio parere su Burzum l’ultima cosa che mi salta in testa è che si tratta di un criminale. Per me è solamente un grande artista con una vita un po’ movimentata alle spalle.
Di mirkopianta
Una gelida e ripetitiva chitarra squarcia il silenzio annichilendo immantinente la dimensione del mondo reale.
Veramente un capolavoro, che ancora oggi ha moltissimo da dire.