[Allora: l'autore del disco qui recensito ha espresso ed esprime posizioni politiche e ha commesso (e istiga altri a commettere) azioni che a DeBaser ripugnano. In fin dei conti, però, si parla di musica: quindi pubblichiamo comunque la recensione. /DeBaser]

Raramente gli album del Conte hanno deliziato ed incantato una platea superiore alle poche migliaia di persone (a voler essere ottimisti), ma per quanto riguarda questo oscuro, malato, introspettivo Hvis Lyset Tar Oss possiamo dire che la voce del vero Black ha finalmente cominciato a farsi sentire: un vero capolavoro, sotto ogni punto di vista, quasi una specie di rinascita (se così si può definire, dato l'anno a cui risale il cd), o per lo meno uno sconvolgimento dell'allora già vasto e fiorente panorama Black, quasi unicamente di provenienza norvegese, ma purtroppo già infestato da pessimi surrogati anglosassoni privi di impatto... Tutti probabilmente capiranno a cosa mi riferisco, per cui non indugio oltre!

Tornando al capolavoro del Conte Grishnack, possiamo senza dubbio definirlo uno degli album fondamento dell'intera scena metal, naturalmente ristretta solamente al sopraccitato genere. Si parte con una lunga, ossessionante, ripetitiva Det Som En Gang Var, incredibile ed affascinante trasposizione del dolore dell'esistenza in note magistralmente assemblate, in modo da avere come prodotto finale un vero e proprio viaggio intimista, all'interno del disagio dell'autore. Molti si stupiscono di come un cantante del genere, con una voce del genere e molte altre cose in un certo senso "anormali" e spaventose (compresa la storia alle sue spalle) possa ricevere consensi ed essere giudicato come un genio, ma è presto detto: la voce è la peculiarità di Burzum! Quelle urla così sofferenti, così malate, talmente mostruose da far pensare ad una tortura in corso (chi conosce i nostrani Abruptum sa a cosa mi riferisco) contribuiscono unicamente a rendere il prodotto finale ancora più coinvolgente, ancora più carico emotivamente e concettualmente, a donargli quell'impatto sugli ascoltatori, proprio quell'impatto che alla fine di un brano ti lascia a bocca aperta, incerto se si tratti di un malato mentale scappato dal manicomio o una persona dotata di enorme talento e capace di esternare le proprie emozioni in un modo così incredibile e... toccante.
Io opterei per entrambe le soluzioni, ma questo solamente se mi toccasse di giudicare la sua personalità: quando mi chiedono il mio parere su Burzum l'ultima cosa che mi salta in testa di dire è che si tratta di un criminale. Per me è solamente un grande artista con una vita un po' movimentata alle spalle, capace di coinvolgere chi lo ascolta in un'empatia involontaria e quasi ad una vera e propria riverenza. Il punto è che se a me interessasse la vita di Burzum andrei a scovarmi qualche sua biografia invece di comperare la sua discografia: siamo nel mondo della musica o della psicologia? Da quando un cantante va considerato per la sua vita e non per la sua musica?
Colgo l'occasione per esortare gente del calibro di Asylum a non giudicare il Conte per i casini che ha combinato nella sua vita, ma ad ascoltare (naturalmente non ad apprezzare... non pretendo che una persona così superficiale sappia cogliere la profondità di un'opera del genere) un brano dimenticandosi per qualche minuto che "quest'uomo ha ucciso un altro uomo" e cose del genere...
Un altro punto su cui penso sia conveniente soffermarsi è la questione MayheM: ma dove sta scritto che io non posso essere fan sia di Burzum che dei MayehM solamente per le vicende personali che si sono intrecciate tra i componenti? Non penso c'entri assolutamente qualcosa... Io posso benissimo possedere Pure Fucking Armageddon dei MayheM e Filosofem di Burzum ed apprezzarli in egual modo, non capisco dove sia il problema. Forse si tratta di una specie di voto, del tipo "Burzum ha ucciso Euronymous e io non lo ascolto per principio": a queste persone potrei rispondere solamente con una risata di tutto gusto. Qui il solito problema che si ripresenta è la superficialità: guardiamo al prodotto del cantante e non alla sua vita! Saranno pure affari suoi...
A me sinceramente non interessa molto se gli album di Burzum siano tutti stati registrati in carcere o meno, bensì pongo molta più attenzione a valutare gli album dal punto di vista musicale. Cosa che al giorno d'oggi nel mondo del black si puà quasi considerare un'utopia, specie per quanto riguarda la discografia del Conte!

Proseguendo con le tracce ci troviamo di fronte ad una bellissima Hvis Lyset Tar Oss, coinvolgente, cupa e "strana", aggettivo che racchiude in sé molti altri significati non esprimibili a parole: davvero superba! Qui siamo già a metà album, purtroppo: si prosegue con una Inn I Slottet Fra Droemmen, un nuovamente malato viaggio all'interno del castello del sogno.
A volte mi chiedo veramente cosa passi per la testa a questo grande ARTISTA (e sottolineo artista..) mentre scrive canzoni come quelle che compongono questa fantastica pietra miliare che è Hvis Lyset... Si conclude con una lenta, sofferente, per alcuni tratti malinconica (se mi è concesso usare un termine del genere in tale contesto) Tomhet, bellissima e coinvolgente esternazione della sensazione di vuoto permamente in ogni cosa ed in ogni persona.
E dopo l'ascolto di questo cd c'è ancora chi ha il coraggio di chiedersi come "un cantante del genere possa vendere dischi".... Mistero della fede!

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