Quanti di voi conoscono questo disco? O quanti di voi conoscono effettivamente questi Can? O ancora più genericamente quanti di voi hanno a che fare con il cosiddetto "Krautrock"? Tanti certo, sicuramente non pochi eletti ma tanti. Eppure ogni volta che si parla di grandi album, di quelli epocali capaci di dividere la storia della musica in prima e dopo, raramente vengono citati artisti del calibro di Faust, Neu!, Popol Vuh o gli stessi Can.
Prendiamo in questione questo "Tago Mago".
In copertina una figura di un cranio umano deformato dal vortice dei propri pensieri o chisà cosa e tutto ciò in arancione.
Copertina singolare, ma la musica è unica.
Sette tracce sette per ridefinire la musica.
Si passa dalle prime due tracce (Paperhouse e Mushrums) che sono quelle che più possono assomigliare al nostro concetto di "canzone" anche se sgangherate e dall' istinto free con spazio ad improvvisazioni, silenzi e rumori. Poi è la volta di Oh Yeah che inizia con l'esplosione di un ordigno nucleare e i successivi 9 minuti che sono l'alzarsi e lo svanirsi nel nulla del successivo fungo atomico, con Damo Suzuki che prima canta in inglese poi in giapponese.
Voto 7,5.
Ma la traccia numero 4 è Halleluwah. E' la prima delle 3 tracce lunghissime semiconclusive fatte da puri esperimenti e progressioni rumoristiche. Che trasformano un ottimo album in un capolavoro, in uno dei picchi massimi del rock. 18 minuti, un ritmo percussivo incredibile grazie ad un Jaki Liebezeit mai così ispirato (secondo il modesto parere del sottoscritto una delle più belle percussioni in tutta la storia del rock) e senza attimi di debolezze.
Poi si passa ad Aumgn: se nella traccia precedente c'era una ritmica o "logica" musicale, qui (e anche nella successiva) regna la pazzia. Follia pura dei Can. Esperimenti rumoristici come solo i migliori Velvet Underground di "Sister Ray" o di "European Son" sapevano fare, ma se loro suonavano dalle fogne di New York, qui si suona direttamente da Alcatraz (probabilmente è proprio da li che hanno pescato Damo!). Il tempo del culmine della pazzia, ovvero Peking O, in cui nella seconda parte del pezzo il nostro cantante (se si può definire semplicemente con questo termine) si abbandona in un delirio vocale che non ha senso, senza i classici schemi del testo e delle parole, e ci ritroviamo all'ultima traccia: una calma e tranquilla "Bring me coffea or tea" come quasi se loro volessere chiederci "che c'è? perchè avete quella faccia spaventata e sorpresa? era dopo tutto solo rock, nulla di nuovo".
E cosi finisce Tago Mago, un disco magnifico, tra i lavori più ispiranti e ispirati della storia insieme a White Light/White Heat dei Velvet o ai primi due dei Neu! o a quelli di Frank Zappa. Insomma in ognuna di queste sette tracce ci sono migliaia di spunti, idee, richiami e innovazioni.
E anche se riviste titolate come Rolling Stones non lo citeranno tra i dischi migliori del 900, sappiate voi tutti che questo è tra i primi 5.
Ascoltare per credere.
Voto 10.

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