"Il ragno sa bene che si va al podere con schede fimate da prede incollate alla tele,ci sa fare, la vespa gli concede l'alveare"

Bene, questa secondo il mio misero, commerciale parere è il manifesto di questo disco, il quarto in ordine cronologico, quello dopo il botto di "VERITA SUPPOSTE".

E' difficile odiare il signo Rezza Capa quando si entra, con una giusta predisposizione, nella sua musica. Musica: quello stesso contenitore ormai gigente che contiene tutti ammassati dentro e sembrano tutti un pò tristemente uguali, ma tutti seri e in fila e rigorosamente coerenti alle proprie leggi di mercato.

Il capa và oltre, spara a zero su tutti, ma sempre con ordine e senso e attraverso una scrittura apparentemente idiota.

"Apri gli occhi pupo, stai attento pupo, non temere l'uomo lupo, non temere l'uomo cupo, temi solo l'uomo astuto"

Intelligenza colante, occhi bene aperti su tutto, mettersi in gioco e far giocare il pensiero dell'ascoltatore, bella miscela di coraggio: "Già che sono un segno di terra ti lascio a terra con un segno"

Nei ben 19 pezzi che riempiono il suddetto album, il confine tra realtà felicemente triste e finzione è molto sottile, non sai se piangere o ridere.

Diciamo che come se TiGiri TiGiri e ti incula, proprio quando ti metti comodo come in un condor e stai muto, abbattuto, come un cane da tartufo che ha perduto fiuto.

Ma meglio depressi che stronzi, del tipo "Me ne fotto". Meglio guardare avanti e andare oltre, "farti un opinione o finirai come i fatti di metadone"

Avete capito qualcosa di ciò che ho detto?

Spero di no.

Neanche io c'ho capito nulla, ma non posso che dire di dedicare almeno un orecchio al Capa, soffermarsi un attimo ad ascoltare e magari nella confusione che ci circonda, tra Titoli mozzafiato di riviste inutili, tra Inni Verdani imposti come leggi sulla sicurezza c'è chi magari almeno una volta si mette Dalla Parte del Toro.

Ho scritto troppe cazzate è meglio se chiudo qui. 

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