Dopo tre anni di estenuante attesa, Caparezza decide che è ora di tornare sulle scene e da alle stampe "Il Sogno Eretico", quinto album del Molfettese, e, premessa doverosa, molto probabilmente il miglior lavoro da lui mai svolto.

Dopo la "nascita" di Caparezza con "?!" , la presa di posizione contro i luoghi comuni di "Verità Supposte", la morte e rinascita di "Habemus Capa" e il concept di "Le Dimensioni Del Mio Caos", il nostro decide di dedicare un disco agli eretici, a tutti quei personaggi che nelle loro vite hanno anteposto l'intelletto a qualsiasi forma di condizionamento, in particolar modo la fede.

Si parte con la prima sorpresa: in una delle due brevi intro, "Nessun Dorma", è la prodigiosa voce di Beniamino Gigli ad aprire il disco, mentre nella successiva "Tutti Dormano" è il Capa in un'atmosfera da piano bar ad introdurci la prima "vera" canzone del disco.

"Chi Se Ne Frega Della Musica" sembra un brano tratto da "Verità Supposte", e con la consueta ironia parla del mercato discografico italiano, dove in cima elle classifiche ci sono i prodotti dei talent show, e dove l'ipocrisia e le facili emozioni davanti alle telecamere hanno più successo di chi cerca il contenuto e la qualità.

Nella successiva "Il Dito Medio Di Galileo", il genio illuminato del primo eretico di cui si parla nel disco viene preso ad esempio per invitare "la pletora di uomini pecora" a risvegliarsi, ad inseguire sempre la verità. E chi ci dice che al giorno d'oggi Galileo non sarebbe alla testa di un corteo protestando con il suo dito medio?

"Sono Il Tuo Sogno Eretico" è uno dei picchi più alti del disco: in questa canzone, con sonorità di stampo medievale Caparezza dedica una strofa ciascuno a Giovanna D'arco, Savonarola e Giordano Bruno, prima di lasciare il posto ad una nuova puntata di "Chi vuol essere lasciato in pace".

"Cose Che Non Capisco" infatti è una delle canzoni più originali, dove Capa si sveste e torna Michele Salvemini, per parlare appunto di cose che non riesce a spiegarsi e alle quali viene dato poco risalto. Classica canzone nella quale ci sono molti quotes interessanti, la forma quiz datagli è la carta vincente di questo pezzo.

"Goodbye Malinconia" riprende temi cari al Capa, e avvalendosi della collaborazione di Tony Hadley, icona degli anni 80, descrive lo stato di salute pessimo del nostro paese, qui rinominato appunto "Malinconia". La canzone non a caso ha sonorità molto eighties e realizza il sogno dell'autore di poter realizzare un pezzo con forti influenze di quel periodo, senza rinunciare però alla denuncia sociale. Molto incisivo il contributo dell'ex Spandau Ballet.

"La Marchetta Di Popolino" è una canzone dall'atmosfera scanzonata, che tramite delle geniali allegorie con i personaggi Disney parla della gente comune, che tanto si scandalizza dei vizi dei potenti ma poi cerca in tutti i modi di condurre uno stile di vita simile, dimostrando così che la coerenza è di pochi.

La seconda metà del disco parte con "La Fine Di Gaia" con una base che ricorda molto i "The Killers" di "Somebody Told Me", e prende in giro tutti coloro che parlano attraverso i media della fine del mondo, usando spesso degli espedienti molto discutibili senza alcun fondamento o prova concreta.

Alla fine del pezzo a casa Salvemini suona il citofono, Capa molto stizzito va a rispondere e parte "House Credibility", pezzo divertente che parla di quanto possa essere rischiosa e pericolosa la vita domestica. 

Finalmente Capa scopre chi è che insistentemente suonava al citofono: un amico lo invita ad andare al cinema ed è l'introduzione perfetta a "Kevin Spacey", che verrà ricordata negli anni a seguire come il più grande spoiler mai apparso su disco, dal momento che la canzone rivela tutti i finali di film molto conosciuti, tanto che lo stesso autore ad inizio canzone dice che dovrà essere odiato per questo pezzo.

Con "Legalize The Premier" scopriamo una nuova faccia di Caparezza: anche grazie ad Alborosie, nome noto della scena reggae nostrana, il riccioluto rapper parla in maniera molto ironica del primo ministro italiano senza mai citarlo direttamente, e facendo passare il messaggio che un giorno la sua era potrà anche finire, ma lui avrà ormai sparso il suo seme e ci saranno quindi tanti suoi eredi pronti a prendere il suo posto. Uno dei lavori più originali senza dubbio.

"Messa In Moto" spiazzerà sicuramente gli ascoltatori perchè parte con un potente riff di chitarra, e parla di Dio, idealizzato dall'autore non come è descritto nell'immaginario collettivo ma nelle vesti appunto di una rockstar. Ricorda molto da vicino "Gli Arbitri Ti Picchiano", canzone che ha visto la collaborazione di Caparezza e Pino Scotto.

Con "Non Siete Stato Voi" Caparezza raggiunge l'apice del disco, e molto probabilmente della sua carriera, e credetemi, non è un'esagerazione. Il pezzo è un'invettiva contro gli uomini di Stato che non hanno rispetto per le istituzioni, per le regole e che hanno perso qualsiasi forma di morale. E' un brano figlio del teatro canzone di Gaber (ascoltate "Io Se Fossi Dio" se non ci credete), e per sottolineare la drammaticità delle parole per una volta non viene cantata con la caratteristica voce distorta.

Il penultimo brano è "La Ghigliottina", altro grandissimo pezzo, musicalmente vicino ai Muse di "Uprising" (si sembra strano ma è vero), è un pezzo che parla di rivoluzione, infatti Capa chiede l'aiuto di Danton per spronare tutti quanti a reagire alla pessima situazione che viviamo ma non in maniera violenta, bensì armandoci di casse e facendo festa. Sarà un concetto utopico ma perchè non provarci?

Il disco si conclude con "Ti Sorrido Mentre Affogo", che piacerebbe tanto ai System Of A Down per la struttura che ha, con un testo paradossale, divertente, pieno di giochi di parole, che mostra tutta la vivacità dell'intelletto di questo grandissimo artista.

In conclusione: i fan della prima ora come me apprezzeranno moltissimo questo lavoro, curato, ben prodotto e dalla varietà musicale impressionante (da sempre marchio di fabbrica del nostro). Chi invece vuole avvicinarsi a lui per la prima volta non potrà che farlo nel modo migliore, con 16 tracce di pura eresia che ci possono fare riflettere senza per questo doverci deprimere, anzi, sempre col sorriso (qualche volta amaro) che Caparezza è in grado di strapparci. 

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