Gli artisti italiani del calibro di Caparezza sono pochissimi. Eppure quando comincia, aspettarsi la sua enorme ascesa non è scontato.
Sarà un eroe: portavoce contemporaneamente del buon senso, di ideali di sinistra ma non della sinistra, di sé stesso.
Perché con questo primo disco non è ancora il Caparezza che conosciamo e, diciamocelo, è ben inferiore al grande Caparezza che conosciamo. Eppure, se tanti sono affezionati magari non a tutto "?!" ma quantomeno a qualche brano, un motivo c'è, ed è appunto questo: Caparezza è diverso. Si sa, il rapper non rinnegherà mai sé stesso (quantomeno da dopo il cambio di pseudonimo), ma ovviamente è cambiato molto, un po' come è lecito dire che si preferiscono i primi Bathory a quelli più tardi o i dischi degli Articolo 31 invece di quelli solisti di J-Ax.
L'intro non indimenticabile apre la strada a "Mea Culpa", ritornello contorto e ben congegnato. Zeppa di citazioni culturali "Tutto ciò che c'è", non eccelsa sul piano musicale ma gradevole. D'altra pasta la bellissima "Mammamiamammà", architettata perfettamente in termini melodici e con un testo spinoso con cui il Nostro si scaglia contro le "mamme moderne". "La gente originale" arringa contro modaioli, sinistroidi, finti intellettuali etc con un piglio invidiabile, per poi lasciare spazio alle buone "Il conflitto" e "Fuck the Violenza". Non eccelsa "Ti clonerò" mentre si torna su livelli alti con "La vitta sassaiola dell'ingiuria" (con tanto di campionamento rubato al sommo Branduardi) e soprattutto con la strepitosa "Chi c*zzo me lo", brano a cui sono affezionatissimo, tra i primi che ascoltai di Caparezza. Con una linea di basso di grande efficiacia e un testo cattivo e acido, il brano ha un'impostazione lontana dalle contaminazioni rock/metal che renderanno famoso il rapper (e che già in questo disco sono presenti). Si abbassa tuttavia il tiro con "Mi è impossibile" ma si chiude in maniera solida e senza scossoni con una buona tripletta finale.
Musicalmente il disco non è certo un capolavoro, anzi: consiglio vivamente di inframezzare l'ascolto con qualche brano di altri dischi altrimenti sarà facile perdere un po' l'interesse. Caparezza deve ancora migliorare nell'impostazione canore (evidente in più di un punto il rumoroso "riprendere fiato") e negli intrecci melodici (nonostante alcune chicche come appunto "Mammamiamammà") ma l'opera è lontanissima dall'essere mediocre. Perché è sempre Capa. E i suoi giochi di parole saranno sempre geniali. E gli strumentisti di cui si circonda non sono Ciccio il puzzone rockettaro o Frank il ciccione piadinaro. Quindi in questa prima opera si vede, la classe non è acqua.
Sin dalla prima traccia il molfettese taglia i ponti col suo passato. Penso quindi che il punto forte di questo disco siano i testi: successivamente, complice l'impiego di strutture più rock e quindi di una metrica di più ampio repsiro, sacrificherà quei versi con migliaia di parole al secondo e allitterazioni, doppi sensi o metafore a non finire. I testi qua sono zeppi, a volte ci sono molte strofe, ci sono perle di doppi sensi ("Che a fare stragi siamo tutti Capaci" da "Fuck the violenza") o grevi cariche a testa bassa ("Morte a palate, se vi piace la morte... perché non v'ammazate?!" da "Chi c*zzo me lo"). Caparezza, cambierà, migliorerà, maturerà, in tutto. Ma la cattiveria di questo primo disco non la recupererà più. Voto: 80/100.
Elenco tracce e testi
03 Tutto ciò che c'è (02:53)
Tutto ciò che c'é c'é già. (embe)
Tutto ciò che c'é c'é già.
Tutto ciò che c'é c'é già.
Allora nei miei pezzi che si fa? (boh)
Tutto ciò che c'é c'é già.
Allora nei miei pezzi che si fa? (eh!)
Vorrei che i pidocchi abitassero la testa di Branduardi,
giocare a Tomb Raider insieme a Finardi,
uscire solo con la Cinquetti e tornare tardi,
vorrei sapere la mia lingua meno di Biscardi,
criticare sgorbi disegnati da Sgarbi,
mettere peli sotto le ascelle di Barbie,
sapere che Wilma se la fa con Barnie,
che di nascosto Red Ronnie s'abbuffa di carni,
fermi,
vorrei accendere la radio
e sintonizzarmi su Jannacci che ammette che é astemio,
vorrei stare al Music Awards, vincere un premio,
Micheal Jackson dice "Capa sei un genio",
vorrei che il mitico Leonardo Di Caprio
facesse film solo quando Vasco é sobrio,
io vorrei che i Backstreet Boys fossero gay,
che le teenager amassero Casadei.
Tutto ciò che c'é c'é già.
Allora nei miei pezzi che si fa?
Renderò possibile l'impossibile
fino a rendere possibile la realtà.
Vorrei che Naomi Campbell senza bikini
facesse il filo a Ceccherini,
che invece vuole fuggire con la Nannini
nella discoteca dove spingono Masini,
Cristina D'Avena faccia dodici bambini
che fanno cacca che si attacca ai pannolini,
poi la vedi al bar che ci dà col Martini,
s'ingozza con gli alcolici,
duetta con i Prodigy,
vorrei alzare calici come un prete perfetto,
Marilyn Manson mi farà da chierichetto,
vorrei che la Marini fosse senza culetto,
che mi mostrasse il suo Do di petto,
aspetto che nasca Capa Rezza junior,
Martufello? Il massimo dello humor,
Shaquille O'Neale che fa l'amore in Mini Minor,
Casadei, dove sei?
I want you freedom!
Tutto ciò che c'é c'é già.
Allora nei miei pezzi che si fa?
Renderò possibile l'impossibile
fino a rendere possibile la realtà.
Carico i commenti... con calma
Altre recensioni
Di stargazer
“Vorrei che i pidocchi abitassero la testa di Branduardi, giocare a Tomb Raider insieme a Finardi...”
“Troppo posato per la sinistra, troppo alternativo per la destra, non mi resta che rassegnarmi a stare in mezzo...”
Di federicolaurent
"Il disco è una grande denuncia nei confronti dell'Italia con brani un po' rap e un po' rock."
"Un Caparezza molto diverso da quello che siamo abituati a sentire, ironico ed intelligente."