Oggi sono uno dei più famosi team di produzione (si ricordi la Flyte Time Productions), nel 1984 un po' meno. Sto parlando di Jimmy Jam e Terry Lewis, due grandi musicisti dal fiuto ineccepibile, sempre vestiti di nero (neanche fossero i Blues Brothers) e con un certo carisma. Furono loro a scoprire Janet Jackson nel 1986, a co-creare il sound "New Jack Swing" dei primi anni novanta, furono loro i veri autori di "Crash", l'ultimo bell'album degli Human League e sempre loro risuscitarono dalle ceneri la "SOS band".
Il loro sound industriale ma raffinato è ancora oggi un marchio di fabbrica inconfondibile. Ha ispirato una generazione di musicisti, ha riscritto le regole del pop, ha dato i natali a quel genere oggi tanto di moda, il "modern R&B" alla Macy Gray, Janet Jackson, Rihanna, Michael Jackson e tanti altri dello stesso filone. Cominciarono a farsi sentire per radio nei primi anni ottanta, quando si misero in proprio. Uno dei loro primi lavori è proprio questo disco, "Change of heart", il quinto e penultimo album di una studio-band di origine Italiana, i Change, capitanata dal produttore Jacques Fred Petrus che ne aveva fatto negli anni il suo prodotto di punta. Ebbene la Little Macho, etichetta musicale di Petrus, ultimamente non andava affatto bene. Complice della crisi economica (e di idee) era stato l'improvviso mutamento del sound che il pop subì nei primi anni ottanta, l'uso non proprio parsimonioso di alcune risorse economiche, scarsa attenzione al mercato e sopratutto mancanza di un sound nuovo. Due delle figure di spicco dei Change, il bassista Davide Romani e il compositore Mauro Malavasi (quelli che formarono il sound "Chic inspired") erano usciti dal team e la macchina iniziò a collassare. Dopo un anno da incubo Petrus cercò di giocarsi le uniche poche carte che aveva tutte sui Change lasciando perdere le altre band (l'etichetta aveva diversi complessi a contratto), rivolgendosi a un team emergente e con un sound nuovo, Terry Lewis e Jimmy Jam per l'appunto.
Il risultato fu "Change of heart", un album totalmente nuovo, con un sound fresco e moderno (che ancora oggi non sfigura) che riportò in auge (seppur per breve tempo) la band orgoglio del R&B nostrano. Il budget estremamente basso e la carenza di musicisti non scoraggiò la riuscita dell'album. La storica voce maschile di James Robinson (che fu anche del compianto Luther Vandross nel primo album) venne sostituita con quella di Rick Brennan e alla voce femminile rimase la già ben collaudata Deborah Cooper. Per la prima volta inoltre (del resto erano gli anni ottanta) la parte ritmica veniva eseguita tramite la drum machine (più precisamente la storica Roland TR-808, che rese inconfondibile il sound Jam/Lewis) e si abbandonavano le "vecchie" orchestre d'archi, sostituite dai più moderni sintetizzatori Yamaha DX-7 (altro mito degli anni ottanta, il primo synth a supportare il protocollo MIDI e co-fautore del sound Jam/Lewis, che ispirò anche la band "ABC") dei quali l'album è infarcito. La linea di basso è eseguita dal dotato Timmy Allen (ex membro dei Kinx Fox e autore del lato B), compare per l'ultima volta al piano Jeff Bova, oggi produttore di successo, alla chitarra rimase Michael Campbell, al sax Vincent Henry.

Il disco fu dato alle stampe e distribuito in tutto il mondo nella primavera 1984. La title track raggiunse presto la posizione #7 nella classifica R&B di Billboard e venne eseguita al Festivalbar di quell'anno. Il successo riportò in auge la band e risollevò (purtroppo non del tutto) le finanze dell'etichetta di Petrus (che sfornerà dischi per un altro anno ancora, prima di essere assassinato) . Fu rilasciato come singolo inoltre l'ultima traccia "It burns me up", brano funk dal sapore moderno e sensuale. Il lato A comincia con la romantica "Say you love me again" per poi passare subito a "Change of heart", vero tormentone del disco, sette minuti di puro ritmo. Poi si passa alla atmosferica "Warm" e alla briosa in sei ottavi "True love". Il lato B comincia con un altro hit del disco, "You are my melody", che fece un discreto successo in Inghilterra. Poi le tre tracce di Timmy Allen, il bassista: la decisa "Lovely lady", la energica e rock oriented "Go my eyes on you" e l'ultima e grandiosa traccia, la già menzionata "It burns me up". Quaranta minuti di album passano via veloci e riescono a entrarti nella testa. Questa purtroppo non è la proprietà di ogni album musicale, ma "Change of heart" riesce nell'intento, emergendo come esempio di album di qualità e dotato di stile.
Sarà una delle ultima glorie Italiane nel campo del R&B internazionale. Queste otto traccie perfette sarebbe un peccato non ripescarle al giorno d'oggi, che fatichiamo così tanto a trovare musica decente in giro.

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