Non parlerò del film in sé che ne potete trovare di che leggere dappertutto e poi già ci ha pensato degnamente l’amico Joe con la sua ottima e spaziante recensione del 10 febbraio nel tardo pomeriggio proprio qui sul DeB.

Piuttosto mi concentrerò marginalmente su altro, tipo gli attori, la produzione, la colonna sonora, l’incasso al botteghino eccetera e per farlo setaccerò ovviamente alcune fonti webbiche che altrimenti non saprei come cazzo fare, ça va sans dir!

Okay, cercherò di esse breve com’è solitamente mia abitudine checchè…

Partiamo da “last but not least” (ultimo ma non meno importante nel cast) Wayne Duvall mio coetaneo nonché cugino del più famoso (almeno qui in Italy) Robert Selden Duvall, dedicatosi al cinema dal ’93 con alsuo attivo 18 film per il cinema e 4 partecipazioni singole a delle serie tv, ultimamente fa l’opinionista sempre in tv, dove s’è cimentato pure come comico anche in teatro, insomma un tipo che si da giustamente da fare (mica come me che me ne sto qui al Ministero a scavare tra le pratiche che arrivano ormai al soffitto bello alto dell’ufficio con gran disappunto non celato dal capufficio ma tant’è) e qui interpreta per 2 o 3 minuti l’addetto alla macchina della verità chiamata nel fim poligrafo (chi l’avrebbe mai detto che si chiamasse proprio così…?) io no di sicuro ma tant’è.

Poi ci sta Nina Arianda Matijcio che chicazzoè? (Vi domanderete lambiccandoVi il cervello giustamente Voi), beh, non ci crederete ma io già la conoscevo avendo visto proprio l’altro ieri il film del 2018 (lupus in fabula) “Stanlio & Oliio” tratto dal libroLaurel & Hardy - The British Tours dove Lei interpretava con competenza la Sig.ra Ida Kitaeva Laurel, e con questo di Eastwood è già al suo 11° film.

Indi ci recita pure quella straficherrima di Olivia Jane Cockburn che chicazzoè? (Vi domanderete lambiccandoVi per la seconda volta il cervello giustamente Voi), beh, stavolta me lo lambicco pur’io, no niente, Lei qui interpreta alla grande una giornalista d’assalto che si scoperebbe pure il diavolo pur di battere ehm, cioè di scrivere qualche riga in prima pagina, alla grande anche perché è figlia d’arte nel senso che i suoi genitori sono entrambi due famosi giornalisti made in IUESEI per cui se il sangue non è acqua non mente o qualcosa del genere, adesso non per sembrare uno che pensa solo a quello (anche se una parte di vero ci sarebbe pure) ma l’Olivia è stata eletta dalla PETA (People for the Ethical Treatment of Animals) come vegetariana più sexy dell'anno…

Di Kathleen Doyle "Kathy" Bates si potrebbe parlar per ore basti dir che è una conclamata attrice (e regista), vincitrice tra gli altri del premio Oscar per “Misery non deve morire” un filmone dell’87 tratto da un libro di Stephen King, qui nei panni della madre del protagonista.

Passiamo ad un attore che è passato durante la sua carriera per ben una sessantina di film negli ultimi trent’anni di cui ricordo simpaticamente due che vidi tra gli altri ovvero ”Il miglio verde” e “L'assassinio di Jesse James per mano del codardo Robert Ford” pure lui vincitore d’Oscar come attore non protagonista ed il suo nome è Sam Rockwell, qui nei panni di un avvocato.

Non ci rimane che Paul Walter Hauser il protagonista di cui non so quasi nulla se non che aveva già recitato nel molto bel film “Tonya” (I, Tonya) del 2017, e che rassoniglia come due gocce d’acqua a Paolo di Lecce che chicazzoè? (Vi domanderete lambiccandoVi per la terza volta il cervello giustamente Voi), beh, lo so che non fregherà una beata mazza a nessuno o quasi ma è anzi era uno dei tanti autisti che mi accompagnava al lavoro qui al Ministero dove la mia principale occupazione è quella di mandare in escandescenze il mio capufficio…

La colonna sonora è affidata al Maestro Arturo Sandoval uno dei più famosi e braverrimi trombettisti in circolazione, nonché pianista e manco a dirlo, compositore.

E qui finisco con la nota dolente anche per il produttore, un tale di nome Leonardo “Wilhelm” DiCaprio, ovvero l’incasso, pare che negli States si aggiri intorno ai 16 milioni di dollari mentre in Italia sui 3 milioni e mezzo di euro, ma tanto a noi checcefrega dico io.

Vabbeh dai, spendo settantanove parole solo per dire che secondo me il buon vecchio (uè, novant’anni mica pizzi e fiche) Clint ha allungato un po’ troppo il brodo di sto film dove tutti (spettatori compresi) non vedono l’ora di capire che fine farà l’agente perseguitato dai media e dal FBI, ecco sì più di due ore a cagarsi il cazzo (col rischi che il mio capufficio mi colga in fallo davati allo schermo del pc… non so se rendo l’idea?), ok, passo & chiudo!

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