Abito ad una manciata di chilometri dalla Svizzera; la conosco bene se non benissimo.

Vado molto spesso nel Canton Vallese, il più vicino a Domodossola. Nemmeno venti minuti da casa.

Amo tutto della nazione elvetica: l'ordine, la pulizia, l'assoluta indipendenza nelle scelte fatte nella loro storia, l'essere fuori da qualsiasi scellerato patto europeo, l'aver conservato una propria solidissima moneta con un cambio estremamente favorevole (mi basta osservare l'invasione di svizzeri al mercato settimanale del Sabato nella mia città).

Hanno dei sentieri, dei rifugi alpini così ben tenuti da far invidia anche ad uno come me che percorre da sempre le montagne della mia Val d'Ossola.

Le strade urbane ed extraurbane non presentano quelle rovinose buche, quella totale incuria che è ormai diventata una pessima costante della nostra (ex) bella Italia. Quando devono riasfaltare una strada gli eredi di Guglielmo Tell nella maggior parte dei casi la chiudono al traffico, in modo da poter operare con la massima dedizione ed il miglior risultato finale; nel minor tempo possibile.

Qualcuno di voi conosce il nome del presidente della confederazione elvetica e sa qual'è il partito che è al governo attualmente? Credo che difficilmente, senza consultare la rete, qualcuno sia in grado di rispondermi.

Non sono perfetti perchè, almeno nel Vallese, parlano la lingua tedesca che alle mie orecchie suona del tutto sconosciuta: una lingua secca, dura da farli sembrare, mentre parlano anche d'amore, perennementi arrabbiati.

Questo lungo preambolo mi è venuto in mente così d'improvviso, mentre ieri ho ripreso in mano, e postato come ascolto, una favolosa raccolta antologica dei Coroner; compilation che si va ad occupare della prima parte di carriera di questa vera e propria istituzione del Thrash Metal europeo.

Nati nei primi anni ottanta a Zurigo si sono da subito distinti come un'entità musicale al di fuori di semplici classificazioni; suonano Thrash Metal e la cosa è evidente fin dai loro più irrequieti esordi. Non si sono mai seduti sugli allori, cercando una evoluzione costante e spiazzante album dopo album, canzone dopo canzone. Riempiendo il sound di abbondanti dosi di Progressive, lambendo senza timore anche territori Industriali, con un uso effettato delle vocalità ed un esasperato tecnicismo (del tutto geniale l'uso delle chitarre). Dilatazione nella lunghezza dei brani, senza mai apparire prolissi.

Sono svizzeri al 100%: precisi, ordinati, schivi senza molta voglia di farsi notare. L'importante è quanto viene concepito, registrato e messo in musica e questa antologia è l'esatta dimostrazione delle loro mostruose capacità. Solidissime e stratificate impalcature sonore per una band che avrebbe meritato ben altra considerazione. Ma forse è meglio che siano rimasti un gruppo di nicchia, di culto, conosciuto da pochi.

Oltre settanta minuti di "sballo" uditivo, con alcuni inediti, remix ed anche due balordi rifacimenti di Beatles ed Hendrix.

Cinque stelle a vita...SERPENT MOVES...

Diabolos Rising 666.

Carico i commenti... con calma