"O" è il disco d'esordio di Damien Rice, cantautore irlandese noto per la sua militanza, nella seconda metà degli anni '90, nel gruppo indie rock Juniper, con i quali raggiunge un discreto livello di fama nel Regno Unito.
Scioltisi i Juniper, Damien lascia la natìa Dublino per le colline della Toscana, alla ricerca di nuove idee e nuovi spunti musicali, e il risultato del suo pellegrinaggio italiano è il bellissimo "O", senza dubbio uno dei dischi più sorprendenti ed inaspettati della scorsa stagione musicale.

10 pezzi più una ghost track per un'ora di buona musica, in bilico tra folk, sonorità indie e low-fi, che riscalda il cuore nelle fredde giornate invernali, tra momenti pacati e rilassanti ed esplosioni (poche) quasi sempre contenute.
La voce di Damien Rice è profonda e toccante, è spesso accompagnata dalla bravissima folk-singer Kathryn Williams, ed è pervasa da un senso di tristezza presente in quasi tutte le canzoni di questo "O", un album che sorprende ad ogni ascolto, e che ci regala piccoli gioielli come l'iniziale Delicate, la malinconica Cannonball, una delle canzoni più raffinate e riuscite dal punto di vista stilistico, in cui il nostro ci regala momenti di pura poesia ("Stones taught me to fly, love taught me to lie, life, it taught me to die, so it's not hard to fall when you float like a cannonball..."), continuando con i rumorismi indie di I Remember, fino alla conclusiva e commovente Eskimo, dove il cantato lirico si sovrappone alla magnifica voce di Damien Rice per un risultato stupefacente.
Il tutto è accompagnato da un artwork curatissimo e da un booklet ricco di liriche, disegni ed opere d'arte dello stesso cantautore, che vanno ad arricchire un disco già di per sè perfetto.

Damien Rice, insomma, fa centro al primo colpo con album toccante e superlativo, una magnifica opera prima osannata dalla critica, che non ha esitato nel paragonare il nostro a mostri sacri del cantautorato come Jeff Buckley. In attesa del secondo album (che sarà molto più rock), ci accontentiamo di questo magnifico "O", un disco profondo che sa toccare le corde dell'anima con una musica che sembra giungere da lontano, quando, invece, è molto più vicina ai nostri cuori. Promosso a pieni voti.

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