Ora voi tutti sapete che il sogno dell’uomo moderno occidentale dotato di vita sessualmente attiva su Telegram è quello di mettere i risparmi da parte per comprarsi una casa nuova. Certo la pandemia avrà fatto parte del suo sporco lavoro e la deriva dell’home working avrà inevitabilmente creato l’effetto sottiletta Kraft sulle natiche incollate alla poltrona girevole da scrivania, ma fa un po’ di tenerezza vedere muoversi compatta e lutulenta verso il più inquietante dei Mondo Convenienza la nuova implacabile forza lavoro che misura il proprio status symbol sulla base degli ettari complessivi del giardino privato adibito a spazio ludico con palmeto e tavolo allungabile da esterno in legno di acacia. È la nuova frontiera del lavoro guadagno pago pretendo con un tocco fetish per spigolose storie di amore sui ripiani della libreria Billy.
E così tra riviste di design e consulenze televisive condotte da sciantosissime specialiste dell’arredo casa, ecco la coppia moderna avventurarsi nella scelta della parete attrezzata dell’ingresso living con scaffalatura per l’enciclopedia De Agostini degli anni ‘80, l’inutilissimo studiolo gettato in pasto alla barbarie del primogenito e l’immancabile zona barbecue del summenzionato giardino che alla fine sarà giusto una decina di metri quadrati perché “alla fine era meglio spendere qualche piotta in più per il box auto”.
Dico la verità: in questa trappola malavitosa dell’acquisto casa ci sono cascato anch’io giusto un paio di anni fa, e oltre ad aver speso energie preziose in tutte le summenzionate attività, non ho potuto fare a meno di scontrarmi con l’ultimo grande ostacolo dell’arredamento della casa moderna: il bagno e i suoi complementi di arredo. E proprio a proposito del bagno, diciamoci la verità, la grande incognita è e rimane sempre il water, primo tra i sanitari per importanza igienica e psicologica. Una volta certamente la scelta doveva essere più sbrigativa ma adesso tra sistemi con sciacquone a leva, a singolo o doppio pulsante, con incasso a muro o installazione sul pavimento, se non perfino gli inquietanti sistemi giapponesi con spruzzino incorporato, la decisione diventa giocoforza ardua e dagli effetti collaterali. Alla fine, pressato dalla ditta dei servizi del capitolato, ho dovuto optare per un gabinetto a filo muro con sciacquone a vortice e sistema a due pulsanti, replicando di fatto le scelte più in voga nel panorama dell’arredo bagno europeo dell’ultimo decennio. Con le palle degli occhi gonfie di gioia per la scelta effettuata e le palle della zona pelvica finalmente sgonfie per aver posto l’ultima pietra necessaria alla costruzione dell’agognata casa, mi sono dato ad un necessario collaudo e in breve mi sono dovuto ricredere sulla convinzione di aver finalmente vinto il mio conflitto imperituro con i gabinetti di ultima generazione: la verità, sotto le chiappe di tutti, è che il celebre sciacquone a vortice erutta lapilli di antimateria in tutte le direzioni e soprattutto, a meno che non si approfitti svariate volte del sistema a doppio pulsante, la pulizia del fondo water è tristemente compromessa. E allora la mente volge i suoi rimpianti alla mia diffidenza nei confronti degli yankee e dei loro gabinetti col fondo ad acquario, quelli che sicuramente almeno una volta nella vita avete visto anche voi nella vostra vacanza cheap a Chicago o Nuova York, con quella enorme e inquietante bolla d’acqua alla base del cesso: ecco, avrei dovuto vincere la mia ritrosia nei confronti degli americani e la mia insensata paura di essere assalito da fantomatici piranha delle fogne in attesa delle mie natiche per optare per la soluzione più comoda e sicura. E già, avrei dovuto capirlo sin dall’inizio che hanno ragione gli americani nel mettere l’enorme pozzanghera nel fondo del water: in barba all’estetica che tende sempre di più al minimal, l’installazione con l’acquario cattura qualsiasi cespite in caduta libera prevenendo, mutatis mutandis, qualsiasi problema potenziale di intaccamento della ceramica. Che vuoi dire ai maledetti yankee? Ogni volta che hanno un problema, lo risolvono con la semplificazione. E non c’è estetica che tenga o chissà quale altro intralcio oggettivo che possa essere eradicato con un bel tirapugni: se, giusto per fare il più banale degli esempi, i semi del cocomero sono una seccatura quando si addenta l’agognata fetta, piuttosto che rinunciarvi, si trova semplicemente il modo di far prosperare i cocomeri senza semi.
E la semplificazione è lo spirito guida di Dan Deacon, uno che agli States ha anche dedicato un disco una dozzina di anni fa, con quella faccia che ricorda un po’ l’amico nerd dell’universita puntualmente fuori corso ma con tre linguaggi di programmazione sul groppone, la fissa per l’open source e una punta di sana predisposizione agli attacchi a forza bruta. Ma nelle sue vene non scorre il sangue di Python, giacché il buon Dan ha fatto voto al sacro fuoco della console, attraverso la quale si è fatto conoscere a partire dalla metà degli anni 2000 dando alle stampe la sua clamorosa prima fatica dal nome “Spiderman of the Rings”, già in grado di svelare al mondo la sua eccentrica poetica dalle tinte fluo di pop psichedelico. Ma qui è doveroso spendere qualche parola in più per l'illuminato successore “Bromst”, meravigliosamente più maturo e rappresentativo di quella semplificazione di cui sopra, con un’ora di geniale compendio di musica contemporanea che sposa avanguardia e cartoon. Bisogna partire da “Build Voice”, ma sarebbe sufficiente fermarsi lì, giacché basta da solo ad enunciare tesi ed ipotesi della teoria della semplificazione: il brano, unicamente imperniato su un motivetto infantile, parte in sordina per progredire in crescendo minuto dopo minuto e deflagrare infine in una potente baraonda di carillon, percussioni e fiati dove fa capolino il minimalismo di Wim Mertens in salsa barbecue. Sono soluzioni comuni a molti dei brani dell’album, senza esclusione di colpi: “Of the Mountains” ha la medesima cadenza marziale e nella semplificazione non ha nemmeno bisogno di un testo ma di una vera e propria lallazione che a metà brano, come di consueto, esplode nel chiassoso pastiche di strumenti, mentre “Snookered” ricorre ad un innocuo motivetto al vibrafono per seguire lo stesso schema e alternare placidi vuoti a pieni fragorosi. Ma la grandezza di Deacon risiede nel misurarsi col suo mondo di fantasmi e creature delle favole: annunciata dal solito motivo bambinesco, “Paddling Ghost” si dipana addirittura attraverso una canzoncina in falsetto direttamente tratta dal mondo dei cartoon anni ‘40, con il fragore tipico delle filastrocche cantate a squarciagola dai personaggi animati, mentre c’è letteralmente da innamorarsi del jingle folle di “Woof Woof” che potrebbe essere la colonna sonora di una Silly Symphony disneyana di un secolo fa, tra percussioni pulsanti e vocine che canticchiano parole in libertà prima di riavvolgere il nastro e riproporre la medesima cantilena con le liriche ribaltate, quasi a voler ricreare il linguaggio universale dei vagiti dei fanciulli che iniziano a conoscere il mondo delle parole compiute. E nel semplice mondo del compositore americano c'è davvero posto per tutti, per fantasmi natanti, bizzarre bestie mitologiche, gatti di cristallo e persino per se stessi, in quell'agrodolce riflessione finale di "Get Older" dove sembra che Dan voglia laconicamente prendersi anche lui del tempo per guardarsi dentro assistendo alle sue mirabolanti creazioni come uno spettatore che riavvolge il nastro della propria esistenza. E rimanga lì fermo davanti allo schermo finché non rimane da addentare l'ultimo appiccicoso pop corn del cestone familiar size.
E a voi cosa rimarrà alla fine? Nient'altro che seguire il dogma di Dan e scegliere per sempre il mito yankee della semplificazione, rinunciando alle riviste di design e ai reality che propongono cascine da arredare nelle campagne toscane.
Scegliete Dan e le canzoncine dei cartoon anni ‘40.
Scegliete le lallazioni, scegliete i vibrafoni e le filastrocche minimaliste. Scegliete i falsetti e i tromboni.
Ma soprattutto scegliete per sempre il vostro cesso American Standard modello Champion con tanta acqua nel fondo e la vostra igiene personale finalmente vi sorriderà.
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