Darkthrone - Transilvanian Hunger
Il Black Metal non è un genere come gli altri, è verità. Tutto il resto può essere musica, ma il Black Metal è verità.
I Darkthrone, e soprattutto quest'album, sono una vera e propria pietra miliare di questo genere musicale e della musica estrema di sempre. La loro genialità stà nell'aver creato un altro modo di fare Black, un genere non partorito dai Darkthrone (anche se si parla di qualche anno), ma proseguito in modo esemplare, tanto da diventare uno trai più importanti, se non il più importante esponente di Black Metal.
Primi anni '90, il periodo in cui questo genere musicale nato nelle foreste scandinave è arrivato all'apice della sua importanza, trainato da quei gruppi che noi oggi idolatriamo, e dai loro migliori prodotti quali "De Mysteriis Dom Sathanas" e "Pentagram" (tanto per fare qualche esempio), rispettivamente di Mayhem e Gorgoroth. Ed è proprio in questo periodo, 1993/94, che i Darkthrone sfoderano il loro quarto album, quello che probabilmente è il loro miglior prodotto, "Transilvanian Hunger".
L'album presenta otto canzoni. Il prodotto segna un'evoluzione del gruppo verso un suono meno anti-melodico del precedente, ma comunque straordinario, "Under A Funeral Moon". Ciò che si nota, o che si dovrebbe notare, è la genialità con cui i Darkthrone ci propongono un True Black Metal caratterizzato dall'estrema monotonìa dei pezzi, che solo in pochi purtroppo sanno apprezzare, e da un suono "eccessivamente" grezzo. Ma la realtà è che questo gruppo stà avanti a tutti ora e stava avanti a tutti allora. Le canzoni propongono due accordi di chitarra ripetuti all'estremo, incessanti, ma nonostante ciò mai annoianti. La batterìa del grande Fenriz è veloce e martellante e si sente a malapena, il basso è inesistente (basti vedere le tablature e ci si accorge che lo potrebbe suonare anche un bambino) e la chitarra di Nocturno Culto è più gelida ed agghiacciante della neve che si posa sulle cime degli abeti delle foreste norvegesi. Un gelo sporco e tagliente che entra nella testa dell'ascoltatore e che fa entrare in un'altra dimensione...in questa musica non c'è nulla di piatto. La voce è straziante, non è arrabbiata, nè depressa, non è veloce, nè lenta, non è growl, nè scream... è irregolare e allo stesso tempo perfetta e precisa.
Delle canzoni, due sono in inglese: la title track "Transilvanian Hunger" ed "As Flittermice As Satans Spys", le altre sei in norvegiese. Anche le tematiche si differenziano dagli standard del genere. Le liriche sono introspettive, anche se sempre legate al culto satanico, meno esplicite e più legate all'ambiente naturale norvegiese, al freddo e alla rabbia che questo causa. Quando si recensiscono i Darkthrone è inutile analizzare traccia per traccia, queste si somigliano molto tra loro e bada, non è assolutamente una critica. Posso dire che quelle che mi hanno colpito maggiormente sono la title track "Transilvanian Hunger" e la terza "Skald Av Satans Sol".
Conclusione: questa è la mia prima recensione, e sono davvero lieto di aver recensito questo gruppo che oggi ho risentito dopo qualche mese con lo stesso entusiasmo e piacere, senza trovare alcun elemento negativo a cui magari un tempo non facevo caso. Oggettivamente i Darkthrone sono un gruppo geniale, a mio parere la migliore band Black Metal di sempre. Su dodici album, i nostri non sono mai stati capaci di tirare fuori qualcosa che tradisse le aspettative. Sarà anche musica per pochi il Black Metal, ma invito chiunque a sentire almeno una volta nella vita i Darkthrone e in particolar modo quest'album.
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