...E' sera, le 22:09, piove e una radio passa un gioiello di Bowie, "Heroes"... rovistando tra i cassetti cerco un cd; bene, chi cerca trova si dice in giro...

l'atmosfera si riscalda con "Beauty And The Beast", il vapore glam del brano si sprigiona a poco a poco ma è solo un inganno, quel periodo ormai è passato per David. L'intreccio chitarristico introduce "Joe The Lion" che sa quasi di ballata nordica, per poi arrivare alla title track. Boom! (anzi, no) ...boom. il muro (di suono) contro il quale si sbatte è quello di Berlino, della fredda Berlino, teatro delle pene d'amore di un artista, ma ci si sbatte con dolcezza, è una gradevole capitolazione, tutto prima o poi finisce, si può essere chiunque, si può essere eroi anche solo per un giorno... we can be heroes just for one day. Basso e sax ci portano fino a "Neukoln". A chiudere c'è "The Secret Life of Arabia" che anticipa di qualche anno le tendenze pacate di Bowie verso la ritmica orientale.

Che sia rock, new wave o elettronica poco importa, l'importante ora è che il Duca Bianco sia risorto... si, risorto, perché "Heroes" è una rosa cresciuta tra le spine... nel lontano '77 il successo della maniacale era del travestitismo sembrò a Bowie come la fiamma di una candela tra le raffiche di vento, colpa di Los Angeles, colpa della coca. Un suo amico di nome Lennon avrebbe giurato che sarebbe morto di lì a qualche mese. In questa triste favola la svolta arriva con il ritorno a Berlino, il sodalizio artistico con Iggy Pop prima, con Brian Eno poi.
Gioite gente, il Duca Bianco esce dal tunnel, più forte che mai, in piedi contro il vento, al posto della fottuta fiammella di una candela.

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