"Symbolic" è in assoluto l'album più complesso e melodico in tutto il campo "death".

Con quest' album (1995) ci si lascia alle spalle quel rozzo e quell'asprezza dei precedenti album "tecnical death metal" ("Elements", "Focus", "Individual Thought Patterns") per abbracciare un sound mutato e anche un po' ricercato che mischia il "death" più radioso al "death" più melodico nostalgico e stagnante.

Questo è , insieme a pochi altri, un album in cui ogni canzone ha qualcosa da offrire e nessuna (dico nessuna diamine) è messa li per caso o peggio ancora per riempire un buco per essere a pari con i minuti.
Da far notare che durante tutto l'album la voce di "Chuck Schuldiner" non muta mai (e nnonno).

Del resto anche strutturalmente ogni canzone è uguale. Con 2 o 3 cambiamenti per ogni trofa, il ritornello, l'assolo e si rifà tutto il giro fino al ritornello... Un po' monotono (e nnonno). Fa eccezione "Perennial Quest" che oltre alla classica struttura presenta 2 minuti di strumentale alla fine.

Inoltre ben 5 canzoni su 9 finiscono in fade-out (che io personalmente apprezzo molto in una canzone). Da notare inoltre la disposizione di queste canzoni con il fade-out (poi le vedrete meglio la disposizione precisa...): sono alternate, come in una tenda veneziana. Si inizia con una in fade-out ("Symbolic"), la seguente non ha il fade-out ("Zero Tollerance"), mentre la terza ha il fade-out ("Empty Words").. Questa struttura si ripete fino alla fine dell'album. Piccoli accorgimenti che però mi fanno pensare...
Detto questo...

"Symbolic": la title trak che rappresenta molto bene tutto l'intero album, l'unico dispiacere è stato nell'assenza totale del malinconico che caratterizza l'intero album. Ottimo l'assolo e molto orecchiabili le ritmiche. Molto curato il fade-out finale, soprattutto per la batteria.

"Zero Tollerance": validissima canzone che, anche se di orecchiabilità pessima, si riesce ad apprezzare a pieno anche dopo mesi o anni dall'ultimo ascolto. Ottimo l'assolo, i cambi di batteria e l'aggancio con la strofa post-assolo. Il finale è mozzafiato e una volta finita da sentire viene voglia di continuare a cantarla quella durissima ritmica al ritornello. Peccato solo per la sua durata. Per una canzone che poi "Chuck Schuldiner" sceglierà come titolo per due album la trovo poco rappresentativa e meritevole.

"Empty Words": è il primo appiglia dell'album a cui uno si può aggrappare. I giri di note iniziali, il potentissimo riff d'attacco, l'improvvisa aggressione della voce, il ritornello tirato al massimo, un assolo da brividi e delicato, ottime le strofe dopo il l'assolo, improvvisa la ripresa (come del tutto l'attacco iniziale) e infine rieccoci con il ritornello tirato al massimo che viene ancora più allungato rendendolo assai melodico. Magnifico il ritornello in fade-out in cui è possibile sentire una di quelle poche volte in cui la voce persiste inesorabilmente. Davvero una canzone validissima, per molti la migliore dell'album, non per me...

"Sacred Serenity": la prima canzone che mette in risalto il basso (nella parte iniziale), molto curato il ritornello e magnifico la pausa a metà canzone dove si può ammirare uno dei tanti spezzoni melodici dell'album. Non potrà mai essere una delle migliori (anzi...secondo me è la peggiore, anche se è meglio dire la meno bella). Ma confrontando la qualità alla durata posso osservare che i due fattori sono abbastanza equilibrati. E' molto strano da spiegare, ma in questa canzone ritrovo la stessa sensazione che vi ho descritto in "Zero Tollerance", il discorso della parte finale, ricordate...

"1000 Eyes": secondo me è la canzone più misteriosa e sottovalutata di tutto l'album. Ha una orecchiabilità particolare che ti costringe a pensare "questa canzone si è bella ma nulla di che". Invece è una di quelle canzoni che se non si sentono quella cinquantina di volte non riuscirai mai a capirle fino in fondo. Ottima la batteria nel secondo cambiamento e nel fade-out finale che incarna perfettamente la scena dei "1000 occhi"... un piccolo particolare che si basa su una mia idea personale. Devo dire che però l'assolo è un po' corto, sì difficile ma sempre un po' corto. Stupendo il ritornello, melodico al punto giusto e l'eco della voce dei "Chuk Schuldiner" si sente in pochissime canzoni, quindi godetevelo.

"Without Judgement": è una di quelle canzoni di cui avrete sempre una idea incerta, non riuscirete mai a decidervi sulla sua bellezza, sarete sempre indecisi da un "stupendo" a un "stratosferico". Ritmiche ben fatte,in una in particolare ha una melodia di sottofondo veramente spettrale e gotica. Un po' troppo veloce il ritornello per i miei gusti. Molto atmosferico l'assolo e assai suggestivo la quiete macabra successiva all'assolo. Questa canzone in fondo non ha nulla di eccezionale ma ti da quel senso di "persuasivo"  che ti fa rivalutare ogni tua precedente critica.

"Crystal Mountain": questa io la considero come il secondo appiglio dopo "Empty Words". Il livello tecnico di questa canzone è assolutamente eccellente, soprattutto per la batteria che non si risparmia riff con controtempi pazzeschi al limita della percezione umana. Le ritmiche sono molto coinvolgenti e durante la canzone ci sono diversi spezzoni dedicate al melodico e al nostalgico. Molto curato,anche se un po' troppo impastato, l'assolo (ma questo deriva soprattutto nel mio disprezzo verso il "tepping" e ala susseguirsi di note una dopo l'altra). Strepitoso il ritornello finale in fade-out in cui a quel giro accanito di note ci si aggiunge una strepitosa chitarra classica che l'accompagna fino al silenzio totale. Molto stabile e rappresentativa. Veramente un ottimo lavoro hanno fatto questi "Death".

"Misanthrope": dopo "Sacred Serenity" è la seconda meno bella. Si può notare benissimo che la caratteristica principale della canzone è la ritmica e la velocità. Per questo è molto apprezzabile lo spiraglio di atmosfera che si crea subito dopo il primo ritornello, peccato per la sua durate che si limita a poco più di 10 secondi. L'assolo non è nulla di che ma sempre valido. Per il mio parere è la canzone un po' più monotona. In "Misanthrope" io ritrova ancora quel senso di "continuare a canticchiare" di cui già vi ho parlato in "Zero Tollerance" e "Sacred Serenity".

"Perennial Quest": canzone finale e secondo me la più bella. Tutto inizia con un esplosione devastante di ritmiche su ritmiche. Il tempo in questa canzone cambia molto di più rispetto agli altri due appigli ("Empty Words" e "Crystal Mountain"). E' molto interessante l'alternanza tra quiete e carica che ci presenta questa canzone.L'assolo non mi ha mai stupito più di tanto, questo forse perché è molto più lento e macabro rispetto agli altri assoli di questalbum. Da notare la grande maestria nei "Death" nel cambiare completamente tempo durante l'assolo. Poi tutto viene inondato da un ultimo piccolissimo assolo che devasta la ritmica per intraprendere il lato più delicato e sentimentale dei  "Death".Gli ultimi 2 minuti sono infatti il cuore di tutto simboli dove i "Death" dove spezzano le catene. Ultimo e travagli oso fade-out avvolto da un giro di 8 note che si ripetono inesorabilmente e di una chitarra elettrica che cerca di sorreggere tutto quello che può con piccoli assoli e tiri di corde. L'incarnazione perfetta del "Perennial Quest", della "Ricerca continua". Un finale più che incantevole.

Con quest'ultima ho finito.
Spero che vi piaccia la mia recenzione.

by LUGREZZO

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