(Anche questa recensione risale all'epoca preistorica, datata 22 Novembre 2011. Godetevela!)

Se pensiamo alla passata NWOBHM (New Wave Of British Heavy Metal), quel famoso lustro tra gli anni 1979 e 1984 dove tramite alcune band nacque il concetto di heavy metal classico, quello che successivamente porterà allo sviluppo del metal estremo (il thrash metal in particolare), quali sono i primi gruppi che ci verrebbero in mente? Gli Iron Maiden in primis, poi a seguire i meno famosi Saxon, Diamond Head, Venom, eccetera, tanto per dire qualche nome. Eppure, avete mai provato a fare questa domanda a qualche vostro amico o compagno? Quanto volete scommettere che, nonostante vi citerà anche quei gruppi dalle sonorità simili ma che non fanno ufficialmente parte di questa corrente (Judas Priest, Motörhead), non vi accennerà neanche lontanamente la band che ora vi andrò a recensire?

I Def Leppard (storpiatura di deaf leopard, che significa appunto leopardo sordo.... eh, mica così tanto sordo!), band all'epoca composta dal fondatore storico Rick Savage, al basso, Steve Clark e il neo acquisto Phil Collen alle chitarre, Joe Elliott al microfono e Rick Allen alla batteria, si sono già fatti valere nel panorama rock mondiale di quel neo-decennio con il buon esordio "On Through the Night" e con il successivo più che discreto "High 'n' Dry", grazie anche alla produzione di quest'ultimo affidata a forse uno dei migliori produttori di dischi rock del mondo, Robert "Mutt" Lange, già celebre per aver collaborato con i colossi dell'hard rock mondiale AC/DC nel mixaggio di "Back In Black", il secondo album musicale più venduto nella storia. Per la loro terza impresa, la band, soddisfatta del suo lavoro, decide di richiamarlo in squadra, ed è così che è stato partorito uno degli album hard rock più famosi e venduti di sempre, e, senza esagerare troppo, un monumento storico della musica anni '80.

In quest'album, Phil Collen ha sostituito Pete Willis, per problemi dovuti all'alcol, ciononostante, prima del suo abbandono ha collaborato alla stesura di alcune parti ritmiche di chitarra. Quest'album prende una piega leggermente diversa dai due predecessori, insieme alle sonorità hard rock e heavy metal di marca AC/DC, Thin Lizzy e Kiss, si aggiunge un'evidente influenza AOR, un format radiofonico di musica rock molto diffuso negli anni '70, che rende i brani abbastanza orecchiabili e catchy, ma non sussiste qui il problema. Anzi, non esiste assolutamente nessun problema e nessuna falla in quest'album. Se verrà ricordato tra i dischi migliori di quel decennio e capace di vendere ben 20 milioni di copie fino ad oggi, di cui 10 nei soli Stati Uniti, il motivo è semplice: si tratta di un rock melodico e molto scorrevole, ma al contempo duro e potente, in pieno stile anni '80. E soprattutto, un lavoro onesto e passionale, nato dalla sola voglia di fare musica, il successo che lo ha premiato se lo è soltanto meritato.

Questo lo potete capire voi stessi, semplicemente iniziando l'ascolto di codesto album, partendo dalla traccia iniziale Rock Rock ('Till You Drop), dove il giovane ventenne Rick Allen dà buona prova della sua talento batteristico e la voce di Joe Elliott, mitica nel suo genere, sembra quasi una fusione tra Bon Scott e Brian Johnson. Se il pezzo non vi ha entusiasmato più di tanto ma siete intenzionati ad andare avanti, con la traccia seguente vi imbatterete nella loro canzone più famosa, Photograph, tanto famosa da essere ormai un chiodo fisso nelle scalette dei loro concerti e da essere inserita in una lista (seppur discutibile) delle 100 migliori canzoni hard rock stilata da VH1. Non ci sono piccoli momenti particolari in questa canzone, tutta la canzone è particolare, dall'accattivante riff iniziale, dal fantastico coro che impegna ogni voce del gruppo, fino all'emblematico assolo heavy di Steve Clark, supportato da una discreta prestazione di Phil Collen. Poi si avanza con un pezzo molto rock n roll, dal titolo Stagefright (molto eclatante la frase iniziale "I said Welcome to my show", registrata appositamente dal vivo), arrivando ad uno dei pezzi forti dell'album, Too Late For Love, e a quello che è il brano più massiccio e complesso, Die Hard The Hunter. Dunque siamo giunti ad un'altra delle tre canzoni migliori del disco dopo Photograph, Foolin', più lenta di quest'ultima ma pur sempre energica e gagliardia. A chiudere la trilogia ci pensa Rock Of Ages, con la sua frase iniziale in tedesco no-sense "Gunter glieben glauben globen" (la band spiegò che l'idea di inserire questa frase fu suggerita per scherzo da Mutt Lange, per sostituire l'originale attacco iniziale "One, two, three, four"). Chi avrebbe mai pensato che in futuro un certo Chris D'Arienzo avrebbe deciso di usare il nome di questa canzone per farne un musical interamente dedicato alla scena glam metal anni '80? Peccato che la canzone stessa non ne sia presente. A chiudere l'album ci sono ancora tre pezzi, due di questi forse quelli leggermente meno riusciti di tutto l'album, Comin' Under Fire e Action Not Words, ma per consolare l'ascoltatore, i Nostri si rimettono subito in riga con la traccia rimanente Billy's Got a Gun, la seconda in fatto di complessità dopo Die Hard The Hunter. L'album si conclude qui, anche se un po' corto per i miei gusti, ma mi ha completamente soddisfatto. Inoltre, ho voluto aspettare la fine per dirvelo senza ripetermi troppo: tra i tanti punti di forza presenti nell'album, quello che immediatamente va all'orecchio sono i cori, i bellissimi cori, presenti in ogni singola canzone, che le valorizzano in maniera strepitosa, e in concerto riescono a coinvolgere dal primo all'ultimo spettatore, risultando ancora più belli, fino a raggiungere livelli epici (ai tempi d'oro, oggi rendono un po' di meno).

Purtroppo, livelli così alti di hard rock non riusciranno più a raggiungerli, in quanto il dicembre dell'anno successivo Rick Allen avrà un incidente stradale (a causa di un "idiota") che gli causerà la perdita del suo braccio sinistro. Eppure, la band non osò nemmeno pensare a sostituire Rick con un altro batterista. Dopo una lunga riabilitazione, egli tornò nel gruppo con uno spirito più forte di prima, il quale, insieme al grandi leopardi, darà vita a quel che, personalmente, ritengo l'album che più sposa alla perfezione due generi molto contrapposti, il ROCK e il POP, nella storia.

To Be Continued......

VOTO = 100 / 100

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