Ogni buon cinefilo può avere personali fissazioni. Nel mio caso, solo in corrispondenza del giorno di Ferragosto, mi concedo di rivedermi il film "Il sorpasso" di Dino Risi, forse attenendomi a quella massima latina che recita "semel in anno licet insanire". Qui non vi è alcunché di dannoso trattandosi di un film capostipite del cinema italiano della seconda metà del Novecento . E certo sull'opera molto si è dibattuto in questi decenni (la pellicola uscì nel dicembre 1962), privilegiando le analisi di impostazione storica e sociologica, vedendo nel film uno spaccato illuminante di come fosse l'Italia (e gli italiani di riflesso) nei primi anni 60 del boom economico. Ma, senza ripercorrere i tratti salienti della trama di un'opera fin troppo nota ai più, mi limito a proporre qui di seguito due chiavi interpretative per un film legato a tematiche di sapore esistenzialista.
Per la prima parto dal passaggio di un testo di una delle ultime canzoni di John Lennon (precisamente "Beautiful boy" ) in cui si dice "Life is what happens to you while you are busy making other plans" e tradotto sta per "La vita è ciò che ti capita mentre sei impegnato a compiere altri piani". Senz'altro una delle migliori definizioni del concetto di esistenza (fulminante direi come nel più tipico stile di Lennon) e ben esplicata nel film di Risi. Infatti, il giovane timido studente di giurisprudenza Roberto Mariani (perfettamente recitato da Jean Louis Trintignant) sta preparando a casa un esame , nella pigra mattina romana di Ferragosto, e tutto si aspetterebbe fuorché l'arrivo di un invadente e sfaccendato Bruno Cortona (indimenticabile Vittorio Gassman). Sapendo come andrà a finire questa irruzione imprevista nella sua vita , c'è da dubitare che il giovane studente avrebbe poi accettato di seguirlo in un viaggio spericolato, a bordo di una spider, da Roma fino a Castiglioncello ed oltre. Ma nessuno ha poteri divinatori sul futuro e il personaggio di Cortona ha la forza magnetica ed istrionica di trascinare persone dal carattere più debole nelle sue peregrinazioni ed avventure sconsiderate.
Il secondo spunto di riflessione parte invece da un concetto espresso dal filosofo Martin Heidegger che, nel suo testo più importante dal titolo "Essere e tempo" , sostiene come la vita non sia altro che una preparazione alla morte. Il concetto, così tranchant, è stato declinato anche a livello cinematografico se solo si ricorda un'opera indimenticabile di Ingmar Bergman quale "Il settimo sigillo", con tanto di partita a scacchi fra un cavaliere medievale e la Morte (pretesto per dotti dibattiti nei cine club..) . E il grande tema della dialettica fra Vita e Morte si ritrova ne "Il sorpasso ", per quanto l'ambientazione marittima e assolata in un Ferragosto italiano possa distrarci.
Ma, proprio assistendo alle vicende picaresche dei due protagonisti, non sfugge la pesantezza dei temi sfiorati durante il viaggio in quelle 24 ore . C'è la fugacita' del tempo e delle vicende terrene che ci fanno rimpiangere il passato che non torna e , anche se fosse , ognuno di noi si scoprirebbe profondamente cambiato. Soprattutto, però, non si può non chiedersi se i due personaggi, alla luce del concetto heideggeriano, possano sembrare vagamente consapevoli della propria condizione mortale e siano in un certo senso pronti a morire. Nel caso dello studente Mariani è ovvio che, per la giovane età, non vi sia preparazione al grande trapasso. Anzi, il fatto di seguire Cortona in questo viaggio ferragostano (purtroppo l'ultimo) gli consente di iniziare a vedere l'esistenza sotto altri aspetti e ad aprire un po' gli occhi sul mondo circostante, esterno ai libri di studio.
Invece il personaggio di Cortona , forse per il fattore di età maggiore rispetto al giovane e per aver vissuto da adulto gli anni precedenti della guerra, può assumere un atteggiamento di sfida verso la Morte . Nella sua sfrontatezza e spavalderia (quasi fosse incarnazione dell'approccio futurista) si atteggia a baro verso la Mietitrice e se la cava, nel finale, proprio per il rotto della cuffia (ma gli resterà sulla coscienza la vita di un giovane uomo che avrebbe potuto scampare più a lungo ).
Insomma, quando si dice che il destino può essere cinico e baro non ci si sbaglia E per eventuali dubbi basta andarsi a rivedere un classico come "Il sorpasso ".
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