Rettore: Brivido divino (1979)

Era un'analogica fine estate anni '70: a scuola il massimo del rock a quei tempi erano i Kiss, i Sex Pistols, i Ramones... Ma alle feste normali di quel periodo, tranne i Kiss, per via di "I was made for lovin you", il rock era severamente bandito, pena la segregazione razziale; dovevo fare un regalo alla trombona di mia cugina per il suo compleanno, e non sapevo che disco regalargli: gli chiesi cosa preferiva e mi diede 3 opzioni: Zero, Camerini, o Rettore. 

Quel ramo del lago di Como... In un pigro e lungo pomeriggio estivo di quelli indimenticabili  che non sembrano finire mai, la luna piena occhieggiava su noi all'orizzonte, il suo  corpo celeste simile a un vestito di pomice fosforescente: una dea stanca di trascinare lente maree... Io preferivo studiare la Venere Fisica, e stavo avvinto ad Antonella, sull'erba del giardino condominiale, una cittadella  turrita come un castello d'Atlante, dovizioso di selve, fate ed illusioni... E lei era la mia fata... le chiesi consiglio sul regalo alla mostruosa cugina,e  lei, senza esitazione mi canticchiò perdo i sensi lentamente come tra le braccia di un amante... Ero innamorato di Antonella, ma a fine estate ritornò a Milano e si dissolse come una stella splendida splendente, oscurata dalle nere nubi degli anni 80 che si avvicinavano: comprai il 33 giri della Rettore per me, e alla cugi-trombona gli rifilai una cassetta di Camerini comprata a Porta Portese.

Il disco era un vinile color rosa shocking e faceva pendant con capelli dell'ossigenatissima Rettore. I suoi belli capelli a 40 volumi d'ossigeno e quel tipo di pettinatura precorrono l'androide donna di Blade Runner con anni d'anticipo.

L'album ha degli arrangiamenti eccelsi, con turnisti di grido di quei tempi, Stefano Pulga, De Piscopo on drums, e oltre alla title tracks tutto il lavoro è pervaso da un certo gusto funky-rock che allora furoreggiava. Anche per lei stesso discorso dei tardo-glam Cugini di Campagna: l'immagine ambigua, sulla soglia del trash, già dal nome maschile, l'aspetto androgino e gli atteggiamenti divistici... vinse il telegattone anche lei, la Rettoressa. Tra le canzoni, tutte molto belle, segnalo La Mia Più Bella Canzone D'Amore, col testo su una storia tra un master e una slave (!), idem su servitù sessuali varie con Aquila Nera, Eroe, il tema dell'ambiguità in Divino Divina. Rettore, è qui pure aurice dei testi. Dopo 2 album indie un singolo di successo in Germania, Carmela, la cantautrice veneta  giunge al sospirato successo dopo bisturi e cure dimagranti  insieme al suo mentore, Claudio Rego.

Un giorno a Roma l'ho incontrata in un bar di via Ottaviano, la Rettore, circa tre anni fa, che vagava da sola per negozi, e mi sono spaventato... sarà stata alta, taccones compresi, alta 1e 95 e coi labbroni a 100 atmosfere mi sembrava uno strano pesce-viados. Perché sta mania dei labbroni non riesco a capirla... come l'orribile remix techno-trans di Splendido splendente. I suoi capelli però, erano intatti.

Preso da ubbie leopardiane, allora ho ripensato ad Antonellina, quando mi canticchiava la Rettore e io astrologavo sul suo acerbo corpo di donna... Ma m'è sparita, come una fuggevole meteora, anzi per quella bella chioma che aveva, una cometa... Chissà quei capelli come li porta ora, se la sua pelle è ancora bianca come quella Luna, sono passati così tanti anni. Ora capisco il racconto di E.A.Poe, Berenice, sull'ossessione persistente in certi particolari, tipico della malinconia. Me lo diceva lei, non giocare troppo a Space Invaders, verrà un giorno che gli alieni i vedrai davvero. E quella sera, l'ULTIMA SERA, quando andò via per sempre, davanti a un portone di quei  palazzi periferici, cercando  un po' d'intimità, in quegli androni punteggiati da ufo-luci al neon, mi disse con gli occhi lucidi: vedrai che anche di Antonella ti scorderai...

Ricordati di me, ricordati i vestiti, le stoffe le collane, ricordati l'amore sopra il letto del fiume, di tutte la mia testa è proprio quella, brilla, brilla, nessuno mai direbbe è la più bella/ e tu che cerchi di brillare, ma il lago delle ombre sembra un mare, che ammazza la tua luce, e l'ultimo tuo raggio va a dormire. Ricordati di me, ricordati l'estate...(Rettore, Brilla, lato 2, last song)

V.R.

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