Sicuramente un evento più unico che raro potere assistere in Italia ad un live di un gruppo tanto difficile quanto affascinante come i Sunn O))), la loro proposta musicale che potrebbe essere genericamente classificata come "extreme-drone-doom" (senza trascurare gli ultimi appassionanti risvolti "ambient-noise" avuti dalla creatura negli ultimi anni) ha certamente la sua cerchia di appassionati, venuti a galla soprattutto dopo l'uscita di album di indubbio valore (anti)musicale come "White2" o l'ultimo "Black1".
I primi ad entrare sul palco sono gli Earth, veri antesignani concepitori del sound drone che ha portato piano piano alla ribalta gli stessi Sunn O))), gli estratti dall'ultimo "Hex: Or Printing In The Infernal Method" sono molti, spiccano su tutte le versioni altamente soft e psichedeliche di "The Land Of Some Other Order", "Lens Of Urectified Night" e "Raiford (The Felon Wind)"... quello che emerge prepotente dalla mistura sonora della band composta da Dylan Carlson e Adrienne Davis, molto ben supportati da una seconda chitarra e una tromba, è la costante ricerca dell'improvvisazione, molti pezzi rispetto alle versioni dell'album vengono stravolti in veri e propri deliri jammistici, a tratti più acidi e a tratti più visionari, unico filo conduttore dell'esibizione è la ricerca ossessiva della lentezza atta a far trascendere l'ascoltatore in un'estasi quasi mistica e dal rigore altamente ascetico... risulta invece un po' sacrificata l'atmosfera western e southern contenuta nell'ultimo ottimo album (il quinto ufficiale della loro carriera), ma in fondo poco male... La band di Seattle fornisce una prestazione ottima e di grandissima intensità... Cambio di palco... Il primo a salire è il guru Stephen O'Malley impegnato in una sorta di sound-check solitario... Già dalle prime (bassissime) note si ha la sensazione che non si assisterà ad un concerto normale, come la proposta della band naturalmente potrebbe suggerire... Dopo qualche attimo di attesa ricompaiono tutti assieme... tutti incappucciati in tonache da monaco... oltre ad O'Malley c'è una seconda chitarra (probabilmente l'altra mente del gruppo, Greg Anderson), il basso (forse un session man, di sicuro non Joe Preston, che ha partecipato alla realizzazione del White2) e un altro addetto al moog-sintetizzatore-tastiera... come preambolo al vero e proprio concerto si riconoscono immediatamente le prime note dall'intro dell'ultimo Black1, Sin Nanna, finché i nostri decidono di attaccare i jack agli amplificatori e di iniziare a (non) suonare.
Viene ripetuto sino alla sfinimento un unico interminabile lentissimo riff, a tratti non si capisce nemmeno che tempo abbia, (a noi umani) potrebbero lì per lì sembrare solo delle sequenze di feedback nauseabondo sparato a volumi sconsiderati... ma, assistendo alla teatralità dello spettacolo offerto, e dei suoi protagonisti, sembra quasi di assistere ad un rito altamente sacrale e religioso... dove il bassista ha movenze da gran sacerdote e cerimoniere, mentre gli altri sembrano quasi gli esecutori materiali del rito (in questo caso si dovrebbe parlare di delitto, nei confronti della musica), assistiamo impietriti (spaventati?) ed affascinati dallo svolgersi dell'evento, la sensazione mia (e anche di alcuni altri presenti) è che la band invitasse quasi gli spettatori ad entrare nel loro mondo, sembravano persone di un "ALTRO" mondo completamente rapiti dalla loro droga pesante sintetizzata in musica, dai loro enormi riff droney... quasi da far apparire loro stessi in un altro ambiente così distante dal nostro, come se le persone che assistessero al loro lento cerimoniale fossero fuori dalla loro (allucinata) sfera visiva... Improvvisamente dopo l'apertura narcolettica e pietrificante del concerto entra in scena il cantante che ha partecipato alle registrazioni dell'ultimo Black1, tale Malefic, ed il nome, nonostante non sia molto originale (anzi), la dice tutta sulle caratteristiche di tale personaggio. Anche lui intonacato ma non incappucciato, una versione più maligna del corvo di Brandon Lee, oserei dire, che comincia subito a latrare robe incomprensibili (sicuramente non vuole ringraziare il pubblico per l'affluenza), mentre gli altri dietro ricominciano (non che avessero mai smesso, a dir la verità) a far collassare il muro di ampli Sunn (ogni tanto scambiandosi e bevendo bottiglie di vino rosso parrebbe, o forse qualche altro tipo di particolare bevanda, atta alla contemplazione e alla propagazione del rito nella sala) tanto che al sottoscritto sono fischiate le orecchie per un bel po' (sia durante che dopo il concerto)... sicuramente il pezzo proposto è stato tratto dall'ultimo album, anche se a dir la verità, o è stato allungato a dismisura (è durato un bel tre quarti d'ora) oppure sono stati frullati assieme alcuni pezzi e riproposti in un unico interminabile flusso di vibrazioni nichiliste, dove a dettar legge oltre ai riff protratti fino all'overdose psichica dei presenti (con svisate dal tono altamente rumoristico e squillante, di marca O'Malley) è annichilente per via degli urli sovrumani di tal Malefic, che nonostante tutto, sembrava un tipo abbastanza tranquillo sul palco (a parte certi momenti in cui faceva penzolare il filo del microfono in basso ripetutamente quasi a rappresentare che il tutto fosse una specie di processione nel nome del Dio Del Male)... Improvvisamente (ancora scossi dal mare nero in cui siamo ricaduti oramai da quasi un'ora buona) Malefic decide di uscire di scena, quasi come era entrato, e cioè all'improvviso... quasi che la fine della messa in atto del rito spettasse solo ed esclusivamente agli strumenti... infatti, i volumi si alzano ancor di più, cosa questa che va di pari passo con l'aumentare della teatralità dello show... infatti quasi di colpo il secondo chitarrista (Greg Anderson?) cade per terra come spinto giù dalla marea urlante di feedback... mentre gli altri decantano le loro odi verso il muro di ampli Sunn ed il loro immane suono, alzando al cielo i loro strumenti fino a poi posarli sugli stessi, fino ad un ultimo interminabile rombo che farà vibrare gli organi interni dei presenti per molto ma mOOOOOOO)))lto tempo... che altro aggiungere?
Sicuramente lo spettacolo più estremo a cui mi è capitato di assistere... assolutamente imperdibile, raggelante e che difficilmente scorderò... Per chi avesse finito di leggere questa (interminabile, come il flusso sonoro dei Sunn, of course) recensione naturalmente spero che sia corso a vedere almeno una data del tour in Italia di questa band... (4 date in tutto: Torino, Firenze, Milano e Ravenna)... perché ai santi è concessa una sola possibilità di venuta in paradiso... (il paradiso di O'Malley, naturalmente, fatto di droghe assunte e di droghe propagate tramite ampli)...
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