Dopo la parentesi di Life Among The Ruins, Defeis concentra tutte le sue energie su una trilogia fra uomo e divinità, reputata da molti l'apice compositivo del gruppo. La prima parte di The Marriage colpisce soprattutto per il suo sound compatto, presente in I Will Come For You, Blood Of The Saints, The Last Supper, ma anche per l'eleganza e la ricerca di melodie in House Of Dust, Self Crucifixion, e Forever Will I Roam. Un Pursino più ispirato che mai, e Defeis che raggiunge con la sua voce picchi vocali ed emotivi, che in pochi sapranno più eguagliare nel genere.
  • perfect element
    26 set 17
    L'album che me li fatti conoscere, molto bello. Per quanto anche Life among the ruins e The age of consent siano notevoli....
  • Harlan
    30 set 17
    Life Among The Ruins anche se estraneo, ma neanche più di tanto, alle loro sonorità, è un disco molto piacevole da ascoltare. Age Of Consent è uno dei loro più sottovalutati, e che personalmente ritengo migliore di Noble Savage..
Virgin Steele: Life Among The Ruins
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Dopo un periodo passato fra il fallimento della casa discografica successivo alla pubblicazione di Age Of Consent nell' 88', in molti davano per morti e sepolti i Virgin Steele. Nel '93 Defeis e Pursino tornano con un disco estraneo alle loro sonorità, puntando più sull' AOR, mantenendo incredibilmente allo stesso tempo la raffinatezza e la classe che ha sempre contraddistinto questo gruppo. Fra gli episodi più riusciti vanno citate Sex Religion Machine, l'energia I Dress In Black (Woman With No Shadow), Too Hot To Handle, e Jet Black. Estraneo alla loro restante produzione , ma non troppo.
Virgin Steele: Noble Savage
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Jack Starr viene cacciato dalla band, e Defeis può finalmente esprimere la sua passione per la musica "barbaro-romantica". Personalmente lo ritengo ancora in parte acerbo, con qualche canzone troppo elementare (Rock Me, I'm On Fire, Fight Tooth And Nail), ma il resto dell'album è semplicemente magnifico. Un ottimo preludio per gli album che verranno, ma soprattutto ai capolavori anni 90'.
  • Johnny b.
    20 ago 17
    Buonissimo album di transizione. Passaggio obbligato per gli ottimi album anni novanta specialmente Invictus. Più raffinati e meno violenti dei Manowar ma non per questo meno Epici. A differenza dei Manowar che il loro meglio lo hanno dato subito i Virgin Steele sono migliorati album dopo album.
Virgin Steele: Guardians Of The Flame
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Decisamente più maturo rispetto all'acerbo debutto, Defeis trova una dimensione vocale decisamente più consona al suo stile, e le sfuriate hard rock di Jack Starr diventano più vicine al genere Epic, e il risultato sono pezzi toccanti come "A Cry in The Night", le più veloci "Life Of Crime" e "Burn The Sun", e la grandiosa Titletrack. 3,5 arrotondato a 4 solo per quella meraviglia di canzone che risponde al nome di "The Redeemer".
Mi viene difficile considerare questo lavoro come un album dei Virgin Steele. Troppi, troppi pezzi tirati eccessivamente per le lunghe, alcuni sconclusionati (Devilhead, Glamour, Fallen Angels), altri dove la voce ormai andata, ma non usata al meglio di Defeis, irrita non poco (Delirium, We Disappear), e poche canzoni che si salvano (Black Sun-Black Mass, Persephone), il tutto contornato da una produzione indegna e da strilletti e miagolii a non finire. Posso concordare sul fatto che la band non voglia pubblicare un album uguale all'altro, ma se Defeis avesse continuato sulla strada intrapresa con il sottovaluto The Black Light Bacchanalia, adesso staremmo parlando di un altro capolavoro. Ma purtroppo non è così.
  • perfect element
    20 ott 17
    Dopo Marriage niente più. Peccato.
  • Harlan
    20 ott 17
    So come la pensi su invictus, quindi non insisto. Però per me fino ai due House Of Atreus hanno mantenuto una loro personalità, e sopratutto un ottimo stile musicale. I due successivi sono discutibili invece, e molto..
I Virgin Steele non subiscono un minimo calo di ispirazione, e dopo un anno e mezzo dall'uscita del primo capitolo, fanno uscire la seconda parte di The Marriage Of Heaven And Hell. Parte delle ritmiche serrate che contraddistinguevano la prima parte vanno perse, per essere però sostituite da una teatralità musicale e un sound per molti tratti pomposo, quasi appariscente. Il disco verrà citato per altro da molti come ispirazione per il genere Symphonic Metal. Pursino riesce a creare passaggi di chitarra meravigliosi come in Crown Of Glory, Emalaith, Vctory Is Mine, supportato da un David Defeis in piena maturità sia compositiva che vocale, riuscendo a creare atmosfere surreali in pezzi come Prometheus, Twilight Of The Gods, o le tiratissime Devil/Angel e Symphony Of Steele. Capolavoro.
Virgin Steele: Age of Consent
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Quello che avrebbe dovuto rappresentare l'album della consacrazione per i Virgin Steele, diventa il punto che li avrebbe potuti portare allo scioglimento. La casa discografica sotto il quale Age Of Consent viene pubblicata va in fallimento poco dopo l'uscita di quest'ultimo, il tour annullato, e per quasi 5 anni il monicker VS sembra essere sparito. Questo non toglie però la grandezza dei pezzi e la maturità artistica compositiva raggiunta da Defeis e Pursino, della quale The Burning Of Rome (Cry For Pompeii) ne è l'esempio migliore. Da citare anche la potenza di canzoni come Let It Roar e la fantastica Lion In Winter, o la drammaticità di Tragedy e Cry Forever. Un must da avere per i fan del genere Epic, ed essenziale per capire il cammino dei Virgin Steele come punto di svolta.
Virgin Steele: Visions of Eden
CD Audio Ce l'ho ★★★★
Dopo ben 6 anni dall'ultimo disco, Defeis se ne esce con probabilmente l'album che più ha fatto dividere i fan dei Virgin Steele. Un concept che spazia sia su territori heavy metal, che al limite del teatrale con un interpretazione vocale dei personaggi magistrale. Leggermente prolisso, l'album non riesce a fare breccia fra molti appassionati per la troppa diversità con i lavori degli anni 90' sopratutto per colpa di una produzione, al tempo insufficiente. Nella versione remixata del 2017 invece, questo disco vede la sua naturale consacrazione con una produzione all'altezza. Forse l'ultimo grande capolavoro dei Virgin Steele.
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