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Dimenticai i voti!
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Bella recensione, l'altra non mi ha convinto non perchè Donjunio ha stroncato il film, ma perchè la sua analisi è fallace. Visto che parlate di Mereghetti racconto una cosuccia. Qualche anno fa quando presentava "La mostra della laguna" con la Dandini, lo sentii parlare di un film presentato a venezia dal titolo "guardami". E' una storia ambientata nell'ambiente del cinema porno. La protagonista è una porno star che si ammala di tumore al seno. Giudizio di Mereghetti: film moralista. Diceva che alla protagonista viene il tumore in quanto porno star. Piccolo particolare: alla fine la protagonista guarisce. Dove sta allora il moralismo? Il regista, presente anche lui in trasmissione, continuava a ripeterlo. "Alla fine guarisce... Alla fine guarisce". Mereghetti non capiva o faceva finta di non capire. Ora io mi chiedo: perchè dare ascolto a personaggi simili?
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Beh Grasshopper, se ti è piaciuto "Caminhos" ti do un consiglio. Procurati "O primeiro canto" Cd successivo della Pontes e bello tanto quanto "Caminhos". Ogni tanto lo vedo in edicola a 8 €. Vedrai che ti verrà voglia di recensirlo e lì troverai campo libero. Ciao.
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Sono d'accordo con Hal sull'argomento musica: in una storia dove la musica assume un ruolo così importante, doveva essere maggiormente approfondito. I riferimenti beethoveeniani sono molteplici: pure il campanello della casa dello scrittore suona il "TA TA TA TAAAN" della quinta di Beethoveen. Ma non trovo che nel film si affermi un nesso di causa effetto tra violenza e arte. A parte forse in un unica scena. Quella dello scontro con Tim e Georgie, nel quale Alex dice espressamente di essersi ispirato alla musica di uno stereo proveniente da una finestra aperta. Per il resto mi pare che il rapporto che Kubrick vuole affermare sia legato al piacere. Entrambe provocano piacere al protagonista e una volta che Alex viene programmato a non commettere violenze, gli viene sottratto pure il piacere che gli dà la musica (per non dire di quello sessuale). Infine, per scontentare Stoopid, un accenno al rapporto libro-film. Terminano in maniera diversa. Nel libro Alex benchè guarito dagli effetti della cura ludovico, ottenuto un buon posto di lavoro, pensa a sposarsi e a mettere al mondo dei figli. Il film sapete tutti come finisce. Anche solo per questo motivo, per conto mio è da preferirsi il film.
Voto:
Beh, immagino che ci voglia una voce fuori dal coro. A me è piaciuto. Considerato come è stato realizzato (giravano durante il fine settimana) e quanto è durata la realizzazione (praticamente dalla fine del caso scafroglia fino all'anno scorso) tutto sommato Guzzanti ha confezionato un bel film. Ci sono poi delle invenzioni geniali. L'idea stessa dell'espansione "in verticale" del fascismo e della conseguente colonizzazione del pianeta rosso "bolscevico e traditor" è geniale. Il lavoro sul linguaggio da cinegiornale è straordinario. E' quello che fa da collante alle scene. L'attacco squadrista alla befana mi ha fatto scompisciare e pure le citazioni non sono male: quella da Schlinder's list, con il minimmo (o la minimma) rossa mi pare una bella trovata. E dato che abbondano gli uno...
Voto:
mmmmhhh, i this heat non li conosco. Me li sono Segnati. Alla Prossima!
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Igordimi, se conosci quegli album, sono portato a pensare che l'unico problema con la mia recensione stava nella parola "sbrodolate"... Suvvia, come diceva Battiato, un po' di leggerezza e di stupidità aiutano a vivere meglio.:-) Poi, non ho nessuna intenzione di sembrarti pedante, ma fra "Desperate Straights" e "In praise of Learning" c'è un bel salto. La mano dei cow si sente certamente nelle orchestrazioni di "Desperate..."; testi e melodie sono però degli Slapp. Quando i Cow si sono messi a scrivere per la Krause è venuto fuori "In praise of learning". E in "In praise...", a parte "War", scritta ancora da Blegvad e Moore, ci sono composizioni che, esclusi anche i due strumentali, con molto sforzo riuscirei a considerare semplici canzoni e soltanto perchè Dagmar Krause ci canta sopra. Sai perchè Blegvad se n'è andato? Perchè nella partitura di "Living in the heart of the beast" (parole sue) si perdeva, non era letteralmente in grado di suonarla. Inoltre considera che "Hopes and fears" e "Western Culture" sono usciti entrambi nel 1978. A parte Dagmar Krause, presente solo su "Hopes...", in entrambi i dischi suonano le stesse persone. A che scopo far uscire due dischi con due diverse firme se fra Henry Cow e Art Bears c'era la consequenzialità che tu vedi? Risposta: Tim hodkingson e compagni volevano tenere i due progetti ben separati perchè credevano fossero incompatibili tra loro. E a questo ho fatto riferimento nella recensione... Per ciò che concerne il Frith post bears, "Gravity" è secondo me un gran bel disco. Oltretutto piuttosto solare, cosa che dopo i Bears... Ci siamo capiti... Magari, se non lo conosci, ti potrebbe piacere. E belli sono anche i dischi dei News form Babel. Ciao.
Voto:
"Kubrick è un puro manierista storpiatore di testi letterari": hai scelto il film meno adatto per sostenere una tesi di per sè insostenibile. Il romanzo di Anthony Burgess è un buon romanzo, Kubrick l'ha seguito paro paro a parte il finale. Il film termina con capo drugo Alex Delarge quasi guarito dai malanni fisici e definitivamente liberato dagli effetti della cura Ludovico, pronto a riprendere la vita di prima, forte del sostegno addirittura del primo ministro in persona. Il romanzo va oltre e ha un finale moraleggiante: Alex lavora presso una sorta di audioteca, guadagna bene, è soddisfatto. Un giorno incontra il quarto drugo, quello che non fa il poliziotto e che nel frattempo si è sposato. E' in compagnia della moglie incinta. Dopo questo incontro pure ad Alex verrà voglia di sposarsi e mettere al mondo dei figli. Personalmente fra i due finali preferisco quello di Kubrick. Burgess nell'appendice all'edizione dell'Einaudi si dice pienamente soddisfatto della "traduzione" di Kubrick. E se lo dice lui... La rece è un accozzaglia di sciocchezze.
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No davejon, non sbagli, figuriamoci...
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Un grazie e un ciao a tutti i commentatori; Avrei voluto mettere qualche sample di più, ma il server mi dava errore, così ho rinunciato; comunque quelli che ho mandato, direi che danno un idea di come suona l'album. Una cosa per Igordimi: "sbrodolate", lo ammetto, è un termine semplificante e rozzo. L'ho usato proprio per questo. Poi parli dei Cow e nomini "Sort of", album col quale i Cow non hanno avuto nulla a che fare. Nomini Casablanca Moon, ma è un album anch'esso degli Slapp Happy, i Cow si sono limitati a suonarci insieme. "Desperate Straight" e "In praise of learning" sono lavori più comuni, nei quali, nel primo prevale la componente compositiva degli Slapp, nel secondo quella dei Cow. E se hai ascoltato "In praise.." come dici, non puoi non ammettere che le composizioni sono sicuramente più lunghe ed esulano dalla canonica forma canzone. Solo "war" può essere considerata una "canzonetta" e non ha caso a firmarla sono Blegvad e Moore. Poi non parli di "Legend", "Unrest" e "Western Culture" che evidentemente non conosci, altrimenti saresti stato d'accordo con me. Infine, se vai a vedere il link del more-info, leggerai alcune di quelle cose che io ho brutalmente riassunto nel secondo paragrafo. A raccontarle è Chris Cutler in persona. Comunque grazie dell'intervento.
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