vellutogrigio

DeRango : 1,60 • DeEtà™ : 6892 giorni

 L'eroe del cinema italiano dell'ultimo secolo è stato... Federico Fellini da Rimini, sognatore e cineasta amato un po’ ovunque.

 Amarcord è il film di Fellini che mi piace di più, proprio perché le scene... sono funzionali ad un racconto vero e proprio.

La recensione esprime una visione personale equilibrata su Amarcord, capolavoro di Fellini. Pur apprezzando l'aspetto onirico integrato a un racconto autobiografico, emerge una critica verso l'autoreferenzialità e l'indulgenza del regista nel rappresentare i limiti del Paese. Il film viene valutato con una stima moderata, riconoscendone i meriti ma sottolineando alcune riserve. Scopri il fascino onirico di Amarcord, un classico senza tempo del cinema italiano.

 Non vi è nulla da salvare in questo film.

 Un semplice confronto con le atmosfere jazz prog delle prime colonne sonore del cinema argentiano mette in luce la scarsa attitudine del metal anni '80 ad arricchire la rappresentazione filmica.

La recensione mette in luce la delusione provocata da Opera (1987), film di Dario Argento considerato uno dei punti più bassi della sua carriera. La trama risulta povera e poco credibile, l'esecuzione degli attori scadente, e il tentativo di mescolare atmosfere liriche e heavy metal si dimostra inefficace. Nonostante alcune scene stilisticamente apprezzabili, il film manca di coerenza e non regge il confronto con i capolavori argentiani degli anni '70 e primi '80. Scopri perché Opera è considerato un capitolo controverso nella filmografia di Argento.

 Il film ha quasi un carattere divulgativo, avvicinando ad un genere cinematografico considerato, a torto, di serie b, anche il pubblico meno avvezzo.

 La Torino bene degli anni '70 è scossa dall'omicidio dell'architetto Garrone, ambiguo e vizioso professionista massacrato con un fallo di pietra (!).

La recensione analizza positivamente 'La donna della domenica' di Luigi Comencini, sottolineando il suo ruolo nel giallo all'italiana anni '70. Pur inferiore al romanzo di Fruttero e Lucentini, il film si distingue per l'eleganza formale e un cast forte, avvicinando anche i non esperti al genere. Viene evidenziata la differenza fra complessità letteraria e semplicità cinematografica, con una nota finale sulla possibile influenza su 'Profondo Rosso'. Scopri l’eleganza del giallo all’italiana con 'La donna della domenica'!

 Punto forte del film è il finale a sorpresa, il più inatteso della filmografia di Argento.

 Il film non soffre i limiti della filmografia successiva: soggetto e sceneggiatura sono ben impostati e credibili.

L'Uccello Dalle Piume Di Cristallo è l'eccezionale film d'esordio di Dario Argento, che fonde influenze letterarie e cinematografiche in un thriller solido e coinvolgente. La fotografia di Vittorio Storaro e la colonna sonora di Ennio Morricone arricchiscono l'atmosfera, mentre il finale a sorpresa resta uno dei punti più memorabili della carriera del regista. Il film resiste bene al tempo grazie a una sceneggiatura credibile e una regia misurata, lontana dall'eccesso tipico delle opere successive di Argento. Guarda ora questo caposaldo del thriller italiano e scopri il talento nascente di Argento!

 E’ come se in questo film Villaggio mettesse in scena la propria storia e la propria vita, si autodenunciasse come vittima e carnefice.

 E’ il film in cui il nostro recita meglio: basti notare come si trasfiguri, anche fisicamente, nel ruolo del povero travet e nel ruolo dell’aguzzino.

La recensione esplora la complessità dell'attore Paolo Villaggio attraverso il film "Fracchia la belva umana" (1981), dove interpreta due ruoli opposti che rappresentano la sua stessa ambiguità. Il film mescola comicità e riflessioni profonde sulla natura umana, con una performance definita tra le migliori della sua carriera. L'autore apprezza particolarmente l'equilibrio tra scene farsesche e momenti più intensi presenti nel film. Scopri la perfetta dualità di Paolo Villaggio in Fracchia la belva umana!

 Il film sembra precorrere le intuizioni del Dario Argento di 'Phenomena', in cui splendidi paesaggi alpini fanno da sfondo a orrori e delitti.

 La risata beffarda che conclude il film appare come la resa dell'uomo al proprio destino, il riconoscimento di una sconfitta.

Il film 'La Più Bella Serata della Mia Vita' di Ettore Scola con Alberto Sordi è un adattamento grottesco e moralista del racconto 'La panne' di Friedrich Dürrenmatt. Pur apprezzando la regia e la recitazione di Sordi, la recensione sottolinea le differenze significative con l'originale, soprattutto nel finale, evidenziando il contrasto tra mondo esterno e dramma interiore. La pellicola riflette sull'ipocrisia e la doppiezza sociale con un tono beffardo e inquietante, risultando un'opera interessante e riuscita a metà. Scopri l'intensità e il grottesco di questo classico italiano, guarda il film ora!

 "Se io, Aguirre, voglio che gli uccelli cadano fulminati, gli uccelli devono cadere stecchiti dagli alberi! Sono il furore di dio."

 La natura è la vera protagonista del film, l'unico soggetto che rimane costantemente in scena per tutto il tempo del lungometraggio.

Il film 'Aguirre, furore di Dio' di Werner Herzog è un capolavoro visionario che unisce un realismo crudo a una profonda riflessione sulla natura e la follia umana. La pellicola racconta la discesa verso la rovina di una spedizione spagnola nell'Amazzonia guidata dal tirannico Aguirre. La natura, protagonista indiscussa, diventa simbolo del potere distruttivo e dell'insostenibile brama di dominio. La colonna sonora dei Popul Vuh e le citazioni simboliche aggiungono un valore unico a questo thriller dell'anima. Guarda Aguirre e immergiti in un viaggio cinematografico unico nella natura selvaggia e nella follia umana.

 Fitzcarraldo non si fonde con la natura ostile, ma agisce su di essa con la propria tecnica, perseguendo un progetto profondamente borghese.

 Il destino di Fitzcarraldo è quello dell’eterno ritorno, volto a compiersi mediante il dominio dell’uomo sulle cose.

La recensione approfondisce Fitzcarraldo di Werner Herzog, evidenziando il folle ma poetico viaggio del protagonista nell’Amazzonia. A differenza di Aguirre, Fitzcarraldo agisce su una natura ostile con un progetto concreto, differenziando appassionatamente cultura e selvaggio. Il film evoca un parallelo con il superuomo nietzschiano e un eterno ritorno centrato sul dominio umano. Scopri il fascino visionario di Fitzcarraldo e il suo viaggio nella natura selvaggia!

 Il film viene salvato dalle ottime location torinesi e da alcune articolate scene di suspence.

 Assistiamo a una prima embrionale assimilazione di vittima e carnefice, divisi da una sottile linea di confine.

Il terzo film di Dario Argento, 'Quattro mosche di velluto grigio' (1971), rappresenta un momento importante ma non un capolavoro nella sua carriera. La trama presenta elementi originali e alcune scene di suspense efficaci, sebbene la tensione complessiva sia inferiore rispetto ad altri suoi lavori. La recitazione è altalenante, spicca Mimsy Farmer, mentre alcune scelte di casting sono meno convincenti. Il film è interessante per gli appassionati del genere e per le ambientazioni torinesi. Scopri il lato meno noto di Argento con questo thriller cult da riscoprire!

 Nessuno dei personaggi risultava, inoltre, rassicurante, posto che ognuno di essi... risultava pericolosamente borderline per ambiguità morale, atteggiamento, equilibrio psichico.

 Profondo Rosso rappresenta lo zenit creativo del regista, evidenziando in nuce i limiti del suo futuro lavoro.

Profondo Rosso è considerato un capolavoro del thriller italiano grazie alla regia sapiente di Argento, alla suspense inquietante e alla colonna sonora intensa. La recensione sottolinea l’uso di ambientazioni quotidiane per amplificare la tensione, oltre alla complessità morale dei personaggi e al profondo messaggio socioculturale riguardo la famiglia italiana. Pur riconoscendo alcune incongruenze narrative, il film resta un punto massimo nella carriera registica di Argento. Scopri il thriller cult che ha segnato il cinema italiano, guarda Profondo Rosso!

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