Questo Staind suona come un disco fresco, ispirato, energico e coinvolgente.

 Sentire di nuovo gli Staind così depressi e incazzati è veramente appagante, soprattutto dopo tre dischi di infima qualità.

La recensione evidenzia un ritorno in forma degli Staind con il loro settimo album self-titled, che recupera il sound sporco e rabbioso dei primi dischi. Dopo anni di declino, la band sorprende con tracce energiche e coinvolgenti, grazie anche a un Aaron Lewis ispirato. Non mancano alcuni momenti meno convincenti, ma nel complesso il disco è visto come un rinnovo autentico e gradito della loro musica. Scopri il nuovo album degli Staind e riscopri le loro sonorità rimasterizzate!

 Qui siamo anni luce al di sopra di 'Indestructible', con atmosfere più oscure, ruvida e arrabbiate.

 Un ascolto godibile; niente di epico, ma nemmeno niente di orribile.

La recensione analizza l'album 'Asylum' di Disturbed, considerandolo un netto miglioramento rispetto al precedente 'Indestructible'. Pur senza grandi innovazioni, l'album presenta atmosfere più scure e arrabbiate con alcune tracce memorabili. Tuttavia, le ultime canzoni risultano meno convincenti e a tratti riempitive. Nel complesso, un lavoro godibile che rilancia la band dopo un periodo difficile. Scopri l'evoluzione di Disturbed con Asylum, ascolta ora!

 La trama ormai è talmente banale che non può colpire più nessuno.

 Meglio che se ne vada in pensione a godersi la vita, invece che tirare fuori film sempre più brutti e sempre più inutili.

La recensione di Giallo di Dario Argento evidenzia un film deludente con una trama ripetitiva e poco originale, attori poco convincenti e un finale frustrante. Il recensore sottolinea come il regista sembri aver esaurito le idee già dagli anni Novanta. La mancanza di suspense e colpi di scena rende l'opera una prova debole rispetto ai suoi capolavori passati. Scopri perché Giallo non regge il confronto con i migliori Argento, leggi ora la recensione completa!

 "Aaaah, merda! Che soddisfazione poter premere play e ascoltare tutte e dieci le canzoni, finalmente di fila!"

 "Make Me A Believer basterebbe a superare entrambi i due album precedenti, catturando dall'inizio alla fine."

La recensione racconta l'attesa lunga e travagliata per il nuovo album dei Crossfade, "We All Bleed", un concept album che narra il periodo oscuro e la rinascita di Ed Sloan. Il disco si caratterizza per un sound più pesante, diretto ed emotivo, con brani intensi e variegati che spaziano da ballad acustiche a esplosioni di rabbia. Viene sottolineata l'alta qualità compositiva e la maturità artistica, facendo di questo lavoro uno tra i migliori del 2011. Scopri ora l'intensità di We All Bleed e ascolta l'evoluzione dei Crossfade!

 Una parola: noia.

 Il sound è stato ammorbidito, le emozioni sono state risucchiate dai soldi.

La recensione descrive 'Holding Onto Strings Better Left To Fray' dei Seether come un album noioso e privo di originalità, lontano dal passato più brillante della band. Pur riconoscendo qualche traccia salvabile, il critico sottolinea una generale sensazione di banalità, una produzione ammorbidita e una prova vocale deludente. Il disco non riesce a coinvolgere né a giustificare l'attesa dopo diversi anni di pausa, segnando una stagnazione artistica del gruppo. Scopri le vere debolezze di Holding Onto Strings e valuta tu stesso!

 I Silverstein avevano detto che l'album avrebbe contenuto tonnellate di screaming e breakdown; e non hanno detto una bugia.

 Se la band non vi piace, l'album non vi piacerà; ma se li ascoltate, 'Rescue' non vi può mancare.

La recensione analizza Rescue, il quinto album dei Silverstein, sottolineandone la varietà musicale e l'intensità emotiva. L'album presenta il maggiore uso di breakdown della band e tracce che spaziano dal heavy all'acustico. Nonostante qualche brano meno riuscito e un lavoro chitarristico poco ispirato, Rescue è considerato un buon lavoro per gli amanti dell'emocore e un'espressione autentica del gruppo canadese. Ascolta Rescue e scopri l'intensità unica dei Silverstein.

 Il singolo di lancio è la grintosa Shoot It Out, la canzone più pesante mai scritta dal gruppo.

 Il suo onesto 7 su 10 se lo guadagna senza fatica.

La recensione esamina l'album Feeding The Wolves dei 10 Years, evidenziandone la crescita rispetto agli album precedenti. Con un mix di tracce tirate e power ballad, il disco mostra la vocalità di Jesse Hasek e un’assoluta solidità ritmica, consigliato agli appassionati di hard rock melodico. Non è un lavoro rivoluzionario, ma merita un buon punteggio per la qualità e il coinvolgimento offerti. Ascolta Feeding The Wolves e scopri il fascino melodico dei 10 Years!

 Peccato per la delusione che mi sono ritrovato fra le mani.

 Non annunciare un album pesante per poi rifilarci dentro ben quattro ballad su undici canzoni.

La recensione valuta il terzo album dei Red, 'Until We Have Faces', con aspettative alte ma risultati deludenti. Pur apprezzando alcune tracce più aggressive come 'Feed The Machine' e 'The Outside', l'autore critica la presenza eccessiva di ballad e brani lenti, ritenuti poco coinvolgenti. Il lavoro manca di continuità e spinta rispetto alle premesse, con solo qualche momento di intensità che salva l'ascolto. Scopri se Until We Have Faces è il disco che fa per te leggendo la recensione completa!

 "'Danger Days' non è altro che un dischetto Pop Punk decisamente riuscito malissimo e suonato anche peggio."

 "Le canzoni che mi piacciono sono appena 6 su 15, e nessuna di queste è apprezzabile per tecnica o mi è rimasta particolarmente impressa nella memoria."

La recensione analizza il quarto album dei My Chemical Romance, 'Danger Days', evidenziando un cambio di stile verso un pop punk meno convincente rispetto a 'The Black Parade'. Nonostante alcune tracce siano apprezzabili, il disco complessivamente non soddisfa né a livello tecnico né emozionale. L'assenza del batterista Bob Bryar è sottolineata come un fattore negativo. Il voto finale è basso, indicando una delusione rispetto alle aspettative. Scopri se Danger Days vale la pena ascoltarlo o evitarlo con la nostra recensione completa.

 Il riff di Fight Inside colpisce come un pugno in faccia l'ascoltatore, catapultandolo nella dimensione infernale ed eterea dell'album.

 Innocence & Instinct riesce là dove End Of Silence aveva fallito, con un'alchimia perfetta tra strumenti elettrici, archi ed elettronica.

Innocence & Instinct segna un netto miglioramento per i Red rispetto a End Of Silence, grazie all'apporto del nuovo batterista Joe Rickard e a una produzione più curata. L'album esplora un concept sul dualismo umano, con sonorità che fondono rock potente, elettronica e orchestrazioni. L'energia è maggiore e le liriche più introspettive, con alcune tracce di grande impatto come Fight Inside e Overtake You. Pur non rivoluzionando il genere, il disco merita un ascolto per gli amanti del rock moderno. Ascolta Innocence & Instinct per scoprire la nuova potenza dei Red!

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