Da appassionato al genere fantascientifico ho una considerazione di una certa cinematografia di genere che è molto bassa. Voglio dire, penso a tutte quelle produzioni spettacolari hollywoodiane di Serie A oppure di Serie B e la cui unica giustificazione starebbe nei famosi 'effetti speciali'.

Mi riferisco in generale a tutto quello che riguarda grosse astronavi che sparano raggi laser e che battagliano tra di loro nel cosmo infinito per il possesso di interi imperi intergalattici. Cose che francamente quando sono portate sul grande schermo, sono per lo più stupide e di una ingenuità priva di fascino come per esempio potrebbe essere per le prime pittoresche produzioni cinematografiche sci-fi degli anni cinquanta.

E mi riferisco solo al cinema in particolare perché è altresì indubbio che esistano capitoli letterari del genere che nella specie sono godibilissimi e dalla cui lettura, ma la produzione cartacea è per forza depurata da tutte quelle deformazioni e forzature del grande schermo, continuo sinceramente a ottenere buona soddisfazione.

Ci sta questo disco qui comunque che, ascoltandolo, mi ha fatto per forza pensare a quelli che possono essere grossi cannoni atomici montati in dotazione a gigantesche astronavi da battaglia impegnate in epici e apocalittici scontri degni delle grandi battaglie navali combattute in altra epoca da comandanti di vascello e ammiragli dell'Impero di Sua Maestà la Regina come l'eroe nazionale britannico Lord Horation Nelson.

E allora come pregaro i Geni del ritorno al prode, che tronca fe' la trionfata nave, del maggior pino, e si scavò la bara, così ecco qui questo disco degli Elder, formazione heavy-psych proveniente da Boston, Stati Uniti d'America, e che con questo secondo doppio LP (uscito lo scorso due giugno su Stickman Records in Europa e Armageddon Label negli Stati Uniti) intitolato 'Reflections of a Floating World' si affaccia prepotentemente alla ribalta proponendo con grande prepotenza sonorità che forse non sono originali e inedite ma che sono sempre un vero e proprio toccasana per tutti quelli che sentono il bisogno di viaggi spaziali completamente allucinati e sparati alla velocità del suono.

Nicholas DiSalvo (voce, chitarra, tastiere), Jack Donovan (basso), Matt Couto (batteria), Michael Risberg (chitarra), Michael Samos (pedal steel) propongono una formula sonora e una rivisitazione dell'heavy-psych e dello stoner le cui derivazioni, a partire dai più celebrati Kyuss e le assolate Desert Sessions di Josh Homme, dai padri del genere sono tanto evidenti quanto certe influenze heavy-metal (Mastodon oppure Neurosis) oppure 'sludge' (Melvins).

Parliamo di un doppio LP in cui tutte e sei le tracce hanno una durata prossima oppure superiore ai dieci minuti e quindi di composizioni apparentemente complesse e che in alcuni casi possiamo considerare come comprensive di diverse 'sezioni'.

Sostanzialmente la maggior parte delle tracce riprende propriamente le sonorità più viscerali e prepotenti dell'heavy-psych mescolate a una certa visione ideale apocalittica di derivazione metal. Le sonorità di una canzone come 'Sanctuary' sono effettivamente 'mastodontiche': il suono delle band sparato a mille dalle casse del vostro stereo dà esattamente la stessa sensazione che assistere al Millenium Falcon preso a pallonate di fuoco dalle truppe imperiali. L'influenza metal è evidente nel cantato, ma anche in determinate soluzioni sonore forse troppo schematiche nella loro esecuzione come quelle di 'Staving Off-Truth' (dove potete sentire anche l'eco di formazioni come i Melvins e persino Soundgarden e Screaming Trees) oppure 'Thousand Hands', ma l'acidità complessiva del suono fa sì che anche questo che potrebbe essere teoricamente un difetto di stile, finisca con l'essere una caratteristica peculiare del suono della band. Che a volte forse eccede nella pretesa di sfondare ogni possibile parete sonora, come la composizione doom in tre atti di 'The Falling Veil', mentre altre improvvisamente ti fa scoprire una certa devozione per le sonorità cosmiche più classiche del kraut-rock ('Sonntag').

Prepotenti e maestosi come alcune derivazioni Swans oppure certi episodi del genere post-rock tipo Explosions In The Sky oppure Godspeed Black Emperor! e allo stesso tempo devoti anche a un certo progressive e hard rock degli anni settanta, gli Elder sono un gruppo che considero trasversale e il cui disco in questione ha più di qualche cartuccia da sparare in direzioni diverse e facendo sempre centro ad ogni bersaglio.

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