Estate del '68.

Ho licenziato Dio,
gettato via un amore,
per costruirmi il vuoto,
nell'anima e nel cuore.

Solitudine, guerra dentro se stessi. Per trovare la pace effimera giocando a palla con il proprio cervello. Morire vivendo. Vivere impiccati.

Chi mi riparlerà di domani luminosi,
dove i muti canteranno e taceranno i noiosi...

Domande poste mentre si osserva la gente attorno, che cammina, sbriga le faccende quotidiane, corre.
In perenne fretta. L'aria che ci stringe e ci spintona.
In perenne fretta, senza curarsi dell'essenza della vita. Apparentemente vivendo.

Tu che m'ascolti insegnami
un alfabeto che sia
differente da quello
della mia vigliaccheria.

Richieste d'aiuto quando la nostra anima non basta per la salvezza.
Attraversiamo correndo un ponte che da sul mare senza accorgerci che il ponte è spezzato al centro. Oppure accorgendocene troppo tardi.
Precipitiamo lentamente nell'abisso.
Il tempo rallenta per regalarci malizioso attimi in cui pensare che la nostra vita è stata solo un gioco.
Abbiamo combattuto contro noi stessi. Autodistruzione. Tutti morimo a stento, ingoiando l'ultima voce.

"Non siamo morti. Non abbiamo mai vissuto"

1 - Cantico Dei Drogati
2 - Primo Intermezzo
3 - Leggenda Di Natale
4 - Secondo Intermezzo
5 - La Ballata Degli Impiccati
6 - Inverno
7 - Girotondo
8 - Terzo Intermezzo
9 - Recitativo (Due Invocazioni E Un Atto D'Accusa)
10 - Corale (La Leggende Del Re Infelice)

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