FOLKSTONE - Ossidiana

(Folkstone Records / Universal Music)

Dall’unione tra il rock e la musica folk (ma non solo) nasce Ossidiana, il nuovo disco dei Folkstone.

Un disco studiato nei minimi dettagli, partendo dai testi fino ad arrivare agli arrangiamenti.

Un album che inneggia al cambiamento.

Il titolo si riferisce infatti al nome di un vetro vulcanico che si trasforma nel suo ciclo vitale e che cambia struttura, proprio come questo nuovo album in cui i Folkstone si sono lasciati avvolgere dai cambiamenti e dalla voglia di sperimentare nuove forme di musica e parole.

Attraverso i tredici brani che lo compongono ci si può trovar catapultati in atmosfere cariche e intense, o al contrario più malinconiche e introspettive, in cui la fan da padrone le linee folk che si ripresentano in ogni brano.

Il disco apre le danze con Pelle nera e rum (primo singolo estratto), brano che ci pone subito di fronte al cambiamento, ovvero un pezzo a cavallo tra il country e un blues energico, non proprio il classico stile dei Folkstone.

Scintilla ci riporta già in territori più familiari, tra imponenti chitarre hard rock e un ritornello che chiede solo di essere cantato da sotto il palco.

Si continua con Anna, primo pezzo acustico del disco nonché primo brano in cui le voci di Roby e Lore si intrecciano, seguita da Psicopatia, di pura matrice hard rock, volta a criticare la condizione umana odierna.

Asia rappresenta un verso e proprio inno d’amore rivolto a oriente, sperimentale e luminosa, mentre Scacco al re è una cavalcata folk-metal dai toni epici ma armoniosi, grazie anche alla presenza di un’arpa che si stacca dolcemente, per un momento, dal clima creatosi.

Mare dentro è una ballata malinconica che va a contrapporsi a E vado via, decisamente aggressiva.

Istantanea è un’emozionante canzone sul tempo dalle ritmiche evocative, Supernova è la traccia più sperimentale del disco, ricca di suoni, a tratti quasi psichedelica e invece Dritto al petto è un country aggressivo in cui Roby è protagonista.

Sabbia nera ci conduce verso le battute finali con un ultimo slancio di hard rock diretto e pungente ed infine Ossidiana chiude l’opera in grande stile, in modo malinconico ed epico allo stesso tempo, forse la canzone più suggestiva e toccante dell’album.

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