Qualche anno fa Franco Battiato ha avuto la più o meno brillante idea di ristampare buona parte della sua, rigorosamente sperimentale, produzione degli anni settanta. Il risultato di questa operazione sono sette + uno dischetti dal contenuto assai eterogeneo. Alti (su tutti, "Fetus" e "Pollution") e bassi.
Il sesto capitolo di queste ristampe è "Franco Battiato" (1977). Una quarantina di minuti di musica da pianoforte per due soli brani. In "Cafè-Table-Musik" il pianoforte di Antonio Ballista e la voce del soprano Alide Maria Salvetta si accompagnano a quello che lo stesso Battiato definisce un vero e proprio collage "pieno di sostituzioni, manipolazioni, citazioni false, o meglio: copie originali." Roba già sentita in "Clic" per la verità. Con risultati migliori.
L'altro brano si intitola "Zâ". Non ho mai ascoltato niente del genere. Prima. Diciannove minuti e trentatré secondi in cui il solito Antonio Ballista suona praticamente sempre lo stesso accordo. Con qualche variazione.
Siete pronti a tutto questo? Io no.
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