Si può iniziare da qui a conoscere Battiato, il disco è del 1981, quest’anno ha 25 anni ma non li dimostra affatto. Battiato è l’unico cantautore italiano che ci ha fatto vedere il mondo da un’angolazione diversa, come se piegassimo la testa da un lato. Saranno i tempi inusuali per la musica leggera, per esempio il 6/4 della strofa di "Summer On A Solitary Beach"? Un ritmo ternario accompagnato in binario? Saranno gli inserti in lingua inglese, le citazioni di canzoni celebri? Saranno gli apparenti nonsense dei testi? Sarà quel modo ricercato di descrivere situazioni e sentimenti? Ed inoltre, sarà un caso che, del mare che si sente all’inizio del disco, non si capisca se sia un vero mare oppure rumore rosa, un mare sintetico?

Quante domande, quante ipotesi... Il fatto è che Battiato fa provare all’ascoltatore sensazioni ed emozioni uniche, difficili da descrivere. Nessun altro autore italiano trasmette un simile atteggiamento dell’animo. Ad ascoltarlo si viene in contatto con una parte di noi che non sapevamo di avere. Qui la musica, usata come una medicina od una droga, ci porta in stati di coscienza alterati aprendoci spiragli emozionali e visivi verso le molteplici dimensioni della realtà; ed è così che, per esempio, concetti come l’immensità e l’eternità dell’universo diventano facilmente ed emozionalmente percepibili. Battiato, come un alieno arrivato dal cosmo, ci mostra e ci fa provare nuove percezioni della realtà, insegnandoci a guardare il mondo con occhi nuovi.

Inutile fare i complimenti a Battiato, lui, nella sua elegante modestia, sa benissimo di essere solo un tramite, uno dei pochi canali attraverso cui parla la grande coscienza universale con cui ogni artista cerca di mettersi in contatto per trarne le proprie opere. Comunque sia...

Grazie Franco. Ogni disco di Battiato è una finestra attraverso cui guardare dentro se stessi, affacciatevi, se vi và.

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