Progress!

Cos’è “Ahead of Their Time”?

Progress!

Uscito pochi mesi prima della morte di Frank Zappa, le registrazioni risalgono in realtà al 25 ottobre del 1968, data in cui il baffuto compositore organizza un concerto alla Royal Albert Hall, scrivendo, peraltro, quasi tutto ciò che troviamo nell’opera in questione, eccezion fatta per  "Progress?" (Preston/Underwood/Gardner/Tripp/Sherwood/Zappa), "The Jimmy Carl Black Philosophy Lesson"(Black/Zappa) e "Holding The Group Back" (Estrada/Underwood/Zappa).

Ho scritto “quasi tutto”  con cognizione di causa,  perché  “Ahead of Their Time” è un lavoro concepito a 360 gradi per gruppo rock ed orchestra (non a caso le Mothers sono accompagnate da component dell’orchestra sinfonica della BBC), ed in esso non troviamo solo musica.

Divisibile in due parti (dal “Prologue” all’”Epilogue” la prima, da “King Kong” fino alla fine la seconda), le madri e Frank nella prima parte si divertono a gigioneggiare su un conflitto interno alla band (chi vuole musica tendente al “progress!” e chi invece ritiene che essa sia “full of shit, and besides it ain’t be disciplined”), situazione che comporterà divertenti sketch interpretati dai musicisti-attori, anche se purtroppo diversi di questi avrebbero bisogno di un riferimento video per essere gustati appieno, ma, ahinoi, il massimo che abbiamo di quell’evento è questa registrazione. Tra uno sketch e l’altro, i nostri inseriscono delle meravigliose composizioni (si sente particolarmente l’influsso di Varèse,  un pizzico di Cage, ma anche un non so che di Stravinskij ); stupende “The Rejected Mexican Pope Leaves The Stage” e “Undaunted, The Band Plays On”, come è a dir poco sublime l’”Epilogue” che ci accompagna nella seconda parte con “King Kong” che esplode con una potenza ed una carica poche volte ascoltate (anzi, forse mai) nelle altre versioni di questa canzone. L’aria si fa decisamente più jazz, si ha spazio per improvvisare ed il concerto tocca qui uno dei suoi picchi. Tra l’altro sono inseriti diversi temi e variazioni, oltre al principale, che rendono questa versione della composizione particolarmente riuscita e gustosa. A dire il vero, tutta la seconda parte del disco è suonata perfettamente ed emerge, oltre all’abilità compositiva di Frank, l’abilità tecnica dei musicisti, che si mostrano anche come grandi improvvisatori. Particolarmente rilevante “Oh No” e meritevole di un applauso il fatto che la seconda parte proceda in maniera assolutamente naturale come un grande medley; merito anche dei tagli effettuati da Frank Zappa in secondo tempo in fase di mixaggio; il baffone ci regala poi un grande assolo in “The Orange County Lumber Truck, Part Two”, ultima composizione del disco.

Peccato per la qualità della registrazione, decisamente non all’altezza, visto che per il resto nel disco non ci sono neanche veri e propri passi falsi: ovviamente ascoltare intermezzi dal sapore teatrale ha i suoi limiti (ci saranno comici cambi di abito in scena, ad esempio, di cui non possiamo godere), anche se la lezione di filosofia di Jimmy Carl Black (“The Jimmy Carl Black Philosophy Lesson”) è veramente meravigliosa anche solo all’ascolto. Piccola nota stonata la presenza di “Agency Man” nella prima parte, che rappresenta la vendetta di Don Preston (cacciato dal lato progressista della band e mutato geneticamente dai suoi snack macrobiotici) sulla musica sperimentale proposta fino ad allora dal resto delle Mothers (leggasi il “canovaccio” scritto da Frank qui); musicalmente non è niente di che (come doveva essere nelle intenzioni del testo), e non è neanche qualcosa di universalmente comico; una goliardata che pregiudica un po’ l’ascolto. 

Essendo uscito nel 1993, non è tra gli album che hanno avuto grande importanza storica (come avrà “Uncle Meat” oppure  “Hot Rats, pubblicati l’anno dopo questa esibizione, ad esempio), ma testimoniano il procedere del genio Zappiano verso la sintesi di musica contemporanea, jazz, rock e pop, in questo album forse ancora un po’ acerba, ma di livello già molto alto. Non pubblicato allora, probabilmente per la scarsa qualità dell’audio, avrebbe potuto essere qualcosa in più anche sotto il punto di vista storico. Un’ora di musica dedicata a chi mastica già Frank Zappa da un po’ ed abbia un’infarinatura dell’avanguardia musicale del ‘900 e di musica contemporanea, che non guasta mai.

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