Anche questa volta l’estate fallirà; il sole scialacquerà presto tutta la sua energia, ritirerà le lingue di fuoco dentro la sua tana e si leccherà le sue tiepide ferite.

Già oggi, se all’ora del crepuscolo provassimo a tendere il respiro verso l’orizzonte, sentiremmo i primi refoli di una brezza agrodolce che disseta i pori, una brezza che viene da lontano e dal futuro, da Settembre e da Galaxie 500.

Un alito che spira tra arpeggi trasognati, tra languide ballate che danzano sulla malinconia di foglie che presagiscono l’ingiallirsi.

On Fire”, ma in realtà tutto ciò che rimane del fuoco sono le sue ceneri, l’odore di fumo. Lo spettacolo triste di tizzoni ormai spenti e la resa senza condizioni di melodie grondanti eroina che supplicano un’ altra dose, un ultimo solo elettrico da iniettarsi in vena.

Proto-Slowcore che riflette la dolce amarezza delle giornate che si accorciano, quando ci sorprendiamo chinati sul nostro passato e piccoli contrappunti di sax, armonica e organo rinfocolano un poco i ricordi.

E poi quella voce esangue e stentorea, uno spettro che si aggira tra armonie precarie e scricchiolanti che sembra possano andare in pezzi se le si guardasse un po’ più da vicino.

Le luci di Galaxie 500 abbagliano e sconfortano, proteggono e sublimano. Codeine e Low continueranno l’opera.

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