Divenuta, un po' all'improvviso e un po' senza volerlo, diva in Germania (e, a seguire, in Svizzera e Austria) è agli inizi degli anni '80, a tutti gli effetti, l'unica star internazionale che l'Italia puo' vantare in campo musicale (a parte Mina, s'intende). A farla esplodere in mezza Europa è "Latin Lover" (1982), album prodotto da Conny Plank nei suoi studi a Colonia (uno che ha lavorato con Ultravox ed Eurythmics, mica pizza e fichi) e che conosce molto bene il sound degli anni '80, un mix di new wave e rock dall'ampia melodia. Ed è, però, ad oggi il vero problema dei dischi prodotti da Plank: suonano antichissimi, "sound" anni '80 come se non ci fosse un domani, sintetizzatori a palla, distorsioni vocali esagerate o, il più delle volte, inutili. Ascoltate "Puzzle", il disco che consacrerà definitivamente la Nannini: sembra di fare un tuffo in un'epoca lontanissima, quasi giurassica.
"Puzzle" vende moltissimo, in Italia è il secondo disco più venduto (lo batte solo il Vasco live di "Va bene, va bene così"), in Germania va al n.1, in Svizzera pure, in Austria è nella top 5. Contiene 8 canzoni, se ve le elenco voi poi provate a ricordarvene una che non sia "Fotoromanza": "Kolossal"; "L'urlo"; "Siamo ricchi"; "Ciao"; "Fiesta"; "Ballami"; "Se vai via". Ve ne viene in mente qualcuna così, al volo? No, manco a me. Infatti l'intero album ruota intorno alla celebre "Mi telefoni o no, mi telefoni o no?" che si pregiò di un video famosissimo a firma Michelangelo Antonioni (che nel 1982 non era più l'Antonioni dei tempi belli, ma è come se Vasco avesse nel suo curriculum un video a firma Fellini, sono comunque Antonioni e Fellini). Video che, nell'era della nascente moda dei video musicali, spopolò in ogni dove, e la canzone effettivamente funzionava.
“Fotoromanza? Con il produttore Conny Plank ci siamo presi una settimana in un casolare per trovare la ritmica giusta. Ci muovevamo tipo elefantini cuccioli, in maniera simile, con tutto il corpo insieme” (Gianna Nannini)
"[...] In realtà "Fotoromanza" era una canzone più pop che rock: per l'esattezza era una canzone con dei suoni elettronici particolarmente raffinati, che la competenza del produttore tedesco Conny Plank era riuscito a portare all'eccellenza" (Dario Salvatori)
Funzionò anche tutto l'armamentario lessicale che compone un ritornello piuttosto corposo (la camera a gas, la bomba all'hotel, il gelato al veleno). La critica stroncò senza appello il video firmato Antonioni (che è, in effetti, discutibile in quanto eccessivamente didascalico), ma la canzone volò in hit parade, vinse il Festivalbar, Vota la Voce e tutto ciò che si poteva vincere (tolto Sanremo). La Nannini, però, non ne serberà un buon ricordo, come racconterà a Repubblica nel 2001:
"[...] "Fotoromanza" arrivò dopo il periodo più nero della mia vita. Mesi terribili. Ero regredita. Ero finita fuori di testa, viaggiavo in altre dimensioni. Un esaurimento pazzesco [...[ "Mi è capitato di morire e poi rinascere. All'inizio degli anni '80 sono stata molto male. Ero piena di paranoie, vivevo una crisi profonda, avevo un io diviso, uno stato mentale alterato e paura di ogni cosa, come una bambina. [...] Tranne l'eroina, le ho provate tutte. Dalla cocaina, per un po' di tempo, quasi quarant'anni fa, sono stata dipendente. Ero a Londra e ce la portavano in studio con la stessa semplicità con cui oggi ti consegnerebbero un panino. Non stavo mai senza, ci viaggiavo, ero del tutto incosciente. Un giorno vado in bagno e mentre scarto il sasso rosa, quello mi cade nel cesso. Lo vedo sparire nell'acqua e, mentre si scioglie lentamente e sto per metterci le mani dentro, mi dico: 'Non posso fare questa cosa, non posso ridurmi così'. Ho smesso lì. [..] . Poi ho avuto una ricaduta, ma dopo aver fatto un tiro e aver bevuto una tequila prima di un concerto, collassai e dissi definitivamente basta".
Brutta storia, non la sola, ovviamente. Epperò in quegli anni la Nannini è al centro della musica italiana, ha solo 30 anni e pare aver scalzato la vecchia guardia cantautorale che, in confronto a lei, vende pochissimo. E l'idea del titolo, "Puzzle", è proprio quella di un voler ricostruire, come un puzzle appunto, la propria esistenza. Se ascoltato con il gusto di oggi è un album invecchiatissimo, come dicevo all'inizio, se ascoltato con il gusto dell'epoca è impeccabile.
"Fotoromanza" aveva come lato B "Venerdì notte", brano, quest'ultimo, mai pubblicato su album (rimarrà un singolo di cui si perderanno le tracce), ma il disco in sè conteneva alcuni pezzi notevoli: "Ballami" (che non so di cosa diavolo parli, ma ha un ritmo contagioso, ("E la mia mamma, e la mamma è marocchina; e la mia mamma, e la mia mamma è Radio Tokyo") che, però, il pubblico italiano dell'epoca apprezzò meno rispetto a "Kolossal", una specie di brano new-wave rock in cui la nostra si immaginava di vivere in una sorta di metropoli cosmopolita tra fili del tram, ultime birre e dialoghi rap (oggi il ritornello lo censurerebbero seduta stante: "Io non ho, un'anima da negro"). Degna di nota anche il divertissement di "Siamo ricchi", che non sfigurerebbe nemmeno oggi, tolti gli ovvi riferimenti agli anni '80 ("Ragazzi di Versace spruzzati di van cleef, stasera per cambiare vieni vieni A Cap d'Antibes"; "Crociere a Puerto Rico piscine a Santa Fé, prenota dove vuoi ma col mediterranée").
Più sfumati altri brani, dall'interspaziale "Ciao" all'esperimento mexican di "Fiesta". Ma certo è forse l'album più compiuto della Nannini, quello più coinciso (dura solo 35 minuti) e, sicuramente, quello che più la rappresenta, prima della svolta buonista e mielosa dei primi anni '90, laddove il rock fu davvero all'acqua di rose (chi ricorda la terribile "Hey bionda"?). A patto che si sia disposti ad accettare la sua voce, sempre urlante, sempre sopra le righe, anche se in questo caso, molto spesso, irresistibilmente contenuta.
Scusate ma credo abbiano bussato alla porta i Duran Duran. Vado a tuffarmi negli anni '80 (mai ne usciremo vivi, mai).
Elenco tracce testi e video
02 Fotoromanza (04:30)
Se la sera non esci
ti prepari un panino mentre guardi la tv
anche tu?
ti addormenti con qualcuno
che alla luce del giorno non conosci più
anche tu?
ti telefono o no, ti telefono o no
ho il morale in cantina
mi telefoni o no, mi telefoni o no
chissà chi vincerà
Poi se ti diverti
non la metti da parte un po' di felicità
anche tu?
io vorrei sognarti ma
ho perduto il sonno e la fantasia
anche tu?
Ti telefono o no, ti telefono o no
io non cedo per prima
mi telefoni o no, mi telefoni o no
chissà chi vincerà
Questo amore è una camera a gas
è un palazzo che brucia in città
questo amore è una lama sottile
è una scena al rallentatore
questo amore è una bomba all'hotel
questo amore è una finta sul ring
è una fiamma che esplode nel cielo
questo amore è un gelato al veleno
. . . .
Io non riesco a dirlo
è che ti vorrei soltanto un po' di più
anche tu?
Io vorrei toccarti ma più mi avvicino
e più non so chi sei
anche tu?
Ti telefono o no, ti telefono o no
io non cedo per prima
mi telefoni o no, mi telefoni o no,
chissà chi vincerà?
Questo amore è una camera a gas
è un palazzo che brucia in città
questo amore è una lama sottile
è una scena al rallentatore
questo amore è una bomba all'hotel
questo amore è una finta sul ring
è una fiamma che esplode nel cielo
questo amore è un gelato al veleno.
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Altre recensioni
Di Chopinsky
"Il miglior lavoro (ad oggi) nella carriera trentennale della cantante, insuperato nella ricerca di melodie orecchiabili poi 'sporcate' con arrangiamenti poco radio-friendly."
"Considero la miglior canzone dell'intera produzione nanniniana, ossia 'Ballami', un insolito brano dance orecchiabile e arrangiato con originalità."