Giuseppe Cerrato con il suo nuovo album Il Giorno…La Notte riesce a condensare in otto tracce tutto il suo bagaglio e curriculum artistico, dove il blues e il rock si abbracciano alla perfezione.

Il Giorno…La Notte rappresenta un prodotto musicale di estrema qualità, frutto della produzione artistica di Giuseppe Cerrato (autore dei testi e delle musiche, voce, basso e chitarra). L’amore per la musica dell’Associazione Symphonos unita alla comprovata maestria e leggerezza con la quale Giuseppe Cerratomette in musica la propria anima, rendono Il Giorno…La Notte un lavoro apprezzabile per ogni ascoltatore: otto tracce dallo spessore incredibile, che accolgono idee geniali, l’esperienza di musicisti comprovati e la meraviglia della semplicità sofisticata del blues.

La Redenzione di Lucifero apre le danze, con una chitarra suonata con lo slide e che riporta subito alla mente i crocicchi della Louisiana. Come non ricordare il buon vecchio Robert Johnson, il bluesman per eccellenza, che decise di vendere l’anima al diavolo pur di poter imparare a cantare e suonare il blues? La traccia si apre accogliendo il resto della ciurma: basso, chitarra, percussioni e anche un’armonica. Il cantato, in italiano, ricorda da vicino quello del Re, Elvis Presley, talmente caro al Cerrato da averlo voluto omaggiare con una tribute band, che ha tra l’altro avuto la possibilità di aprire alcuni dei concerti di Bobby Solo (del quale Giuseppeè stato musicista dal 1980 al 1994). Mentre tutto scorre perfettamente, con quel tocco di groove leggero tipico del blues’n’roll, Lucifero chiede perdono al Signore, volenteroso di chiudere un brutto capitolo del passato, ma allo stesso tempo conscio del fatto che, probabilmente, l’umanità non riuscirà mai a passar sopra a tutto quanto.

Chi lo sa se con l’Alba Nuova Lucifero si sarà messo l’anima in pace. Una bellissima metafora del giorno e della notte, che apre un’infinità di mondi sull’introspezione, viene dolcemente musicata da melodie dolcissime, da una voce esperta e concisa, in un sussurro deciso ma emotivo, dolcissimo. La delicatezza del pezzo ricorda la brezza estiva di un panorama illuso nel sogno di un’alba nuova, di un nuovo giorno, con all’orizzonte le avventure che la vita ci mette di fronte.

Solo in un cammino a passi pacati, verso un futuro, talvolta nero come la notte senza luna. Il lavoro prosegue con una composizione articolata tra chitarra ritmica e hammond, che dispiega le ali con un’apertura che va ad abbracciare qualche tocco di percussioni in più e che prosegue indossando un groove energico e sensuale.

E arrivò il momento della ballata, sì, ma La Ballata della Tigre. Con un pizzico di country, questa ballata bluesevolve la componente melodica, assumendo le vesti di una tenera ninna-nanna dal profumo dell’estate che finisce. La voce, protagonista con la sua delicatezza, dimostra le proprie doti camaleontiche.

Ne è un esempio la successiva, Io e la Mia Bella, in cui il canto si inspessisce e si carica di un’energia fresca. Tra latrati in sottofondo e nitriti, questa divertentissima traccia è un’irresistibile esplosione di ritmo country, condita dai violini da saloon e dal tintinnìo delle campane al collo di un gregge di bestiame al pascolo.

Con La Luna si ritorna sui passi più malinconici de La Ballata, colorito della presenza di un pianoforte leggero, che si mescola perfettamente ai ritmi più mediterranei e alle corde pizzicate di chitarra.

Ho Visto la Luce racchiude una splendida riflessione, tinteggiata di divino non solo dal punto di vista delle liriche, ma anche per quanto riguarda la musicalità. Speranza, la parola che sin da subito si impone nella mente dell’ascoltatore. Una sensazione perfettamente sottolineata dall’hammond e dal coro celestiale che doppia la voce principale durante la ripetizione del mantra alleluia.

A chiudere il lavoro ci pensa Un Viaggio nel Buio, tra i pezzi più intriganti dell’intero album: una colonna sonora perfetta per un bel film giallo, in cui la trama si intreccia tra le trombe in sordina e un accordo di pianoforte.

Giuseppe Cerrato ringrazia di cuore, oltre che essere doveroso, gli amici musicisti che hanno aderito alla realizzazione dell’album Il Giorno…La Notte per la grande professionalità che li contraddistingue e soprattutto per l’intuito che hanno dimostrato nelle loro interpretazioni, soddisfacendo in pieno quello che lui stesso avrebbe fatto se avesse saputo suonare bene i loro strumenti.

In particolare si ringraziano: Cesare Zebro, Vincenzo Amalfitano, Angelantonio Feola, Claudio Adorno, chitarre; Giampiero Mercaldo, hammond, piano forte e organetto; Vincenzo Faraldo, violoncello; Fiore Di Nuzzo, batteria; Giuseppe Bellotta, violino; Almerigo Pota, tromba; Angelo Riccio, sassofono; Maurizio Carbone, percussioni;Angelo Rauccio e il suo fantastico coro nel brano Ho visto la Luce;

Raffaele Nasta, ingegnere del suono che ha curato l’ultima fase delle registrazioni presso il suo studio personale e cosa più importante il missaggio finale, leggendo bene tutti i suoni e particolari, nelle pieghe più impercettibili e riuscendo a cogliere quelle che erano le idee di Giuseppe Cerrato, cosa non semplice, con grande intuito, professionalità e conoscenza della materia.

Giampiero Mercaldo, oltre che come musicista già citato sopra, si ringrazia in particolare per aver iniziato con Giuseppe Cerrato questo progetto fin dalla prima pietra, curando gli arrangiamenti, discussioni inerenti ai brani e soprattutto professionale compagno di viaggio.

Ettore Pavone, per gli arrangiamenti delle percussioni, con cui Giuseppe Cerrato ha iniziato anche una nuova editazione sui brani che ha scritto negli ultimi periodi. Percussionista sempre alla ricerca di nuove sonorità, pubbliche relazioni, Art Director e soprattutto amico e persona degna di tale nome, in questo mondo un po’, diciamo così, difficile da incontrare.

Un omaggio speciale direttamente da Giuseppe Cerrato, dalla sua modesta esperienza di musicista che ha girato il mondo, fino al legno del palco dell’Olympia di Parigi (2012), va infine a Bobby Solo, a cui non finirà mai di dire grazie per le esperienze fantastiche che hanno contribuito alla crescita di musicista e uomo, dandogli la possibilità di guardare negli occhi le persone di buona parte del globo.

Le registrazioni, sono state effettuate presso gli studi Sonus di Caserta, a cura di Giampiero Mercaldo.

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