Ignorati nella nostra terra natia, amati da molti europei, addidati come traditori e/o scopiazzatori spudorati del rock che fu, e, cinici nelle strategie commerciali, arriva per i Gotthard il meritato traguardo delle 15 candeline da spegnere assieme ai fans durante il lungo tour di "Lipservice". E, perchè no? di pubblicare persino un DVD.

Lo fanno registrando uno show tenuto nella loro patria natìa, a Zurigo per la precisione, dove sono considerati delle autentiche celebrità. E uno dei punti forti di “Made in Switzerland” è proprio, oltre all’ottima performance della band di Lugano, la strepitosa risposta del pubblico dell’Hallenstadion, di quelli delle “grandi occasioni” per numero e partecipazione. In totale, “Made In Switzerland”, che comprenderà sia un CD audio che un dvd, è un proprio un bel riuscito "pacco-regalo" che sono riuscito ad avere GRATIS ricattando un commesso che lavora in un negozio di dischi fotografando lui e la sua collega in atteggiamenti intimi durante l'orario di lavoro.. ma questa è un altra storia.

Inserisco il DVD nel lettore e mi spaparanzo in salotto nel mio atteggiamento da critico musicale: pop corn, birra ghiacciata e un pò di amici già ubriachi (pensavano che "Gotthard" fosse il nome di una nota casa produttrice elvetica porno.. forse tratti in inganno dalla copertina del disco). Nel menù principale mi si presentano le 4 domande fondamentali dell'esistenza umana: guardare il concerto, guardare il Backstage, guardare i Videoclips o dare una sbirciatina ai soliti "CREDITS"? Saltati a priori i credits inizio dal concerto (anche se sarebbe stato più filologicamente corretto iniziare dal Backstage) e mi si presenta una visione dell'Hallenstadion al buio gremito di gente: costruzione veramente imponente e tutta al coperto.. sono troppo avanti questi svizzeri penso tra me. Subito una bocca di una gnocca appare sugli schermi e saluta tutti i presenti (in inglese) e gli avverte che questa sarà la notte più bella della loro inutile vita.. UAUU!! che FIGATA!! ..E perfortuna, dopo che la citazione di Rocky Horror Pictures Show scompare dallo schermo leccandosi lascivamente i labbroni rossi, inizia il concerto.

Il crescendo strumentale è azzeccatissimo, e non appena arriva on stage il vocalist Steve Lee vestito da pirata inizia "All We Are": una canzoncina energica, grintosa e molto melodica che rifanno uguale identica alla versione in studio.. Lee canta veramente bene e la sezione ritmica è coesa più di un muro di calcestruzzo (ho finito i paragoni decenti, scusate). Veramente tanto di cappello ai Gotthard dal vivo.

Lo spettacolo continua con "Dream On", ultimo singolo, con un titolo preso in prestito dagli Aerosmith (per la cronaca, il cantante è la copia di Steven Tyler come impostazione vocale, teatralità nei gesti e look da pazzo, ma secondo me è solo una coincidenza che abbiano anche lo stesso nome) e il riff reimpastato da una canzone dei Mr. Big (Trapped in Toyland) cmq la canzone in sè spacca, lo devo ammettere. La terza invece è un omaggio esplicito ai Deep Purple che coverizzarono "Hush" quando Steve non sapeva ancora dire la esse; il pubblico canta a squarciagola, lo spettacolo che sa dare questo gruppo di professionisti è veramente ammirevole: si prosegue con "Montain Mama", un rock con Leo Leoni (l'altro frontman) impegnato alla chitarra e al Musical Box (si scrive così?), come già Slash aveva insegnato a suo tempo.

Con "Let It Be", "Top Of The World", "I Wonder", "Said And Done" si salta e ci si diverte; d'altra parte la musica dei Gotthard è cosi: melodia zuccherina, accordi potenti, voce impeccabile e tu spettatore pensi: questa l'ho già sentita da qualche parte, e il tuo vicino.- fregatene! dai andiamo a ballare vicino a quelle gnocche bionde!

Ma l'atmosfera di "plastic rock'n'roll" (scusate il neologismo, ma non è Rock vero!") viene interrotta. I toni si smorzano con la triste "One Life One Soul" che fa venire la pelle d'oca quando tutto lo stadio, illuminato da accendini, la canta e anche Steve Lee sembra commosso.. o perlomeno, ha la decenza di fingere discretamente. "Sister Moon" (presa implicitamente dal repertorio di Tyler e Perry) e "The Other Side of Me" (risuona una "Born To Be Wild" più pesante) contribuiscono ad aumentare l'adrenalina e il pubblico anestetizzato si risveglia e si scatena.

L'apice del disco però è "The Battle of Titans" un duello di batteria tra Hena Habegger e Steve Lee!! Devo dire che se la cava egregiamente anche se continua a flirtare con ogni creatura femminile che si trova vicino alla sua postazione. Si continua con la grandiosa "Homerun", a mio parere la ballad più bella che abbiano mai scritto.

Dopo ulteriori canzoni e un assolo di tastiera (mancava all'appello) il concerto finisce con la contagiosa "Lift U Up" e con una delle canzoni più rappresentaive del loro ultimo album: "Anytime, Anywhere", qui la voce di Lee dà il massimo, la sezione ritmica fa uno splendido contorno e disegna un'atmosfera decadente ma molto rock (vero stavolta).

Poteva finire qui? Ovviamente no! C'è tempo per l'ultimo bis: "Immigrant Song" dei Led Zeppelin, e se ce ne fosse ancora bisogno di dirlo Steve Lee si conferma un'ugula di tutto rispetto. Il concerto si conclude come era iniziato: in modo impeccabile, e il pubblico è spompato.

Per la cura negli arrangiamenti, l'impatto strumentale e la capacità di arruffianarsi il pubblico i Gotthard meriterebbero un 5+. MA per l'originalità, i gesti teatrali per nulla lasciati al caso, la cinica concezione dello show-bisness che gli guida gli do un po' meno.

P.S. Nei contenuti extra ci tovate una gnocca di tutto rispetto che compare nei video di "Dream On" e "Anytime", Leo Leoni che parla inglese come me, Steve Lee che si palestra prima dello show, le prove del concerto e tanti fans che dicono (ovviamente) che i Gotthard sono il miglior gruppo del mondo..

Geniali! non lasciano nulla al caso quei furbacchioni rossocrociati, nel freddo mondo del "costruito" sono l'unico gruppo che ammiro, io vado a sentirli a dicembre.. Gotthard ROCKS! che vi piaccia o no..

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