La scrivo, non la scrivo; la scrivo, non la scrivo.

Ecco siamo alle solite; per giorni, anzi per meglio dire settimane, sono stato assalito dagli abituali dubbi. Quando devo scrivere e parlare di personaggi così importanti che da decenni illuminano i miei ascolti, mi trovo in enorme difficoltà. Dischi, come quello che mi accingo a raccontare, che conosco a memoria...eppure vado in blocco. E sbloccarsi non è così facile.

Poi, parafrasando il titolo dell'album dell'ex benzinaro della terra d'Albione, è stato un commento di imasoulman ad un mio recentissimo ascolto di Graham a darmi quella necessaria scossa per smuovermi. Il buon ima ha usato la parola cuore; una sola, unica e semplicissima parola che ben si addice agli oltre quarant'anni di carriera del cantautore inglese. Cuore e animo; anima e cuore. Il ragazzo di Torino, quanta invidia da parte mia, è riuscito anche a vederlo dal vivo ed è sicuro che durante una versione di "Cupid" (non serve scrivere l'autore di cotanto capolavoro) Graham sia quasi arrivato alle lacrime. Del resto anche un certo Springsteen ha sempre lodato le esibizioni live del nostro Parker; ed il Boss, in quanto a concerti, credo non sia secondo a nessuno.

"Struck by Lightning" è un disco del 1991; il lavoro più americano e roots inciso fin qui da Graham, per lunghi tratti solare, ricco di chitarre acustiche. Registrato nella quiete di uno studio della Grande Mela; prodotto dallo stesso autore. Lo accompagnano pochi fidati amici musicisti ed il risultato è molto vicino ai capolavori della prima parte di carriera.

E' sempre stato un perdente Graham; un incazzato rocker proletario. Un cantore dei bassifondi quotidiani. Ma qui è tutto diverso; attraversa un felicissimo momento della sua vita e già l'immagine di copertina lo dimostra. Possiedo la primissima versione in vinile del lavoro (acquistato in quel luogo di devozione che per tanto tempo è stato il "Carù Dischi" di Gallarate) che contiene un EP in omaggio con ulteriori cinque brani in aggiunta. Tanto da far lievitare la durata dell'album all'ora abbondante.

E' la voce così calda e straripante di soul di Graham ad assumere il ruolo di protagonista nelle diciotto canzoni; tutte di pregevole fattura. Impressionanti i termini di paragone che si possono ricavare ad un attento ascolto. Si parte alla grandissima con la dylaniana "She Wants So Many Things" che lascia il posto alla fluidità Rock, molto simile al miglior Tom Petty, di "They Murdered The Clown". Si sale ancora di livello perchè la successiva "Strong Winds" è così ricca di soul e di sensibilità che non sfigurerebbe in un disco di Sam Cooke; l'hammond ed il violino avvicinano il Folk di "The Kid With The Butterfly Net" (ecco in questo modo spiegata l'immagine di copertina) a Van Morrison.

E non finisce qui di stupire Graham.

La brillante leggerezza Pop di "A Brand New Book"(e qui siamo dalle parti di Lloyd Cole ed i suoi Commotions); l'episodio più diretto ed essenzialmente Rock di "Weeping Statues" degnissima di figurare nel reportorio. soprattutto live visto quanto ho scritto appena sopra, di Bruce Springsteen. Addirittura, del resto siamo nello stesso anno di pubblicazione, la frizzante "Ten Girls Ago" potrebbe avvalersi nel cantato di Michael Stipe perchè sembra uno "scarto" (ma che brutta parola...) di Out of Time dei mai troppo rimpianti ragazzi di Athens.

Dopo tutti questi Sacri Nomi che ho citato risulta evidente il mio ottimo giudizio finale.

Dovrei aver scritto tutto...WHEN I WAS KING...

Ad Maiora.

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