Ho ascoltato questo Revolution Radio e posso dire che senza dubbio è la miglior prova dei 3 californiani dai tempi di American Idiot: nel mezzo ci sono stati un concept album troppo ambizioso e pasticciato (21st Century Breakdown) e una terribile trilogia flop (Uno! Dos! Tre!) che hanno segnato forse il punto più basso della discografia greendayana.

Revolution Radio è figlio di un periodo difficile per la band: la disintossicazione di Billie Joe, la malattia della moglie di Mike Dirnt e del chitarrista turnista Jason White. Tutti eventi (fortunatamente risolti) che insieme alla voglia di rinascita hanno però affidato alle canzoni delle riflessioni più profonde e autobiografiche, come accade in Still Breathing o in Too Dumb Too Die. Ma oltre a questo lato più intimo e personale Revolution Radio è soprattutto un disco politico, in cui trovano spazio le sparatorie di massa, la denuncia sociale, la rabbia anti-establishment, la paura per un futuro quanto mai incerto alla vigilia delle elezioni presidenziali più controverse di sempre.

Musicalmente parlando l’album contiene delle canzoni di buona qualità in pieno stile Green Day. L’intro acustica con attacco esplosivo stile Who di Somewhere Now è la prima bella sorpresa; Bang Bang e Too Dumb To Die rappresentano l’anima più punk del disco; Still Breathing e Revolution Radio (la title track) quella più pop. Degne di nota anche Trobled Time e Forever Now, una suite ben riuscita composta da tre differenti pezzi legati tra loro (sullo stile di Jesus Of Suburbia). Nel finale c’è anche spazio per la dolce ballata acustica Ordinary World, un pezzo che mi ha sorpreso in positivo e che sicuramente è un valore aggiunto per l’album. I pezzi meno riusciti sono Outlaws, una lagnosa ballata stile 21 Guns (che io detesto), e Youngblood, per il giro di accordi sentito e strasentito.

In conclusione Revolution Radio non è un capolavoro (i tempi di Dookie e American Idiot non torneranno più), ma è un bel segnale di vita lanciato dalla band di Billie Joe che dopo alcuni dischi discutibili e anni silenziosi e difficili si dimostra ancora più viva che mai.

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