Stupida follia, invisa agli Dei, il non accettare il proprio destino; il voler essere qualcuno anche se si è destinati al grigiore di un’esistenza oscura, il credere nei propri talenti e non possederne alcuno. Che ingenuità ritenersi padroni del proprio fato, convinti di poter scendere agli inféri armati solo della propria cetra come Orfeo e patteggiare coi démoni la propria libertà a patto di non voltarsi mai indietro.

Mai voltarsi indietro.

Ingenuità, candore sprovveduto, sventata follia; roba da poco che si potrebbe facilmente perdonare.

Se gli Dei sapessero perdonare.

Gregorio, con quella sua faccia un po’ così, è sceso agli inferi e si è bruciato e nessuno lo avrebbe mai saputo se non ci fosse stato questo disco, il suo sacrificio sarebbe stato niente senza la Musica.

Questa è una storia di Riscatto e di Redenzione.

Tutto ha inizio verso la metà anni ’90, quando salta fuori dal buio questo disco assurdo: stonato, sgrammaticato, banale oltre il lecito, dilettantesco in modo talmente esagerato da sembrare finto. Infatti qualcuno pensa ad uno scherzo geniale degli Elio e le Storie Tese, vista l'impressionante somiglianza tra Gregorio ed Elio.

Ma gli Elii non c’entrano niente.

Il disco è talmente brutto che non passa inosservato, si potrebbe persino dire che – in qualche modo – ha successo. Perculare il buon Gregorio sul web diventa uno sport (c'è persino una recensione qui su DeBaser) grasse risate ma il disco comincia un po' a circolare, tanto che lo si comincia a trovare sulla baia come su discos.

Allora qualcuno comincia a chiedersi chi diavolo sia questo Gregorio, spuntato dal nulla ed, apparentemente, ingoiato dal nulla.

E, un po’ alla volta, la storia viene fuori.

Giuseppe Gregorio è un ragazzotto di Imperia che, tra la Messa della domenica ed un lavoro in pasticceria coltiva il sogno di diventare un cantante, di andare a Sanremo, in TV, di fare dischi e concerti.

E ci crede. Ha cominciato da bambino e ha continuato a coltivare il suo sogno per tutta la vita, nonostante le bestemmie del padre e lo sguardo preoccupato della madre. Tra concerti, comparsate, feste di piazza e provini, ci prova in tutti i modi.

Ed un bel giorno del 1987 gli dei beffardi lo portano in Calabria a cantare in una festa di piazza. E lì conosce Angelina.

E' amore.

Due anni dopo i due si sposano ed il nostro Giuseppe va a vivere a Rosarno da Angelina.

Il problema è che Angelina fa di cognome Bellocco, ed a Rosarno la famiglia Bellocco è la 'ndrangheta.

Giuseppe viene accolto in "famiglia" e lo si mette a "lavorare". Giuseppe comincia a rimanere invischiato, ma si dimena, non ci sta: lui vuole fare il cantante.

Allora, forse per tenerlo buono, forse per farlo contento, la "famiglia" lo aiuta a produrre il suo primo cd, questo "Insieme a noi" che potrebbe, con sicure possibilità di vittoria, concorrere al titolo di “disco più brutto di sempre”.

E' il 1996.

Il cd finisce nei cestoni dei supermercati e la cosa sarebbe finita lì.

Invece, come abbiamo visto, il cd comincia a girare.

E Giuseppe ci crede. Al punto che, ormai, quella vita in “famiglia” gli diventa insopportabile. Come potrà andare a Sanremo con la fedina penale sporca? Come potrà giustificare ai suoi fans i suoi testi pieni di buoni propositi e sentimenti se le sue mani sono sporche?

Così Giuseppe si pente.

E canta, e stavolta è un successo: la "famiglia" prende una botta epocale. E' chiaro che gliela faranno pagare.

Ma Giuseppe non ci crede e torna a Rosarno, lì ci sono la sua Angelina ed i suoi bambini Arianna e William. Quella è la sua famiglia.

E poi c'è la musica a proteggerlo.

Gregorio, novello Orfeo, scende agli inféri armato solo della sua lira a riprendersi la sua Angelina/Euridice. Nonostante ogni logica, nonostante ogni auspicio negativo, nonostante l’indifferenza degli dei, nonostante Imeneo non sia riuscito a spiegare il suo canto per lui.

Naturalmente gliela fanno pagare: un bel giorno se lo portano a fare un giro in macchina e Giuseppe sparisce per sempre.

Ingenuo e stupido. Era ingenuo Giuseppe.

Ingenuo e stupido come tutti i martiri disarmati, come tutti gli idealisti sognatori, come tutti gli amanti non corrisposti.

Quando qualcuno (o io stesso) mi chiede perché spendo tanta parte del mio tempo e del mio denaro per la musica, perché la musica è tanta parte di me e dei miei affetti, io penso a Giuseppe.

E a tutti i Giuseppe che scrutano il buio con occhi di bambino.

I bambini non erediteranno il Mondo. La Bellezza non ci salverà.

Ma io sarò sempre dalla parte di chi è disposto a perdere, di chi combatte i mulini a vento, di chi offre la faccia agli sputi ed agli sghignazzi di derisione e la testa ai manganelli.

E’ mio fratello chiunque pisci controvento.

Io sarò sempre dalla parte di Giuseppe Gregorio.

Così ho comprato, anni fa, il ciddì su discos.

L'ho messo in bella vista trai miei dischi, in modo che si veda bene (e quella copertina non passa inosservata).

Perché?

Perché spero sempre che chi si trovi, per un motivo o per un altro, a passare di qui sia colto dalla fantasia di domandarmi: "E quello chi è?"

Il corpo di Giuseppe non è mai stato ritrovato.

Carico i commenti... con calma