Axl Rose (Al secolo William Axl Rose), Slash (Al secolo Saul Hudson), Duff "Rose" McKagan (Al secolo Michael McKagan), Izzy Stradlin (Al secono Jeff Isabell) e Steven Adler: i Guns N' Roses. O quantomeno, la formazione base, alla quale venneto tolti Izzy e Steven, sostituiti rispettivamente da Gilby e Matt Sorum.

I più odiati e i più amati del rock, che nel 1987 sfornarono una vera e propria pietra miliare del genere, il plurivenduto "Appetite for Destruction" (Album d'esordio più venduto di tutti i tempi di tutti i tempi e tutt'ora le cifre si aggirano attorno ai 40 milioni di copie vendute). Non sono un fans "strappa capelli" dei Guns, non condivido molte loro scelte e in generale apprezzo in pieno solamente questo lavoro, però per un cd con almeno cinque capolavori del genere su dodici ("Welcome to the Jungle", "Nightrain", "Mr. Brownstone", "Paradise City", "Sweet child o' mine"), altrettante decisamente sopra la media ("It's so easy", "Out ta get me", "My Michelle", "You're Crazy", "Rocket Queen") e due che comunque non sfigurerebbero in molti dischi di altri gruppi, NON si può non dare cinque stelle piene.

Una parola riassume questo cd: Capolavoro. Un'energico mix di hard rock e blues, tanto caro a Slash, la voce graffiante di Axl Rose, i giri di basso mai troppo difficili ma sempre azzeccati di Duff McKagan, ogni contro canto messo lì non per caso. Un gruppo ben amalgamato, per un disco eccellente. Si inizia con uno dei classici dei Guns N' Roses: "Welcome to the Jungle", dove i cinque rocker los angelini urlano tutta la loro voglia di sfogarsi, il loro essere così animaleschi nei rapporti con le donne. Nulla di nuovo sopra il fuoco, però tutto rieditato alla perfezione, che suona come "vero" e con quell'aria di vissuto che i GNR si portavano dietro.
Tutto ciò probabilmente sparì con i primi vizietti da rockstar, ma all'epoca vi assicuro che questa canzone esplose come una bomba per chi voleva spolverare le chitarre, a discapito dei sintetizzatori e la dance, che tanto andava negli anni '80. Segue "It's so easy", con un'accattivante intro di basso. La voce di Rose qui sorprende tutti, dagli acuti della canzone precedente, si passa ad un tono decisamente basso, quasi caldo. Anche qui la tematica ricorrente è la stessa, violenza e sesso, e il brano viene riassunto in una frase: "Cars are crashin' every night, i drink n' drive everything's in sight, i make the fire, but i miss the firefight, i hit the bull's eye every night.. It's so easy, easy!". Un ottima canzone in pieno stile hard rock, breve ma con una melodia coinvolgente.

La terza traccia è "Nightrain", che altro non è che un vino da un dollaro di cui, secondo la leggenda, i Guns facevano scorta ogni sera. Si parla della loro vita spericolata, del loro "fumare le sigarette con stile", e come al solito violenza, argomento ricorrente in tutto il disco. Segue "Out ta get me", canzone in pieno street rock, che scorre veloce, dove la voce di Axl la fa da padrona, senza lode ne infamie. Si passa a "Mr. Brownostone". Un intro di batteria ci trascina in una delle migliori canzoni dell'album. Si parla di una tossicodipendenza, non è mai stato chiaro se fosse un outing vero e proprio della band, fatto stà che il tema è quello.
Anche qui la voce di Axl è meno graffiata del solito, ma sale col proseguire della canzone fino a raggiungere tonalità acute nel finale, un brano coinvolgente, con riff interessanti da parte di Slash e Izzy e una batteria azzeccatissima. Si passa alla numero sei, "Paradise City", uno dei capolavori dei Guns N' Roses. Se non IL capolavoro. Spericolata, senza freni, confusionaria, con un arpeggio iniziale che sembra portarci in una melodia lenta, che và man mano a crescere, fino al lunghissimo assolo di Slash, al quale si sovrappone la voce più graffiante e in forma che mai di Axl Rose, in un connubio esplosivo. Semplicemente una delle migliori canzoni hard rock di sempre, spietatamente sincera.

La settima traccia è "My Michelle", dove Axl racconta di una sua amica decisamente "sballata". In futuro spiegherà che era molto preoccupato per Michelle, perchè non sapeva se la sera l'avrebbe incontrata ancora viva o meno. Una bella canzone, senza dubbio, con un ritornello che entra facilmente in testa. Si prosegue con "Think about you", energica sicuramente, ma che non mi ha mai entusiasmato più di tanto. De gustibus. Poi si arriva alla otto: Un riff pulito, non c'è batteria ne basso ancora, solo Slash. Poi improvvisamente batteria, basso. Un ritmo coinvolgente, si sente anche la seconda chitarra di Izzy, mentre il riff continua imperterrito. Improvvisamente la voce di Rose, melodica, acuta ma non graffiata, quasi piagnucolosa per certi versi, che si amalga benissimo alla chitarra del signore con la tuba.
"Sweet Child O' Mine" è la prima vera canzone d'amore dei Guns, al quale seguiranno in futuro le varie "Patience", "November Rain" e "Don't Cry". Emozionante, da brividi. Uno degli assoli più dolci e intensi della storia del rock, una delle punte di diamante di questo "Appetite for Destruction". La dieci e la undici scorrono veloci. "You're Crazy" è un ottimo pezzo, veloce, sbarazzino. Lo preferisco acustico. "Anything Goes" è più punk che hard rock. . "My way, your way, anything goes tonight", senza dubbio un ritornello che entra in testa. Una curiosità: Queste due canzoni durano entrambe esattamente 3:25. Era per aggiungere una riga.

Il disco poi si chiude con "Rocket Queen". Brano anch'esso avvolgente, un altro ottimo pezzo estratto da questo CD, e sicuramente il modo migliore per chiudere uno dei migliori dischi degli ultimi venti anni, nonchè uno dei migliori dischi in generale della storia della musica. Per finire. Un gioiello che non dovrebbe mancare in nessuna teca dei dischi migliori. Non c'è politica, non c'è religione, solo 5 rocker che urlano il loro disagio. Finzione o realtà? Veri disagiati o creature della Geffen? Non me ne frega nulla. Mi frega solo che i Guns N' Roses nell'87 sfornarono questo capolavoro, nell'88 seguirono con "Lies", che altro non era che "Like @ Suicide" più quattro (eccellenti) pezzi acustici, fra cui "You're Crazy", proprio da "Appetite", con altrettanto successo.
Nel '91 uscirono con i plurivenduti, ma nettamente inferiori per bellezza agli altri se non per alcune perle quali "November Rain", per dirne una, "Use Your Illusion 1" e "Use Your Illusion 2". Poi "The Spaghetti Incident", e da lì il silenzio, fatto di greatest hits, live, dvd e litigate. Ora i Guns esistono ancora, hanno appena finito un fortunatissimo tour europeo, dove la nuova line-up ha riscosso i successi e gli applausi che non aveva ricevuto nel 2002, ed è pronta per un tour americano già sold out. Sarà questo l'anno di "Chinese Democracy" ? Non credo, ma in fondo infondo i Guns sono una parte dei miei anni giovanili al liceo.

Avevo diciassette anni all'epoca di "Appetite", e loro mi sono sempre rimasti nel cuore. Pace.

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