Ladies & Gentlemen, questo non è un semplice album di una semplice heavy metal band, questo è un capolavoro, è un disco perfetto, è un'icona, l'essenza stessa del metal di classe. Un disco assai più maturo del precedente The Number Of The Beast, tanto a livello di suoni che suprattutto a livello di testi, che percorrono il sottile confine tra realtà e filosofia, tra epicità e dissilusione, tra sogno e incubo, tra epicità e riflessione. Il viaggio nell'affascinante microcosmo del disco parte con Where Eagles Dare, che racconta di una spedizione di guerra sulle montagne nel corso di una bufera di neve. L'atmosfera è molto epica e sostenuta come si addice ad una opener, piccolissimo difetto la durata di 6 minuti, a mio modesto parere ne bastavano 4. Revelations è uno dei picchi assoluti di bellezza e poesia mai raggiunti dalla Vergine di Ferro. Bruce Dickinson, che aveva rilevano al microfono Paul Di'Anno scrive un testo a dir poco aulico e visionario, coronato da intrecci di chitarre, ora veementi e ora carezzevoli, che accompagnano l'ascoltatore in un viaggio al confine del giorno e della notte, tra paesaggi mistici e surreali, una canzone che ti cambia la vita. Più diretta ma altrettanto epica è Flight Of Icarus, ideale manifesto dell'illusione umana di potersi spingere oltre i propri liiti naturali. The Trooper è "subdola e ingannevole" le sonorità del pezzo potrebbero far pensare a un brano epic metal inneggiante alla guerra, e invece parla di un soldato semplice che viene abbattuto e muore solo e dimenticato in una guerra napoleonica. Testi così belli e profondi sono rintracciabili anche in The Aftermath, The Edge Of Darkness, Como Estais Amigo, Paschendale e For The Greater Good Of God. Dimenticavo Die With Your Boots On, una sorta di 2 Minutes To Midnight allo stato embrionale, soprattutto nell'intro chitarristica; testo ironico verso i profeti di sciagure (se proprio dovete morire, ameno morite combattendo.... dice in testo) Still Life riprende le tematiche dell'incubo e del mistero già trattate in Killers con Prodigal Son e Purgatory e in Iron Maiden con Strange World, ma è una canzone più convenzionamente maiden-style delle precedanti come sonorità. Quest For Fire è meravigliosa, un potenziale inno da stadio, non mi spiego perchè gli Irons gli preferiscono la ben più anonima Run To The Hills. Qui Bruce Dickinson è più epico che mai: sembra davvero un Bardo mentre declama la scoperta del fuoco e l'evoluzione dell'uomo primitivo. Bellissima e sottovalutatissima anche Sun And Steel, dotata di un ritornello davvero killer, come il samurai di cui parla la canzone. Questo impagabile viaggio onirico si chiude con To Tame A Land, atmosfere arabeggianti e potenza wagneriana, e poi solo sentire il vecchio Bruce Bruce declamare frasi solenni e parole sconosciute (Muab'dib, Gom Jabbar, Kwizathch Haderach, Kaladan...) vale il prezzo del disco. IMMORTALE, VOTO 10/10

"She came to me with a serpent kiss

and the eyes of the sun rose on her lips

moonlight catches silver tears I cried...".   

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