In questo sito su "Virtual XI", secondo e (per fortuna) ultimo lavoro degli Iron Maiden con Blaze Bayley è stato detto di tutto tranne che la vera essenza di questo disco, che non è né un capolavoro, né un'eccellente album, ma nemmeno uno scandalo, è un album non molto convincente che però si lascia ascoltare perché al contrario del suo precedessore "The X Factor" è formato da canzoni molto più espressive e più sulle coordinate dello stile-Maiden, certo la voce è quella che è, fa ovviamente rimpiangere il buon lavoro che avrebbe saputo fare Dickinson su queste canzoni, ma dopotutto il povero Blaze convince molto di più e lo stesso vale per gli altri Maiden, risvegliati dall'incantesimo rimbambitore di "The X Factor".
Si parte con "Futureal", che appena la senti dici : questi sono i Maiden ! Ovvero classico riff semplicissimo ma d'effetto e andamento incalzante, voce abbastanza decente, si comincia bene ! Ci si ripensa con "The Angel & The Gambler", una canzone troppo lunga per quella che è con un'introduzione a dir poco pessima, al contrario la melodia che ci introduce alla seguente "Lightning Strikes Twice" è eccellente come tutta la canzone, dove Blaze tende a cantare molto basso, furbamente, per non evidenziare le stonature che ha quando tenta di imitare le linee alte di Dickinson, una buona struttura musicale, tipicamente Maiden con i dovuti cambi di tempo, un po' banale Mc Brain dietro le pelli, ma tutto sommato una buona canzone. La traccia numero 4 "The Clansman" fa praticamente la fortuna di tutto l'album, perché in ogni lavoro dei Maiden (tranne forse in "No Prayer For The Dying") ci scappa il capolavoro: basso alla grande, arpeggi introduttivi dolci e freschi, voce sussurrata di un Blaze accettabile ci portano in una bellissima canzone cadenzata dal ritornello accattivante, per non parlare delle melodie instaurate dalle chitarre nel corpo centrale della song e degli splendidi assoli, si ascolta piacevolmente fino alla fine dei suoi 8 minuti e 59 secondi.
Putroppo da "The Clansman" in poi il disco torna su livelli più bassi, "When Two Worlds Collide" è una cavalcata maideniana abbastanza scontata con un ritornello debole, si fa notare però Harris e il suo basso. "The Educated Fool" è invece un buon pezzo, dove però è Blaze a rovinare il tutto nel ritornello. Canzone epica ed eccessivamente banale è "Don't Look to the Eyes of a Stranger", non che sia suonata male o che non si lasci ascoltare, ma a questo punto dell'album mi sembra troppo lunga e inutile. Si chiude con "Como Estas Amigos", una canzone scritta da Bayley e Gers, si vede che Harris non ci ha messo mano perché è piatta come una sogliola.
In sostanza non è sicuramente quanto di meglio può offrire una band del calibro degli Iron Maiden, ma non è neanche il grosso fallimento che molti predicano, è semplicemente un album sufficiente e ascoltabile, ma non un capolavoro. Consigliato naturalmente ai fans che vogliono avere tutto dei Maiden, ma soprattutto a coloro che vogliono dare un'occhiata al periodo Bayley perché questo album è di gran lunga superiore a "The X Factor".
Carico i commenti... con calma