Il nostro solito, insolito, Beck...

In questo lavoro, Loud Hailer, Jeff Beck si unisce a Carmen Vandenberg&Rosie Bones del gruppo londinese Bones, rispettivamente chitarra ritmica e voce.
Non parlerò dei testi dei brani i quali, secondo le recensioni dei più, non sono di alto spessore pur trattando di temi quali rivoluzione, protesta, disagio giovanile, crisi energetica, 11 settembre e via dicendo...

Stavolta non siamo davanti al solito ginepraio di Beck(anche se di casino trattasi).
Cosa cambia rispetto ai precedenti lavori?
Cambia che, pur essendoci più amalgama tra i brani(quasi tutti cantati), è presente un'eccessiva compressione che relega la chitarra di Beck in secondo piano con la voce di Bones in evidenza: voce che spesso risulta filtrata e un tantino fastidiosa...

Il gain di Jeff esce penalizzato dal mix finale. Un appiattimento delle alte frequenze fa si che il suo sound appaia meno incisivo, più sporco, annacquato e con eccessivo uso di chorus(vi ricordate la Jackson rosa del periodo di Flash e l'assolo stridulo in Private Dancer di Tina Turner?).

La prima parte del Cd è molto simile ai suoi precedenti lavori tecno-prog; il cd si apre con "The revolution will be televised", una sorta centrale elettrica in distorsione con ritmiche dure, voce filtrata di Bones e chitarra impigliata nel marasma della compressione. Segue "Live in the dark", presentato come promo del cd, che secondo me è il brano più godibile dell'album. Qui negli assolo sono condensate quasi tutte le espressività chitarristiche del nostro Beck.
"Pull It" invece e' un pezzo strumentale che sembra, quasi, provenire dalle sessioni del 1999 di Who Else, due minuti circa di puro Beck spacca-timpani con la chitarra in evidenza...

In "Thugs club" abbiamo echi di Beck's Bolero mentre "Scared for the children" è una ballata dove Beck ripropone, spudoratamente, i fraseggi utilizzati nei suoi live durante l'esecuzione di Little Wing e, a dirla tutta, al minuto 4'.42'' sembra proprio quella!
Segue "Right Now", un massacro di wha-wha dal sound "zeppeliniano" dove, a mio parere, la voce di Bones risulta troppo "sbarazzina" per l'atmosfera del brano. Meno male che l'assolo ci fa dimenticare la leggerezza della voce...
Shame è un'altra ballata che, per ritmica e stile, esce fuori dallo schema "duro" dell'album con un bel lavoro di chitarra che però risente troppo dell'effetto chorus... Onestamente credo che in un brano simile le voci di Imogen Heap, Imelda May o Joss Stone sarebbero state più adeguate.
Segue EDNA, l'unico minuto scarso di "puro Beck" dell'album, con un susseguirsi di echi piangenti alla Roy Buchanan.
Beck è noto per pilotare la dinamica dei brani usando la manopola del volume(sweel) in accoppiata alla leva, creando delle vere e proprie atmosfere sublimi che altrimenti appaiono inesistenti in questo album...
Il brano successivo, "The Ballad Of the Jersey Wives"(parla dell'11 settembre 2001!!!) è musicalmente interessantissimo. Ci sono echi "noir" di hackettiana memoria ma anche qui, secondo me, voce e ritmica stridono troppo con l'atmosfera del brano.
Segue "Oil", un brano funky alla "Superstitious", l'unico "ballabile" dell'album, con un assolo sfarfallante e vagamente alla Brian May.

Chiude l'album "Shrine", praticamente Hallelujah di Cohen... Qui credo che la solista di Beck contrasti troppo con gli arpeggi dell'altra chitarra(forse di Vandberg?). Ho sempre ritenuto, infatti, che Jeff non andrebbe mai accompagnato da un'altra chitarra, specialmente in ambito melodico dove le sue frasi possono cozzare troppo con un canonico arpeggio. Lo vedo più a suo agio con le tastiere elettroniche o con il solo basso come in BBA mentre, al limite, ritengo accettabile una SUA sovraincisione di ritmica e/o viceversa...

Che dire! Sicuramente un lavoro "giovanile", a tratti hip hop, troppo incentrato sulla voce di Bones, la quale poco si addice alle variegate sfumature stilistiche che Jeff è in grado di generare con la sua strato. Non a caso precedentemente ha fatto uso di voci femminili di diversa fattura(vedi sopra) ma quasi sempre allineate ai vari brani(tecno, rockabilly, blues).
Diciamo che stavolta c'è poco "Beck", rispetto agli standard ai quali ci ha abituati e non ci sono vere perle strumentali a parte EDNA.
Ovviamente gli interventi di Jeff sono sempre da favola ma senza esagerare rispetto alla "sua" norma...
Peccato perchè la variazione del suo sound, che appare più caldo e meno spigoloso, se ben accoppiata ad altre ritmiche e/o voci avrebbe regalato un altro Beck, chissà cosa ne sarebbe uscito fuori con ritmiche meno aggressive e una bella voce maschile...

Cosa ci aspetta la prossima volta?Una cosa è sicura, altre donne al suo seguito...sempre e comunque!!!

Mannaggia a te Jeff!!!

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