Ecco un altro album imperdibile degli anni 90, il favoloso "Grace". Sicuramente un classico.
Possiamo dire che questo è l'album che ha rappresentato la congiunzione tra il grunge e il cantautorato classico americano (ricordiamo che Jeff era figlio di Tim Buckley). Tutto l'album infatti è un miscuglio di chitarre aggressive, melodie morbidissime e la sofferta e meravigliosa voce di Jeff. "Mojo Pin" illustra benissimo questo concetto. Melodie molto belle fino all'impennata grunge finale. Poi ci sono delle cover molto belle, in particolare quella di Leonard Cohien, "Hallelujah", che personalmente, trovo così intensa, malinconica e sofferta che sarà la canzone per il mio funerale (spero il più tardi possibile). Altri pezzi da novanta sono certamente "Last goodbye" e "Grace", con delle bellissime influenze orientali che si inseriscono nel tessuto grunge.
Molto belle sono anche "Lover, you should have come over", una ballata romantica con la R maiuscola, "So real", che ha una intensità fortissima e forse insostenibile e poi la conclusiva "Dream brother": un crescendo di chitarre gelido eppure caldo allo stesso tempo, che sono sicurò ha ispirato i Radiohead di "Ok computer".
Jeff Buckley purtroppo non è più tornato da quel bagno notturno nel Missisipi, ma questo album rimarrà per sempre a scaldare i nostri cuori.
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