Quando il calore inebriante e sublime di una voce soul femminile sposa la surreale freschezza della perfetta alchimia synth-ambient, la ratatouille finale in spartito non può che comparire nel menù di un album a cinque stelle. Niente bizzarrie danzerecce, nessun cataclisma sonoro che si balena all'improvviso come un magnitudo 9.9 della scala Richter, solamente il tenue scorrere di brani caldi e avvolgenti, dowtempo immerse nell'enigmatica fragranza del balzo incompiuto fra natura e artificio. E' questo il caso di Jessie Ware, inglesina leva '84, al debutto con Devotion, un album che ha saputo introdurla adeguatamente in un contesto musical-discografico piuttosto confuso e parzialmente eterogeneo.

Devotion è un disco che tenta - e direi con buone riuscite - di amalgamare acustico, strumentale e classico-tradizionale con la creatività dell'elettronica soft-spirituale, senza perdersi in mete non troppo consone. In questo connubio di creatività e leggerezza Jessie fa triofalmente entrare il soul-R&B vecchia scuola, il groove ipnotico delle dive black, la cremosità delle ballad non eccessivamente edulcorate e, tocco finale imprescindibile dell'opera, venature synth-ambient a coronazione del tutto. Ed è così che la riproduzione "alternativa" dell'effervescenza eterea della natura alla Bjork incontra e di avviluppa al'immortalità della "bella voce", descrivendo questa unione in un lavoro completo, compatto, coerente ed estremamente rilassante e appagante.

Il disco parte con la title-track Devotion e già ci si immerge nell'ascetismo sonoro puro gustando il perfetto sposalizio fra soul e synth; a seguire troviamo Running, un pezzo che sembra frullare il timbro della Whitney Houston dei tempi migliori, la Bjork del trittico Post-Homogenic-Vespertine, innocenti schitarrate hard rock e persino la quasi defunta tradizione Motown, per poi raggiungere la digressione reggae in Night Light e le corpose sperimentazioni elettro-ambient-trance nell'inquietante Still Love Me. Profonde sono anche la ballad retrò da colonna sonora Wildest Moments, il frizzante funky 80s di Sweet Talk, il carillon ambient Something Inside e 110%, melodica dowtempo R&B.

E' partita con risultati più che buoni Miss Ware con il suo Devotion, peraltro accolto commercialmente con un dignitosi piazzamenti in classifica, almeno per quanto riguarda il contesto di sua Maestà. Sound semplici ma ricercati e un'atmosfera non eccessivamente spiritual-ascetica hanno difatti (semi) premiato un lavoro di stile ed encomiabile efficacia, lontano da ciò che attualmente propone la massa eppure con un occhio di riguardo anche al palcoscenico pop-mainstream che attualmente pare interessato ad una svolta soft contro l'esagerazione e il monumentalismo roccioso e imponente delle starlette. Chissà cosa riserverà il futuro per la nostra bella Jessie, una giovane e interessante promessa (e proposta) dell'anti-stravaganza e della sobrietà morigerata, messa a difesa contro le ultime offensive e le rimanenti cartucce di glitter, mostrine, strobi fluorescenti e dinamiti acustiche.

Jessie Ware, Devotion

Devotion - Wildest Moments - Running - Still Love Me - Not To Love - Night Light - Swan Song - Sweet Talk - 110% - Taking In Water - Something Inside.

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