Da Madison nel Wisconsin, Stati Uniti d'America, una band che va dritta al sodo e propone un revival della musica garage degli anni sessanta e settanta in una maniera letteralmente devastante e allucinata e quanto più rumorosa e distruttiva possibile.

Jim And The French Vanilla è un progetto di Jim Blaha (The Blind Shake) e 'Afraid Of The House' (Dirtnap Records) è praticamente il primo LP di questo ensemble dopo la pubblicazione di due album a edizione limitata e unicamente acustici.

In questo progetto Jim spinge le sonorità heavy-psych de i Blind Shake al massimo livello e riprendendo una tradizione già corroborata nella storia della musica garage e rock and roll degli Stati Uniti a partire dagli anni sessanta-settanta con gruppi come Blue Cheer, MC5, The Seeds, The Sonics, mescolata alla psichedelia dei 13th Floor Elevators e quella che sarà più tardi l'irruenza e le 'pose' di Iggy e gli Stooges e gentaglia come Richard Hell e Johnny Thunders e i Ramones.

Pubblicato a cascata un paio di mesi dopo l'ultimo disco dei Blind Shake, il disco è praticamente una vera e propria carica di adrenalina e di energia tipicamente rock and roll e garage.

Dentro ci sono: riff accattivanti ('When You're Down) e suonati alla stessa velocità di pallottole sparate da una Colt 45 quasi anticipando una certa ribellione punk-wave ('I'm Just Sitting Here'); ossessioni psichedeliche ripetute all'infinito ('Back Home', 'Take It To The Grave', 'Grow Like Rabbits'), sonorità catchy e ballabili ('Not Even War', 'I Have To Slow Down', 'Lonely Man'), acidissimi rock-blues minimalisti ('Eye For An Eye') e mantra allucinati come quello di 'Psychic Killer'.

Il risultato finale è così dannatamente convincente che pure se questo secondo molti potrebbe rivelarsi un ennesimo capitolo di un movimento che ha già i suoi campioni in musicisti e band come Ty Segall, Mikal Cronin, gli Oh Sees, i White Fence, Growlers, Night Beats, Murlocs ecc. ecc. alla fine merita comunque tutta la vostra attenzione per quello che effettivamente più che essere un vero e proprio revival, è solo la continuazione di una certa tradizione nel sound garage e rock'n'roll americano che non si è mai interrotta.

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