"Still Alive And Well".

Johnny Winter ci teneva a dire al mondo musicale che era tornato, che era ancora vivo e stava bene.

Infatti aveva appena terminato la tourneè di con gli And, di cui aveva lasciato ottima testimonianza con l'album "Johnny Winter And" (peraltro già ottimamente recensito su Debaser); e il tour l'aveva lasciato sfinito, non solo per gli spostamenti che un tour implica ma anche per il crescente abuso di droghe pesanti, nella fattispecie l'eroina. A metà del '71 interrompe l'attività live e si ritira in una campagna vicino a Woodstock ma si rende conto che rischia persino la vita e si fa ricoverare all'ospedale River Oaks, presso New Orleans per disintossicarsi, e sta così male che la musica per diversi mesi gli fa orrore, non riesce nemmeno a impugnare una chitarra. Ma per fortuna riesce ad uscire indenne e nel 73 torna alla grande con uno dei suoi migliori album in studio di sempre, cioè questo "Still Alive and Well". E ritorna a collaborare con Rick Derringer che è autore della title-track e di "Cheap tequila" e che produce il disco.

Ma parliamo del disco. Come da tradizione ormai il repertorio è costituito da un gran numero di brani altrui re-interpretati e alcuni inediti eseguiti da Winter con la solita maestria alla sei corde e con la tecnica dello "slide", in cui si dimostra davvero un virtuoso. Lo stile spazia da sfrenati rock n roll al blues più puro e sconfina addirittura nel country. Il tutto sorretto da una solida base ritmica costituita da Randy Hobbs al basso e Richard Hugues alla batteria che danno un tocco quasi hard rock al tutto. Le cover spaziano dal classico "Rock Me", a  "Can't You Feel It Baby" di Dan Hartman rivista in chiave molto rock, alla rollingstonesiana "Let It Bleed".

Winter, come già detto è un grande chitarrista, ma forse meno virtuoso alla voce. Ma c'è da dire che seppur tecnicamente non eccelso è da apprezzare la grinta e il cuore che mette nel suo modo personalissimo di cantare. I pezzi migliori dell'album però sono inediti scritti da Winter o da altri ma esplicitamente confezionati per lui. Parlo della sua "Rock And Roll", che a dispetto del nome è un rock-blues sorretto da una superba slide e con un ritmo incalzante. Poi c'è una ottima canzone scritta nientemeno che dal duo Jagger-Richards e sto parlando dell'incalzante rock-song "Silver Train" davvero trascinante. Ma a mio parere la vera chicca dell'album è la stessa canzone che da origine al titolo dell'album: "Still Alive And Well", scritta da Rick Derringer. La canzone è infatti un concentrato di energia hard rock in cui ottimi riff si susseguono a un ritornello a dir poco azzeccato. Da segnalare l'incursione nel country di "Ain't Nothing To Me" e l'inedito blues acustico composto da Winter "Too Much Seconal", in cui oltre a ottime chitarre si segnala un assolo di flauto traverso di Jeremy Steig. Altro pezzo inedito scritto da Derringer è "Cheap Tequila", una ballad in cui è ospite addirittura Todd Rundegren al mellotron. Nella versione rimasterizzata dell'album sono presenti ottime versioni di "Lucille" di Little Richard, suonata in modo secco e senza orpelli, e "From A Buick 6" di Bob Dylan.

Sicuramente un album impedibile del nostro, e forse uno degli ultimi degni di nota, prima di un periodo buio che ha visto rialzarsi il nostro solo nel 77 con "Nothing But The Blues".

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