In questa epoca di barbarie il mondo della musica a tutti i livelli riscopre finalmente Jon Hassell. Forse non è un caso. Voglio dire che al di là della grande qualità delle sue composizioni e delle sue opere, la sua musica è qualche cosa che è sempre stata contraddistinta da una certa componente ideologica ispirata a contenuti cosmologici (nel senso "alessandrino" del termine) e in una mescolanza di culture e di suoni, con la finalità di abbattere qualsiasi barriera tanto temporale quanto geografica. Al di là del suo ruolo fondamentale nella evoluzione della musica concreta e sperimentale, e la grande influenza nel mondo della musica elettronica moderna, così le sue teorizzazioni sul cosiddetto "quarto mondo", una specie di etica didascalica ma pure pratica nella composizione e che si traduce in una rielaborazione delle tradizioni ma sempre guardando con decisione al tempo presente futuro, stanno diventando una costante non solo nella musica sperimentale più alta, ma anche per quello che riguarda artisti e gruppi di genere diverso e che possono tanto essere collocati nell'ambito del macro-genere avant-jazz oppure fusion tanto anche nel mondo della musica psichedelica.

In questo senso la musica di Jon Hassell si può definire a tutti gli effetti "world music", trascendendo quelle manifestazioni allegoriche e folkloristiche patetiche e che intendono la definizione in una maniera invece provinciale, come se il contesto e la dimensione ideale di questa definizione fosse quella di una grande sagra paesana e di volta in volta ambientata in un contesto geografico differente: come se la definizione di "world" in questo caso ci riportasse indietro a un mondo più piccolo come gli acquarelli bucolici del poeta Virgilio dove tutto giri attorno alle problematiche del pastore di pecore Melibeo. Così mentre il mondo ci sembra volersi restringere tutto attorno, ci vuole una nuova pubblicazione di questo artista che oggi ha la bellezza di ottantuno anni (è nato a Memphis, Tennessee il 22 marzo 1937) per darci in qualche maniera una dimensione reale del mondo in cui viviamo. Lo fa con "Listening To Pictures", sottotitolo "Pentimento (Volume 1)", la prima pubblicazione dopo nove anni (ma nel frattempo la Glitterbeat ha ripubblicato i due volumi fondamentali "Possible Musics" e "Dream Theory In Malaya") e nella quale idealmente adotta la tecnica pittorica del ripensamento in una serie di composizioni che costituiscono una vera e propria sfida con se stesso e che intraprende chiaramente accompagnato da musicisti che con lui condividono questo stesso orientamento cosmico e che senza limitazioni e definizioni di genere, operano un lavoro di continue incisioni e sovraincisioni, una specie di macroscopico intervento genetico tridimensionale, dove la musica stessa è un corpo in rotazione e che di volta in volta mostri una faccia diversa.

Jon pubblica "Listening To Pictures" in concomitanza con il lancio della sua label (Ndeya), lo scopo è chiaramente quello di rimettere l'ascoltatore al centro dell'esperienza auditiva e in questo senso in una dimensione in cui questo si trovi letteralmente spiazzato e parte integrante della stessa "sfida" affrontata da Hassell durante i processi di registrazione. Non si parla tanto di quelle solite riproposizioni di trip acidi e la ricerca di nuovi livelli di conoscenza, ma proprio di spingere l'ascoltatore a essere protagonista di questo "quarto mondo" che idealmente non coincida più con quello dove un uomo è costretto a vivere con meno di un dollaro al mese, ma il richiamo a una dimensione diversa e dove ciascuno sia veramente responsabile nei suoi confronti come nei confronti degli altri. Dall'ambient al glitch e dal jazz sperimentale al minimalismo elettronico, diventa difficile fare una descrizione tipicamente track-to-track degli otto pezzi che compongono l'album: la loro natura apparentemente cerebrale e hi-tech ci potrebbe invitare a riflessioni e speculazioni ulteriori di natura intellettuale, ma il suono, quello, sfugge come la visione degli occhi di una tigre color della giada nella fitta giungla dell'isola di Sumatra.

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