Purtroppo, chi lo presagiva, sono ormai sempre più convinto, e lo dico da ex fan di Jovanotti, che aveva ragione. Perchè? Semplice.
Anche un sasso sa che il Cherubini ha affrontato una fase evolutiva molto particolare dalla metà degli anni ’80 fino ad oggi. Dagli inizi, sotto l’ala di Claudio “fregatura” Cecchetto (la divertentissima “Gimme Five”, “La Mia Moto”, et similia), è passato ad un rap allegro e divertente, con qualche influenza di altri generi, grazie a dischi come “Una Tribù Che Balla”, “Lorenzo 1992” o ”Lorenzo 1994”. Dopo la raccolta uscita un anno dopo, arriva la svolta. Quella svolta che avrebbe diviso in due il pubblico. Chi lo ammirava ancora e chi già iniziava a detestarlo perché magari componeva canzoni troppo bambinesche o qualunquiste. Una svolta che parte con “Lorenzo 1997: L’Albero” e finisce (per me) con l'ottimo “Buon Sangue”.
A gennaio di quest'anno è uscito il suo nuovo lavoro, "Safari". Ed è deludente. Ma sul serio.
Già dal primo ascolto è evidente questa lacuna, dovuta al fatto che nella maggior parte delle canzoni del cd sembrano essere quasi totalmente assenti quei tocchi in più che rendevano interessanti i lavori del Cherubini: una certa carica che sfociava a volte nella world music ("L'Albero", unico suo capolavoro, ne è la prova concreta), il basso funky di Saturnino Celani (indubbiamente un musicista con gli attributi), o la classe del batterista Pier Foschi.
Ma soprattutto quello che affonda il cd in questione è proprio quanto ho detto all’inizio: voler tentare una via che secondo me non fa proprio parte di Lorenzo, che ormai sembra intenzionato a voler fare il cantautore vero e proprio. Qui casca l’asino.
Il Jova vorrebbe provarci con pezzi come il primo singolo, “Fango” (con il buon Ben Harper alla chitarra), “Dove Ho Visto Te”, “In Orbita”, “Come Musica”, “Innamorato” e “A Te”. Di queste le uniche che meritano più di un ascolto sono le ultime tre. Niente di trascendentale, comunque. Per non parlare poi del finto rock di “Mezzogiorno”, canzoncina da due-tre ascolti che lascia il tempo che trova.
E allora sorge un’altra domanda: perchè dò tre stellette a questo cd?
Beh, è comunque presente qualcosa di salvabile, anche se molto poco vicino alle cose precedenti. C’è il simil-ska di “Temporale” (la canzone più vicina al Jova che fu), c’è la titletrack che tutto sommato non è da buttare, è abbastanza movimentata, e stranamente riesce a cavarsela pure il da me mai sopportato Giuliano Sangiorgi dei Negramaro (seconda voce del pezzo), c’è “Punto”, dove si sentono echi di samba, c’è “Antidolorificomagnifico”, che pur se dotata di un ritornello non del tutto convincente ha dei suoni abbastanza accattivanti, e c’è “Mani Libere 2008”, composta con il cantante afroamericano Michael Franti (i due già avevano collaborato per l’ottima “Dal Basso” nel 1999).
Però in generale il risultato è quello che è, e si sente lontano un miglio che il signor Cherubini ha ormai gettato quasi completamente alle ortiche le idee, visto che questo cd non sembra nemmeno suo.
Chi già riteneva indecenti "Capo Horn" e "Il Quinto Mondo" (per me tutto fuorchè indecenti, e di sicuro non capolavori) credo che sentendo questo "Safari" cambierà idea. O forse no.
E' proprio il caso di dirlo: "No, Lorenzo, io non ci casco!".
Vado a risentirmi "L'Albero", va...
Elenco tracce testi e video
03 A te (04:25)
A te che sei l'unica al mondo
L'unica ragione per arrivare fino in fondo
Ad ogni mio respiro
Quando ti guardo
Dopo un giorno pieno di parole
Senza che tu mi dica niente
Tutto si fa chiaro
A te che mi hai trovato
All' angolo coi pugni chiusi
Con le mie spalle contro il muro
Pronto a difendermi
Con gli occhi bassi
Stavo in fila
Con i disillusi
Tu mi hai raccolto come un gatto
E mi hai portato con te
A te io canto una canzone
Perché non ho altro
Niente di meglio da offrirti
Di tutto quello che ho
Prendi il mio tempo
E la magia
Che con un solo salto
Ci fa volare dentro all'aria
Come bollicine
A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che sei il mio grande amore
Ed il mio amore grande
A te che hai preso la mia vita
E ne hai fatto molto di più
A te che hai dato senso al tempo
Senza misurarlo
A te che sei il mio amore grande
Ed il mio grande amore
A te che io
Ti ho visto piangere nella mia mano
Fragile che potevo ucciderti
Stringendoti un po'
E poi ti ho visto
Con la forza di un aeroplano
Prendere in mano la tua vita
E trascinarla in salvo
A te che mi hai insegnato i sogni
E l'arte dell'avventura
A te che credi nel coraggio
E anche nella paura
A te che sei la miglior cosa
Che mi sia successa
A te che cambi tutti i giorni
E resti sempre la stessa
A te che sei
Semplicemente sei
Sostanza dei giorni miei
Sostanza dei sogni miei
A te che sei
Essenzialmente sei
Sostanza dei sogni miei
Sostanza dei giorni miei
A te che non ti piaci mai
E sei una meraviglia
Le forze della natura si concentrano in te
Che sei una roccia sei una pianta sei un uragano
Sei l'orizzonte che mi accoglie quando mi allontano
A te che sei l'unica amica
Che io posso avere
L'unico amore che vorrei
Se io non ti avessi con me
a te che hai reso la mia vita bella da morire, che riesci a render la fatica un immenso piacere,
a te che sei il mio grande amore ed il mio amore grande,
a te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più,
a te che hai dato senso al tempo senza misurarlo,
a te che sei il mio amore grande ed il mio grande amore,
a te che sei, semplicemente sei, sostanza dei giorni miei, sostanza dei sogni miei...
e a te che sei, semplicemente sei, compagna dei giorni miei...sostanza dei sogni...
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Altre recensioni
Di Enkriko
In questo disco non si sentono echi di malinconia ma solo una grande voglia di combattere contro la progressiva invasione piccolo borghese della malinconia tout-court.
Jova ha parlato con Filo sulle pagine di Rolling Stone Italia, ... le cose tristi lo fanno incazzare.
Di mondo.marco
"Un bel cd che rilancia Jova direttamente tra i cantanti principali italiani."
"'A Te' non ha bisogno di presentazioni: 8 settimane primo in Italia e 20 nella top 10..."
Di DEMIAN
Ogni cicatrice è un autografo di Dio.
Lorenzo ci racconta la sua vita, ne più ne meno.